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  Siamo tutti seduti intorno al tavolo durante il banchetto. Gli invitati ridono e scherzano, prendendo in giro il povero Hvitserk che, con la faccia scocciata, serve da bere a tutti. Ogni tanto, quando mi passa alle spalle mi lascia dei baci sulla guancia.
La stanza non è molto illuminata, ma il fuoco nei bracieri e nelle lanterne appese al soffitto illuminano quanto basta. Dei suonatori rallegrano la serata suonando canzoni di viaggi e avventure con donne e giganti. Le risate degli invitati sono contagiose ma arrivano alle mie orecchie ovattate.
Margrethe e Ubbe, seduti vicini, si scambiano teneri baci; Rebeka, già ubriaca, siede sulle gambe di Ivar mentre gli passa le mani tra i capelli. Siedo accanto a Sigurd che si prende gioco del fratello maggiore, costretto a servire tutti per aver perso alla corsa per la sposa.
  Bjorn attira l'attenzione di tutti alzandosi e sollevando il suo calice. <<Beviamo ai nuovi sposi. Skol>> tutti alzano i loro calici e brindano.
Anche Nils si alza dal suo posto e mi viene incontro, camminando lentamente mentre si rigira nelle mani il suo bicchiere di birra. <<Oggi è un giorno speciale per il mio amico>> dice e mi tira in piedi. Non oppongo resistenza, non servirebbe a nulla. Guardo Rebeka che mi rivolge uno sguardo preoccupato, improvvisamente più sobria. Anche io non so cosa ha in mente il giovane uomo accanto a me e ho paura di scoprirlo. Hvitserk appoggia la caraffa che tieni in mano sul tavolo davanti a lui e ci guarda. Il suo viso non trasmette emozioni, i suoi occhi che tanto amo guardare sono scuri e seri. Nils mi attira a se, guardandomi con uno sguardo dolce e premuroso ma anche perverso e malizioso. <<Quindi anche noi abbiamo una novità>> afferma sorridendomi. Noi?
<<Vorrei ufficializzare il nostro fidanzamento>> continua lasciandomi totalmente esterrefatta.
Vorrei che Thor mi picchiasse in testa con Mjölnir, mandandomi così nelle profondità della terra. Quelli che non sanno della mia relazione con Hvitserk applaudisce totalmente presi alla sprovvista, gli altri sono sconcertati.
  Non ho il coraggio di guardare nessuno, specialmente Hvitserk. Non ho bisogno di alzare lo sguardo per sapere che Ivar lo sta trattenendo dall'aggredire Nils. Sento il suo sguardo bruciarmi addosso. Gli occhi mi si fanno lucidi e, all'improvviso, alzo lo sguardo su Hvitserk. Tende il braccio verso l'alto e nella mano tiene un bicchiere, brindando insieme agli altri. Dai suoi occhi posso capire cosa prova: rabbia e odio. Non verso di me. La voglia di uccidere Nils e appenderlo all'albero di una nave. Devo dirgli del patto stretto per proteggerli.

  Continuo a piangere tra le braccia di mia zia Helga, mentre lo zio non smette di scalfire la punta di un rametto trovato sulla spiaggia.
Ho raccontato ogni cosa a mia zia e a Rebeka, ancora un po o sarei esplosa. La zia mi passa la mano sulla schiena scossa dai singhiozzi irregolari per tranquillizzarmi. Ho ancora nella testa gli occhi di Hvitserk e mi sento morire. <<Perché fa così male? Perché l'amore ti fa stare male?>> chiedo disperata cercando di fermare le lacrime.
È come se mi avessero strappato un organo vitale, i polmoni mi bruciano come se fossero di fuoco ardente. <<Perché è reale piccola mia. L'amore rende gli uomini forti, ma li sa anche mettere in ginocchio>> mi sussurra prendendomi il viso tra le mani. Mi asciuga le lacrime con i pollici e mi lascia un bacio sulla fronte. <<Devi farti forza tesoro>> continua tirandomi in piedi.
Sento dei passi che si avvicinano e alzo la testa.
Mi alzo lentamente, con il cuore che batte all'impazzata. <<Hvitserk, dobbiamo parlare>> affermo tirando su con il naso. <<Ho fatto un patto con Nils>> continuo mentre perdo totalmente il controllo del mio respiro. <<Che cosa hai fatto?>> Chiede corrugando la fronte. Velocemente gli spiego cosa è successo molti mesi fa, ricordando delle violenze e delle notte in cui la realtà e gli incubi si mischiavamo in un unico momento. La sua reazione è immediata e feroce. <<Sei impazzita?>> Le lacrime pungono i miei occhi, ma mi sforzo di mantenere la calma. <<Non avevo altra scelta>> rispondo, la voce tremante. <<Dovevo proteggere te e le persone che amo dagli uomini di Harald>> La rabbia di Hvitserk è palpabile, un fuoco che brucia nei suoi occhi. <<Proteggere me? E a quale costo?>> grida, avvicinandosi minacciosamente. <<Hai idea di cosa hai fatto?>>.
  <<Ho fatto quello che dovevo>> replico alzando la voce tanto quanto lui, sentendo il peso delle mie decisioni gravare su di me. <<Non potevo lasciare che vi facessero del male. Nils mi ha promesso che ci lasceranno in pace>>. <<Promesse vuote!>> urla Hvitserk, la sua rabbia ormai incontenibile. <<Non capisci che ci hai messi in una trappola? Non ci sarà nessuna pace, solo più guerra e sangue>>.
Il silenzio che segue è assordante. Lo guardo, con il cuore spezzato dalla sua reazione, ma spero ancora che possa capire. <<L'ho fatto per noi>> mormoro, quasi un sussurro. <<Non volevo perderti>>. Vedo nei suoi occhi che le mie parole non sono bastate. Hvitserk si volta, il viso contorto dalla rabbia e dal dolore, e so che il nostro legame è ora incrinato, forse irreparabilmente.

  Questa notte Lagertha farà il sacrificio per benedire il nostro grande esercito.
La folla si riunisce in mezzo alla piazza principale dove si svolgerà il rito. Sotto una delle torce confiscate nel terreno ci sono Ubbe, Hvitserk e Margrethe, e quest'ultimi si tengono la mano. È ovvio che Ubbe ha deciso di "condividere" la neo-moglie con Hvitserk. Stringo la mano a pugno, conficcandosi le unghie nel palmo.
Il mio sguardo si incontra con quello di Hvitserk, ma lui lo distoglie subito. Devo assolutamente parlare di nuovo con lui.
  L'uomo che verrà sacrificato cammina tra la folla a testa alta. So che è un conte ma non ricordo né il suo nome né da dove viene. Si avvicina al centro della piazza dove due pali sono stati messi li apposta per questo scopo. Un altro uomo gli lega i polsi ai pali così che lui si ritrovi con le braccia spalancate. Lagertha gli si avvicina mentre impugna la sua spada e se la rigira un paio di volte tra le mani.
All'improvviso ci ritroviamo tutti ad alzare la testa verso il cielo scuro. Il silenzio e poi un leggero vociferare.
Delle comete stanno attraversando il cielo sopra Kattegat, facendo sussurrare la gente. È un segno degli dei. Ma presagio di cosa?
  <<Conte Jorgensen, sei pronto a sacrificarti per onorare e placare gli dei?>> gli chiede Lagerhta, corrugando la fronte. <<Non ho paura>> risponde il conte facendo sorridere la donna guerriero. Gli viene strappata la veste e inizia a respirare irregolarmente. Lagertha fa scorrere la punta della lama sullo stomaco del Conte, per poi farla salire lungo il suo viso, per poi tornare di nuovo giù. Punta la lama al centro del suo busto e con lentezza lo trafigge. La lama insanguinata fuoriesce dalla sua schiena qualche istante dopo.
Non si sente alcun suono, solo la leggere brezza del vento e lo scoppiettio del fuoco. Il cadavere del conte si accascia a terra mentre sotto di lui si allarga una pozza di sangue scuro. Un uomo con la faccia dipinta di nero e rosso raccoglie il sangue in una ciotolina e ci immerge dentro le dita iniziando a schizzarlo sulla folla.
Mi allontano da mia zia e raggiungo Rebeka che si sta agitando da un po'. <<Cosa c'è?>> le chiedo appena arrivata davanti. <<Hvitserk ha passato la notte con Ubbe e Margrethe>> mi informa dopo diversi attimi di silenzio in cui l'ho spronata a parlare.
Abbasso la testa mentre gli occhi mi si fanno ancora lucidi. Nonostante ciò che ho fatto, Rebeka non mi ha voltato le spalle e per questo non le sarò mai abbastanza grata. Mi stringe a se. <<È da solo. Dovresti approfittarne per parlargli>> mi suggerisce e annuisco.
Mi faccio forza e cammino nella sua direzione.

  Gli arrivo alle spalle e appoggio la mano sulla sua bocca. Istintivamente porta la mano alla cintura per prendere l'ascia. Peccato che in quanto a movimento sorpresa sono sempre stata migliore di lui. <<Ti devo parlare e non accetto un no come risposta>> gli dico seria e Hvitserk rilassa le spalle. Lo lascio andare e si volta, guardandomi serio. Inizia a seguirmi fino alla spiaggia e lì mi fermo, dandogli le spalle. <<Tu non sai tutta la verità Hvitserk>> inizio, respirando profondamente. <<Me lo hai detto. Sei stata molto chiara. Tu, come il dio Loki, mi hai tradito e ingannato>> inizia alzando progressivamente la voce. <<Mi hai fatto credere di provare qualcosa mentre andavi con Nils>> mi prende per un braccio facendomi voltare verso di lui. <<No Hvitserk no. Io provo davvero qualcosa per te, non ti stavo ingannando>>. Gli rispondo urlando a mia volta. <<Mi paragoni al dio degli inganni ma non sai cosa ho fatto ne perché. Lui avrebbe ucciso sia te che Rebeka se non gli avessi dato ciò che voleva>> ormai mi sta bruciando la gola e ho gli occhi lucidi. <<Lui mi ha stuprata per mesi. Mi ha terrorizzata perché faceva pedinare Rebeka in ogni posto che andava. Un uomo armato era sempre alle sue spalle pronto ad agire al primo cenno. Un suo uomo era con voi nel Mediterraneo, pronto a ricevere un messaggio di Nils per uccidere te e Bjorn>> grido a squarcia gola, pervasa da ravvia e disperazione. <<Lui mi ha avuta una notte, in Danimarca, molto tempo fa mentre ero in viaggio con mio padre e si è montato la testa. Mi voleva a tutti i costi e sbarazzarsi di te era l'unico modo. Non sei il solo che sta soffrendo sai? Cercando di salvarti ti ho perso definitivamente>> con questa ultima frase mi passo nervosamente la mano sul viso per asciugarmi le lacrime. Senza rendermene conto mi stringe a se.

Come il sole e la luna  //Conclusa E Corretta//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora