"Ti ho parlato di come Yoongi mi ha insegnato tutto su come rubare una macchina, dall'accensione attraverso i fili a come guidare quelle scatole metalliche" mentre parla Jeongguk tiene gli occhi chiusi e la mente fissa su quel dannato giorno nonostante volesse eliminarlo completamente dalla storia della sua vita.
"Era un bravo insegnante ed io ero bravo, cioè molto bravo," dice Jeongguk ricordando l'euforia della velocità, "non facevamo molto con le macchine, le portavamo a fare un giro e poi le riportavamo dove le avevamo trovate ma era divertente," dice Jeongguk ridacchiando, "era così fottutamente divertente." Nella sua mente riesce ancora a vedere chiaramente il volto di Yoongi, soprattutto il suo sorriso fiero che gli rivolgeva quando faceva qualcosa nel modo giusto. Lo riesce a vedere nei minimi dettagli, come se Yoongi fosse lì davanti a lui, come se non fossero passati tre anni da quella notte maledetta.
Taehyung resta in silenzio, aspettando pazientemente, non preoccupandosi di riempire il silenzio che le pause di Jeongguk lasciavano.
"Era così bello ma-ma quella notte pioveva tantissimo, e-e non saremmo mai dovuti uscire era così fottutamente pericoloso ma non ci importava, eravamo così odiosi e arroganti, non avremmo mai immaginato-" immagini di quella notte gli riempiono la mente: il rumore incessante della pioggia, il metallo, la risata di Yoongi e la sua voce che gli diceva di accelerare.
"Devi sapere," dice Jeongguk, sembra quasi una supplica ed in un certo senso lo è, sta pregando Taehyung di credergli, "non era mai successo nulla di grave, avevamo guidato centinaia di volte non ci saremmo mai aspettati che quella notte succedesse qualcosa."
Taehyung non si è mosso di un millimetro da quando Jeongguk ha iniziato a parlare. Resta semplicemente seduto a gambe incrociate sul pavimento a guardarlo e Jeongguk vorrebbe raggomitolarsi in una pallina ma non ci riesce, ha iniziato ormai e i suoi pensieri non sono più sotto controllo, corrono ad una velocità vertiginosa e non riesce a rallentarli.
"Era tardi," ricorda Jeongguk, "guidammo la macchina appena rubata su una strada che conoscevamo bene. Giuro prendemmo quella strada centinaia di volte, vicino al bosco, la sapevamo ormai a memoria e non successe mai nulla di grave. Ma quella notte-"
L'intero corpo di Jeongguk è ormai in preda alle convulsioni e i ricordi di quella notte si ripetono nella sua mente all'infinito. Ha passato anni e anni della sua vita a non ricordare mai quegli avvenimenti. "Girai bruscamente, troppo bruscamente, e per via della pioggia la macchina slittò, persi il controllo del veicolo nonostante i miei sforzi per fare il contrario. Per colpa mia-" un singhiozzo lo interrompe, "per colpa mia siamo andati fuori strada Tae, siamo caduti in un burrone, oltre il guardrail, ed è stata tutta colpa mia."
Jeongguk singhiozza di nuovo, portandosi una mano alla bocca per ovattare il suono. Nonostante la vista offuscata riesce a individuare il volto di Taehyung, è scioccato, sembra pietrificato, quindi Jeongguk continua a parlare.
"E' successo tutto così velocemente, il minuto prima andava tutto bene e quello dopo-quello dopo guardo Yoongi-" un altro singhiozzo lo interrompe, "merda" impreca, premendosi i palmi delle mani sugli occhi. "C'era così tanto sangue pe-penso che avesse battuto la testa-dio," piagnucola mentre le immagini di uno Yoongi insanguinato gli invadono la mente, deglutisce sentendo il sapore amaro della bile, "era ferito gravemente è la cosa peggiore era che io avevo solo qualche graffio."
"L'ho chiamato ma non mi rispondeva" Jeongguk cerca di inghiottire più aria possibile ma invano poichè sembra che i suoi polmoni non si vogliano riempire. Continua a strofinarsi gli occhi sperando di riuscire a cancellare l'immagine del corpo morto di Yoongi nel posto del passeggero affianco a lui. "L'ho-l'ho pregato di svegliarsi, scuotendolo ma non è successo nulla." Ormai calde lacrime gli rigano il volto e non è sicuro che Taehyung sia ancora lì, per quel che sa la figura scura di fronte a lui potrebbe essere Yoongi stesso.
"Ero così spaventato," sussurra Jeongguk, le mani gli coprono lea faccia e non osa levarle, "la mia mente era diventata improvvisamente vuota e tutto ciò a cui riuscivo a pensare era la mia paura che continuava a crescere. Non-non gli ho nemmeno controllato il battito. Non sapevo cosa fare, tutto ciò che vedevo era sangue dappertutto e i suoi occhi chiusi. Non penso stesse respirando," sussurra Jeongguk, "ma era difficile sentire qualsiasi cosa che non fosse il rumore incessante della pioggia, forse era ancora vivo, stava ancora respirando ma mi ripeto che fosse morto così posso vivere più facilmente" Jeongguk tiene ancora gli occhi chiusi non ha il corraggio di guardare Taehyung in questo momento.
"Mi ripeto che non sarebbe potuto essere vivo perchè se lo fosse stato," Jeongguk sente la gola chiudersi mentre pronuncia quelle parole facendole diventare un flebile sussurro, "se fosse stato vivo allora io l'ho lasciato lì a morire."
"L'hai... lasciato lì?" è la prima volta che Taehyung prende parola e Jeongguk non decifra il tono della sua voce. Fa uscire un sospiro che non sapeva di aver trattenuto e annuisce, "ero così fottutamente spaventato che non riuscivo a ragionare. Il mio cervello non funzionava correttamente."
"Tutto ciò che riuscivo a pensare era 'questo non è reale', riuscivo a malapena ad elaborare ciò che fosse successo era come... come se fossi in un sogno. Il mio corpo si muoveva da solo e tutto ciò che sapevo era che non potevo essere scoperto," la testa di Jeongguk sta martellando mentre un'emicrania minaccia di aprirgli il cranio come se fosse il guscio di un uovo, "non sapevo cos'altro fare," sussurra, "così sono corso via. Non-non ho nemmeno chiamato i soccorsi perchè-penso perchè ciò l'avrebbe reso reale ed ero terrificato dall'idea di essere scoperto. Sono corso per chilometri finchè non sono arrivato a casa e il giorno dopo..." Jeongguk deglutisce mentre altre lacrime scappano dai suoi occhi, "...ho visto al telegiornale che morì quella notte" singhiozza Jeongguk.
"Ho lasciato il mio amico morire e continuavo a pensarci tutte le notti per un anno. A come è molto da solo nel buio, a come io l'avrei potuto salvare se non fossi un codardo."
"Ho avuto anche degli incubi, ogni singola notte," si sente vuoto come se tutto ciò che fosse dentro di lui ora fosse scivolato fuori di lui e si fosse depositato sulle piastrelle fredde del bagno, "lo vedo, in quella macchina, sta sanguinando e sta pregando che qualcuno lo salvi, sta pregando che io lo salvi e ci provo ma appena cerco di toccarlo per trascinarlo fuori dall'auto mi sveglio e lui è scomparso ed è come se fosse il giorno dopo la sua morte."
Le lacrime continuano a scendere veloci, ma Jeongguk non le sente più, non sente più nulla. "Ci sarei dovuto essere io al posto suo," sussurra, "sarei dovuto morire io, non lui."
"Jeongguk-" la voce di Taehyung è gentile e Jeongguk odia sentire quella sfumatura di pena nei suoi cronfronti in essa, "vorrei poter prendere il suo posto, sarei morto io ma lui sarebbe vivo. Mi odio tantissimo per averlo abbandonato nel momento in cui aveva più bisogno di me e non mi perdonerò mai." La mente di Jeongguk è piena di pensieri negativi e oscurità, come se fosse l'infinito cielo notturno e nelle sue orecchie rieccheggia il rumore della pioggia, le ruote dell'auto che slittano, il metallo che si distrugge, i vetri rotti e le urla. Yoongi nella vita era una persona stoica e coraggiosa ma lo Yoongi che lo perseguitava nei sogni era una persona costantemente terrorizzata, una persona vuota, persa.
Nei suoi sogni il fantasma di Yoongi gli afferra il collo con le sue fredde mani che spuntano dall'oscurità, guidandolo alla pazzia per via del dolore e delle grida disperate del fantasma. "Perchè sei corso via Jeongguk?" E con quelle mani strette attorno al suo collo Jeongguk non riesce ad urlare, non riesce nemmeno a respirare quindi annega invece in tutto il dolore, il senso di colpa e il disgusto di sé che riempiono il vuoto nel suo petto che la perdita dello Yoongi si è lasciata alle spalle. "Quindi ecco qua," dice Jeongguk aprendo gli occhi lucidi, per la prima volta, "questa è la storia di come ho ucciso il mio migliore amico," appoggia la testa sul freddo muro del bagno, "se non ci fossi stato io, lui ora sarebbe vivo ma ormai questa è una cosa con cui dovrò vivere per il resto della mia esistenza."
La voce di jungkook si incrina e sembra che una diga si sia rotta e tutto il dolore che ha seppellito per anni e anni irrompesse, insieme a tutte le lacrime che non ha mai pianto per la morte di Yoongi e si rende conto che non ha mai parlato di lui così apertamente. Prima di ora, la cosa più vicina che avesse fatto al piangere pubblicamente era piangere sulla sua tomba mentre le tenebre catturavano il sole e la luna faceva la sua comparsa.
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Ci ho messo tre giorni per tradurre questo capitolo, ogni volta scoppiavo a piangere, ma finalmente ce l'ho fatta.
p.s. manca un capitolo e poi la storia andrà momentaneamente in pausa. :((
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✧ᴍᴀʀᴋs ᴏɴ ᴏᴜʀ sᴋɪɴ, sᴄᴀʀs ᴏɴ ᴏᴜʀ ʜᴇᴀʀᴛs
FanfictionIn cui Jeongguk, un ragazzo senza marchi, incontra Taehyung, un ragazzo pieno di tatuaggi, e ne è stranamente attratto. 160518 - #1 in #kookv 260618 - #1 in #vkook !! ATTENZIONE !! la storia non è mia, tutti i crediti vanno a @prettytaes su twitter...