XLVIII

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Jeongguk vede Taehyung arrivare ad una rampa di scale e salire i gradini velocemente. Continua a seguirlo inciampando, però, su un gradino e cadendo sul suo braccio già ferito. Trattiene un gemito e si rialza in piedi. Taehyung, davanti a lui, ha quasi raggiunto la cima. Ad un certo punto Jeongguk sente un freddo vento sulla sua faccia sudata e non riesce a capire da dove potrebbe venire. Poi la realtà lo colpisce e gli cade il mondo addosso mentre realizza dove portano queste scale: dritto al tetto del club...

Jeongguk si sforza di raddoppiare la sua velocità nonostante le proteste del suo corpo dolorante. Riuscì, però, a raggiungere la porta poco dopo Taehyung, aprendola talmente forte da farla sbattere contro il muro, prima che si richiudesse da sola.

L'aria, all'esterno, è fredda e Jeongguk è meravigliato dalla vita delle luci della città sotto di loro come se tutte le stelle del cielo notturno fossero cadute e fossero sparpagliate sotto i loro piedi.

Taehyung è in piedi sul cornicione del tetto, ha smesso di correre per ora; ha la schiena rivolta verso di lui e Jeongguk esita, impietrito, ha paura di avvicinarsi. E se Taehyung non si fosse girato verso di lui? Jeongguk scuote la testa forzando la nausea ad andarsene. "Taehyung," non c'è più bisogno di urlare, ormai. Il tetto è silenzioso, salvo per il ritmo distante della musica nel club e il rumore del vento che fischia nelle sue orecchie. "Vai via Jeongguk," cerca di convincersi che non gli fanno male le sue parole ma è inutile. "Non ti lascio da solo Tae."

Taehyung si rilassa leggermente, sconfitto. "Non riesco a guardarti Jeongguk," la voce di Taehyung è bassa e flebile. Le mani di Jeongguk tremano e le sue ginocchia sono deboli e il suo corpo gli sta urlando di sdraiarsi e riposarsi. "Perchè no?" chiede con voce tremolante, "Taehyung perfavore, parlami."

"Io-io non posso," dice, scuotendo la testa. "Dimmi il perchè. Perfavore." Jeongguk vorrebbe solo avvicinarsi, prendere Taehyung, stringerlo in un abbraccio e non lasciarlo più. Taehyung si gira, i suoi occhi sono lucidi per via delle lacrime non ancora scese. "È per i marchi," ammette, infine. "Cos'hanno?" chiede Jeongguk, mantenendo la calma. "È per il mio marchio?" Il nuovo tatuaggio sul suo fianco brucia, un promemoria segnato permanentemente sulla sua pelle. Taehyung annuisce. I suoi occhi sono chiusi ma ciò non ferma le lacrime dallo scendere lungo le sue guance. "Non riesco a smettere di pensare a-a quanto sia difficile conviverci," la sua voce è flebile per via dei singhiozzi e Jeongguk giura di sentire il suo cuore spezzarsi nel suo petto. "Anche solo esistere è difficile ed è-è anche stancante," Taehyung apre gli occhi e tutto ciò che Jeongguk vede al loro interno è il dolore. "Non riesco a smettere di pensare a quanto sia orribile svegliarsi ogni giorno e vedere questi marchi e a quanto sia faticoso anche solo esistere," Taehyung continua a singhiozzare, tutto il suo corpo trema ormai, distrutto dall'immensa tristezza che prova. "E non riesco a smettere di pensare a quanto io mi odi."

"Taehyung," Jeongguk fa un passo avanti ma ha paura di avvicinarsi troppo nel caso in cui lo faccia scappare di nuovo. "Io non volevo esistere, non volevo svegliarmi ogni giorno e vedermi nello specchio. Col passare del tempo quel sentimento è aumentato sempre di più, diventando sempre più difficile da sopportare e-" Taehyung si interrompe per prendere una boccata d'aria e cercare di calmarsi. I suoi occhi sono rossi e gonfi ed ogni suo respiro è tremolante. "Ed ora guarda cos'ho combinato," nuove lacrime iniziano a scendere sulle sue guance, "ho rovinato tutto."

"Taehyung no, non hai rovinato nulla," insiste Jeongguk. Taehyung scuote la testa. "Mi dispiace tanto," dice e Jeongguk le odia, odia quelle parole e odia che scusarsi sia diventato talmente normale per Taehyung che probabilmente è tatuato sulle sue ossa. "Non c'è nulla di cui devi scusarti Tae, okay?" Taehyung scuote la testa, "ho fatto un casino, Jeongguk, ti ho fatto del male."

"E quindi?" Jeongguk si sente lui stesso sull'orlo delle lacrime. "So che hai sempre cercato di essere perfetto," Jeongguk prende respiri profondi, cercando di non cadere a pezzi. Taehyung non sta più singhiozzando ma le lacrime continuano a scendere veloci sulle sue lacrime. "E sei sempre stato così dolce e gentile ma va tutto bene, tu vai bene, va bene capire di non essere perfetti. Va bene fare cazzate Tae, sei un essere umano dopotutto. E so che deve essere difficile abbandonare quella perfezione a cui hai sempre aspirato, perchè pensavi che la meritasse solo chi non ha imperferzioni ma non è vero. Potresti non essere perfetto ma sei davvero bello."

"Tu... pensi che io sia bello?" la voce di Taehyung è flebile e lo guarda con gli occhi lucidi. Dietro di lui le luci del tetto sono verde acqua, illuminando lo sfondo e facendolo sembrare una figura eterea. "Sì Tae, ovvio," dice Jeongguk onesto, facendo un passo verso l'altro ragazzo.

Purtroppo capisce l'errore un secondo dopo, ma ormai è troppo tardi, visto che, instintivamente, Taehyung fa un passo indietro, verso il vuoto. Gli occhi sbarrati e la bocca spalancata mentre svanisce nell'aria e prima che Jeongguk possa correre in avanti ed afferrare la sua mano tesa, Taehyung cade. Il ragazzo può solo restare a guardare mentre Taehyung scompare dalla sua vista.

Continua a fissare assente il punto in cui si trovava Taehyung fino a pochi secondi prima.

'Oh dio santo, no ti prego, ti prego non lui, non prendere anche lui ti prego.'

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buon 2019. :)

✧ᴍᴀʀᴋs ᴏɴ ᴏᴜʀ sᴋɪɴ, sᴄᴀʀs ᴏɴ ᴏᴜʀ ʜᴇᴀʀᴛsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora