XXXIX

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Quando escono dal negozio della nonna il freddo intenso li investe ma stavolta Taehyung ha una sciarpa rossa che la nonna gli ha dato prima che se ne andasse. "Mi piace tua nonna," dice Taehyung mentre camminano per strada, finalmente fuori dopo arrivederci infiniti e varie promesse di tornare il prima possibile. "Lo immaginavo," dice Jeongguk sorridendo, "ed una cosa è certa: tu a lei piaci tantissimo" dice e il viso di Taehyung si illumina. "T-tu dici?" chiede timidamente affondando la faccia nella sciarpa. "Ovvio," ridacchia Jeongguk, "ti ha dato una fetta di torta più grande."

"Era deliziosa," dice Taehyung annuendo, "non vedo l'ora di tornare-" si interrompe guardando Jeongguk, "se per te va bene?" Jeongguk sbatte le palpebre "Ovvio," dice, "nonna non mi lascerebbe mai in  pace se non ti riportassi da lei."

"Non vedo l'ora," dice Taehyung a bassa voce, "penso che sia bello che voi due abbiate in rapporto così stretto," sotto la luce gialla dei lampioni Jeongguk vede l'espressione del ragazzo cambiare e diventare più triste. "Non ho mai veramente conosciuto i miei nonni."

"Oh, mi dispiace Tae." Taehyung alza le spalle, la parte bassa del suo viso ancora nascosta dietro la sciarpa mentre tira su col naso. "Non preoccuparti," la sua voce è ovattata e non guarda Jeongguk ma la strada di fronte a loro, "loro erano... tradizionali, penso-penso che se mi avessero visto avrei rotto i loro cuori in mille pezzi."

'Mi dispiace' non gli sembra la cosa giusta da dire in questo momento quindi Jeongguk decide di intrecciare le loro dita, nonostante il freddo, e Taehyung non si allontana, anzi, stringe di più la presa. Camminano in silenzio per un paio di minuti, anche se sembra avessero passato ore a vagare per quella strada senza una meta precisa. Jeongguk si sente come se fosse stato lasciato alla deriva senza nessun porto che lo possa riportare a casa e l'unica cosa che lo tiene a terra, mentre camminano sotto la luce dei lampioni, è la mano calda di Taehyung nella sua.

"Vuoi tornare a casa?" chiede Jeongguk, "In realtà no."

"Nemmeno io," ammette Jeongguk quando si fermano ad un angolo deserto. "Io-" dice Taehyung, "non so dove voglio andare realmente, è che- sono stanco di sentirmi in trappola."

"A dire il vero un'idea ce l'avrei," dice Jeongguk mordendosi il labbro, "ma non so quanto ti possa piacere." "Non mi interessa," il tono di voce di Taehyung è deciso, "ascoltare tua nonna parlare mi ha fatto capire una cosa" dice più dolcemente. "Ovvero?" chiede Jeongguk stringendogli la mano. "Non ho mai fatto nulla di spericolato in vita mia. Quindi non so cosa tu abbia in mente, ma qualunque cosa sia per me va bene." Taehyung lo guarda con una sfumatura di determinazione nei suoi occhi e Jeongguk gli prende il viso nelle sue mani, non avendo idea di cosa stia facendo. Sente il respiro calda sulla sua guancia e capisce cosa significa quello sguardo.

"Va bene," dice Jeongguk, la sua faccia vicinissima a quella di Taehyung, "ma se te ne vuoi andare me lo dici okay?" Taehyung annuisce, la sua espressione un mix di trepidazione, eccitazione e curiosità, "te lo prometto." "Allora andiamo," dice Jeongguk prendendogli la mano e guidandolo nella notte.

Jimin li sta aspettando fuori. Jeongguk non è sorpreso dopotutto gli ha mandato un messaggio dicendogli che erano per strada. Sta fumando, l'estremità accesa della sigaretta una scintilla luminosa nel buio. Jimin alza lo sguardo quando li sente, il suo sguardo cade immediamente su Taehyung. Inclina la testa, espirando il fumo mentre studia Taehyung. Prende un altro tiro, spostando lo sguardo su Jeongguk. "Jeonggukkie," lo saluta espirando il fumo nella loro direzione facendo tossire Taehyung che attira così di nuovo l'attenzione di Jimin. "Non hai menzionato il tuo amico."

Jeongguk guarda Jimin e sa che quel sorriso che gli adorna il viso non è tanto innocente quanto sembra, l'uso della parola 'amico' è una sfida per Jeongguk per correggerlo. Sa che Taehyung li sta guardando confuso. "Sono abbastanza sicuro di averlo fatto," dice eventualmente. Lo sta aggirando e Jimin lo sa ma lo lascia stare, scrollando le spalle. "Sì ma non hai detto che era così carino," Jimin sorride lasciando cadere la sigaretta a terra e schiacciandola col tacco della scarpa. Si allontana dal muro e si avvicina a Taehyung. Allunga una mano a Taehyung facendogli un sorriso provocante. "Sono Jimin," si presenta e Taehyung lo guarda dalla sua faccia alla mano. E' impossibile che non abbia notato i marchi sulla mano di Jimin. Guarda Jeongguk, incerto. Jeongguk scrolla le spalle e Taehyung riguarda Jimin, facendogli un piccolo sorriso. Gli stringe la mano e si presenta a sua volta. "Bhe Taehyung," dice Jimin provocante e Jeongguk si sforza di non ruotare gli occhi. "Perchè non entriamo per un secondo?"

Le 'attività' che Jimin tiene dentro il suo magazzino sono in pieno svolgimento quando entrano. Jeongguk non voleva rimanere per molto ma non può fare molto mentre Jimin li guida oltre folle urlanti. Un ruggito attraversa gli spettatori riuniti mentre qualcuno colpisce il terreno. Un offuscamento familiare lo colpisce insieme all'odore di sangue e sudore e una parte di lui vorrebbe salire nel ring. Ma il desiderio scompare e lo ignora, concentrandosi invece su Taehyung. E' silenzioso e praticamente attaccato al fianco di Jeongguk. Nonostante il caldo si è rialzato la sciarpa, come se volesse scomparire dentro i suoi vestiti, mostrando il meno possibile la sua pelle. Jeongguk pensa di dirgli che a nessuno qui importerebbe dei suoi marchi, al massimo li avrebbero ammirati ma non pensa che aiuterebbe.

Jimin li porta in un ufficio lontano dall'area principale, fa caldo e quando Jimin chiude la porta tutti i suoi esterni scompaiono. "Comportatevi come se foste a casa vostra," dice indicando un paio di sedie mentre si appoggia al tavolo. Jeongguk si leva il cappotto ma Taehyung non sembra volersi togliere nè la giaccia nè la sciarpa. Jeongguk sa che Jimin l'ha notato, ma fortunatamente non insiste nè chiede a Taehyung il perchè. Inoltre non menziona che Jeongguk era solito frequentare le lotte qui ma pensa che Taehyung potrebbe averlo capito.

"Quindi Jeonggukkie," Jimin interrompe il silenzio creatosi e anche se sta parlando con Jeongguk è Taehyung che guarda, "cosa porta te e il tuo bel amico qui? Il tuo messaggio era più breve del solito," Jeongguk non sa se il leggero rossore sulle guance di Taehyung sia per il caldo o per le parole di Jimin. "Mi chiedevo se potessi parlare con Seokjin e farci entrare  nel suo club?" spiega Jeongguk. Seokjin era conosciuto in città per possedere un esclusivo nightclub in cui Jimin portava spesso Jeongguk. Entravano facilmente perchè Jimin e Jin erano tipo amanti/scopamici/amici. Jimin alza un sopracciglio, "avete fatto tutta questa strada solo per entrare in un club?" chiede incredulo. Jeongguk sospetta che sperasse in qualcosa di più eccitante come lo smaltimento di un corpo. "Potevate andarci tranquillamente da soli, piaci a Jin e sono sicuro che gli piacerebbe anche Taetae."

"Mi sopportava solo perchè ero con te," Jeongguk capisce dalla piccola contrazione delle labbra di Jimin che è felice di sentire questa parole. "E poi non abbiamo carte d'identità, sarebbe tutto più facile se lo chiamassi," spiega Jeongguk e Jimin sospira, "suppongo."

Jimin si ferma un momento a pensare. Guarda Taehyung e gli fa un sorriso che a Jeongguk non piace per niente. "Va bene chiamerò Jinnie," dice ma prima che Jeongguk possa rigraziarlo continua, "ma voglio qualcosa in cambio, ovviamente."

"Che cosa vuoi?" chiede sperando che Jimin voglia solo dei soldi. "Voglio il numero di Taehyungie," dice e Taehyung sembra sorpreso. "Il mio?" chiede prima che Jeongguk possa aprir bocca. "Sì il tuo," dice Jimin sorridendo e allungandogli il suo telefono. "Perchè?" chiede Taehyung curioso, "già, perchè?" gli fa eco Jeongguk. "Perchè?" chiede Jimin ruotando gli occhi. "Guardatevi," dice, "ora non posso nemmeno chiedere il numero a qualcuno?" Si gira verso Taehyung con un sorriso rassicurante, "pensavo solo che potessimo essere amici."

Jeongguk sta per aggredirlo ma poi vede l'espressione sul volto di Taehyung, un mix di cautela e timidezza. "Vuoi essere mio amico?" chiede Taehyung sottovoce, così vulnerabile in un modo che Jeongguk e nemmeno Jimin sono abituati. "Io- uhm si certo, ovvio," conosce Jimin da tanti anni ma non l'ha mai sentito balbettare. In effetti non  l'ha mai visto in difficoltà ma lo sguardo di Taehyung deve averlo davvero sorpreso. Jeongguk deve mordersi l'interno guancia per non scoppiare a ridere. "Va bene," Taehyung sorride e Jimin gli da il suo telefono ancora un po' scioccato. Lancia uno sguardo a Jeongguk, mentre Taehyung aggiunge il suo contatto, che gli fa un sorrisetto. "Ecco a te," dice Taehyung resituendogli il telefono e Jimin annuisce. "Va bene, vado a chiamare Jin allora."

✧ᴍᴀʀᴋs ᴏɴ ᴏᴜʀ sᴋɪɴ, sᴄᴀʀs ᴏɴ ᴏᴜʀ ʜᴇᴀʀᴛsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora