XVIII

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Taehyung non c'è a scuola il giorno dopo.

E nemmeno Jeogguk, per la cronaca,  ma Hoseok gli manda un messaggio per dirgli che non c'è traccia di Taehyung nell'istituto ma che girano molti pettegolezzi. Hoseok non specifica cos'è che le persone dicono che sia successo a Taehyung ma Jeongguk può ben immaginare.

Inoltre, nota come Hoseok usi 'Taehyung' e non 'mostro' o 'caso di beneficenza' e se non fosse così giù di morale avrebbe anche sorriso, ma il peso sul suo petto e l'oscurità che occupava la sua mente non lo lasciavano mai solo.

Muore dalla voglia di vedere Taehyung, scusarsi come se delle parole potessero bastare per compensare diciotto anni di dolore, farebbe qualsiasi cosa per migliorare la situazione, o almeno renderla meno terribile di quanto già non lo fosse. 

Ma non è mai stato così spaventato da nessuno o da qualcosa in tutta la sua vita.

Il piccolo marchio bianco tatuato sulla sua nocca gli ricordava che la speranza è l'ultima a morire. Più lo guarda più Jeongguk si dice che Taehyung non lo odia, o almeno non del tutto. Tuttavia il marchio è cresciuto, durante la notte, sentiva il prurito e il bruciore salire lungo il suo braccio.

Il marchio ora sembra una saetta che sale dal polso al gomito, tracciando le sue vene mentre la bugia di Taehyung cresce. Jeongguk riesce ad immaginare Taehyunf ripetere continuamente che lo odia, come un mantra, e prega che il marchio bianco non si traformi in uno nero mentre la bugia smette di essere tale.

Jeongguk sa che è facile far diventare una bugia la verità, basta ripetersela continuamente e smette di essere una bugia e diventa qualcosa di reale. Lui dovrebbe essere il primo a saperlo, la sua intera vita era una bugia, basata sullo stupido pensiero che potesse davvero fare qualsiasi cosa ma ora che la realtà ha investito la sua intera vita e l'ha buttata giù, proprio come fa uno tsunami con un villaggio, non può nascondersi da ciò che ha fatto. Forse è buffo, o magari è solamente triste, vedere come appena Taehyung se ne fosse andato lui fosse stato investito dal peso di quanto gli importasse di lui e, con esso, il peso di tutti i suoi peccati.

Jeongguk sibila quando le sue spalle fremono, il marchio, che continua ad espandersi, si allunga verso il suo collo; il dolore è diminuito e Jeongguk può solo immagiare quanto più forte fosse quello che sentiva Taehyung ogni volta che peccava. Non appena pensa al ragazzo un'ondata di sensi di colpa lo investono e si sente male.

Una parte di Jeongguk vorrebbe solo crogiolarsi nella miseria, vuole annegare nella propria disperazione e vuole lasciarsi consumare dal dolore, perchè è ciò che merita. Non si merita nulla di buono, non ora che ha distrutto la cosa migliore della sua vita; ma Jeongguk è un uomo d'azione.

Certo, di solito è un'azione distruttiva e spericolata ma è pur sempre azione.

Quindi, si alza dal letto e indossa una delle sue felpe. È fuori dalla porta e cammina prima che abbia il tempo di pensare. Ha già una destinazione in mente.

"Jeongguk? Non mi aspettavo di vederti così presto." Jeongguk annuisce entrando nel calore della casa della nonna. Aveva cominciato a piovere mentre correva e lui si era inzuppato lasciandolo freddo e tremante ed era grato di essere di nuovo in casa. "Sì, mi dispiace."

"Va tutto bene Jeonggk," sua nonna sorride "ma la prossima volta che vorrai venire a trovarmi sotto la pioggia portati un ombrello si caro?" Jeongguk annuisce di nuovo, "Scusa nonna, la prossima volta lo porterò." Segue la nonna in cucina, sprofondando nella sedia più vicina. "Tè?" chiede.

"Sì, grazie." mormora Jeongguk nonostante il fatto che non è sicuro di poter digerire nulla, anche se il tè di sua nonna ha sempre avuto un effetto calmato per lui.

"Quindi caro," dice la nonna mentre mette l'acqua nel bollitore "c'è qualcosa che non va?"

Jeongguk esita un momento prima di annuire, "E' così ovvio?"

"Bhe," mormor a sua nonna mettendo il tè in due tazze "non passi a salutare tua nonna per mesi e poi all'improvviso sono onorata di ricevere non una, ma ben due visite in una settimana? Sei sempre stato così, sin da quando eri piccolo, sei sempre corso da me quando c'era qualcosa che non potevi affrontare da solo," sua nonna sorride dolcemente ma Jeongguk sente i sensi di colpa salire alla menzione di quanto poco la visiti ora, ma pian piano si sta abituando alla sensazione.

"questo porta ad una sola domanda tesoro, cosa ti porta qui ad un'ora così tarda? Cosa c'è di così importante da dover affrontare un acquazzone perchè non potevi aspettare fino a domani?" chiede e Jeongguk si more il labbro, mormorando un 'grazie' mentre gli passa una tazza. "E' un'altra visita inutile?"

Jeongguk sospira, "Non so da dove iniziare" ammette e sua nonna annuisce pazientemnete, l'espressione sul suo viso gli dice che sa già tutto quello che sta per dire ma vuole sentirlo dire comunque. "Perché non inizi parlando di quel nuovo segno sul tuo collo?" suggerisce. 

Jeongguk sussulta, porta una mano sul suo collo per coprire le cicatrici bianche che continuano ad espandersi, avvicinandosi semre di più alla sua faccia. Non si aspettava che se ne accorgesse ma vedendo i suoi occhi attenti capì che fosse un pensiero sciocco.una mano che vola in alto per coprire le cicatrici bianche che sono, proprio mentre parlano, avvicinandosi al suo viso. non si era aspettato che lei se ne accorgesse, ma guardando i suoi occhi acuti e il sorriso consapevole capì che era uno sciocco.

"Hai iniziato a dire delle bugie Jeonggukie?" chiede. Jeongguk si lascia scappare una piccola risata "E' un po' più complicato in realtà nonna" ammette. "Bhe non lo è sempre?" la nonna annuisce prendendo un lungo sorso dal suo tè "Dai, abbiamo molto tempo, perchè non inizi dall'inizio?"

Jeongguk fissa la tazza nelle sue mani. Il tè è qualche tipo di mix di erbe ed odora di fragole, è un odore confortante. Riesce ad individuare i contorni del suo riflesso sulla superfice rossiccia. "Inizia con Kim Taehyung." dice.

"Quindi è un ragazzo," sua nonna sorride e si appoggia allo schienale della sua sedia "lo è sempre vero? Ah che bello essere giovani è innamorati."

"Il nostro non è amore," borbotta Jeongguk "almeno, non lo è più." Sua nonna alza un sopracciglio, "No?" Jeonggul scuote la testa, "No, i-io ho fattoo una cosa terribile."

Sua nonna resta in silezio, un chiaro invito a continuare. 

Lo sguardo di Jeongguk è basso, fissato sulla tazza nelle sue mani. "Non avevo intenzione di fargli del male nonna, non ho mai avuto intenzione di fare del male a nessuno e se avessi saputo," si interrompe strizzando gli occhi chiusi "se avessi saputo, io-io non avrei fatto nulla di tutto ciò."

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I'm back!
Finalmente aggiungerei.
Stavolta gli aggiornamenti saranno più frequenti di sicuro
ma non so quanti ce ne saranno perchè
durante la mia assenza da twitter l'autrice
non ha aggiornato e manca relativamente poco prima di
mettermi in pari con la traduzione, ma vabbè.
Spero che il capitolo vi piaccia.
-Manulss

✧ᴍᴀʀᴋs ᴏɴ ᴏᴜʀ sᴋɪɴ, sᴄᴀʀs ᴏɴ ᴏᴜʀ ʜᴇᴀʀᴛsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora