Capitolo 12

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"All'inizio è stato orribile, non riuscivo nemmeno a farmi toccare da mia madre. Ogni volta mi ritornavano in mente le sue schifose mani sul mio corpo. Avevo dei veri e propri attacchi di panico se qualcuno mi toccava" un nodo mi si forma in gola e devo trattenere le lacrime.

Jungkook mi accarezza una mano "non devi per forza raccontarmi tutto, se non vuoi".
Scuoto la testa "no, voglio farlo".
Mi concedo qualche minuto per riprendermi e poi vado avanti.

"Minho era strano da un po' di giorni. Sempre arrabbiato e scattava per qualsiasi cosa dicessi. In quel periodo abbiamo avuto le più brutte litigate, lui mi rinfacciava il fatto che non
volessi fare sesso con lui. Durante queste litigate diventava violento, un paio di volte mi ha persino tirato uno schiaffo. Dovevo capirlo già d'allora che non sarebbe andata a finire bene, ma ero troppo innamorato per lasciarlo. Poi è arrivata una mattina, in cui lui mi aveva chiesto di andare a casa sua. I-io h-ho..." inizio a piangere, ricordando tutto di quel maledetto giorno.

Jungkook si stringe ancora di più a me, abbracciandomi. Mi asciugo le poche lacrime uscite dai miei occhi e continuo.

"Io ho ingenuamente accettato di andare da lui. Quando sono arrivato sembrava tutto normale, i suoi genitori e il fratello non c'erano, come al solito. Quindi abbiamo deciso di andare in camera sua e guardare un film, io volevo solo che mi abbracciasse e che mi coccolasse magari. Lui però ha iniziato a mettere le mani dappertutto, io cercavo di allontanarlo ma lui era troppo forte per me. Diceva che dovevo rilassarmi, visto che voleva solo baciarmi. All'inizio ci ho provato, ma quando ha cercato di mettere le mani nei miei jeans, l'ho spinto via. H-ho cercato d-di resistere, t-ti g-giuro c-che c-ci ho p-provato ma..."
Singhiozzo rumorosamente, non riesco più ad andare avanti, ma devo farlo. Voglio che Jungkook sappia tutta la storia e che capisca il perché non riesco ancora a fidarmi del tutto di lui.

"Basta piccolo. Non serve che me lo racconti" nascondo la testa sul suo petto e rimaniamo così per minuti interminabili, finché non mi tranquillizzo. Prendo ad accarezzargli delicatamente una guancia, lui sorride e mi guarda.
"Come ha potuto fare del male a una persona come te. Tu che meriteresti soltanto di essere amato e protetto" sorrido anch'io alle sue parole.
"Voglio continuare Jungkook, voglio che capisci" dico determinato a portare a termine il mio racconto.
"Ma Tae, io ho capito. Non serve che..." lo interrompo alzando una mano.
"Voglio provarci ancora una volta. Se non riuscirò ad andare avanti, ti prometto che non ne parlerò più" alla fine lui annuisce.
Prendo un grosso respiro, ricomincio, ancora una volta.

"Ceravo di resistergli. Mi dimenavo, scalciavo e gridavo, nonostante la sua mano che copriva la mia bocca, le mie urla erano abbastanza forti da essere udite se qualcuno fosse entrano in casa in quel momento. Perciò lui aveva paura che i suoi potessero tornare da un momento all'altro, non so da dove abbia tirato fuori quel coltellino. So solo che mi sono ritrovato un profondo taglio sul fianco, mi è rimasta la cicatrice".
Mi metto a sedere e sollevo la maglietta, indico il mio fianco deturpato da una lunga cicatrice.

"Ci sono voluti diciotto punti e un mese di ospedale per riprendermi del tutto. Il taglio era abbastanza profondo da avermi perforato una vena" mi mordo il labbro e guardo Jungkook.
Stringe i pugni e il suo viso è rosso dalla rabbia.
"Ma con che razza di persona stavi? Come ha potuto fare una cosa del genere. Giuro su Dio che se un giorno dovessi averne l'occasione, lo riempirò così tanto di pugni che a lui non basterà un mese di ospedale".
Vederlo così arrabbiato mi fa sorridere, capisco che sono stato uno stupido a non fidarmi di lui prima.

"Basta Kook, ormai è passato" passo una mano sulla sua guancia e lui abbandona la testa nella mia mano. Respira profondamente e sembra calmarsi, così io continuo.

"Ormai ero privo di forze, stavo perdendo molto sangue. Il dolore però l'ho sentito comunque, era un dolore così forte che non sapevo quale dei due fosse il peggiore. Mi ha violato, non ha avuto un minimo di pietà o compassione. Ricordo che in quel momento ho desiderato di chiudere gli occhi e non riaprili più.
Quando ha soddisfatto i suoi schifosi bisogni, si è reso conto del grave danno che mi aveva provocato.
Se non fosse stato per i suoi genitori, non so che fine avrei fatto. Gli ho sentiti rientrare in casa e ho raccolto le ultime forze per urlare. Dopodiché sono svenuto e, quando mi sono svegliato ero in ospedale, dove ci sono rimasto per quindici giorni. Ho subito detto a mia madre cosa fosse successo e la prima cosa che abbiamo fatto è stata denunciare Minho. Abbiamo ottenuto un'ordinanza restrittiva, ma nient'altro.
Ovviamente quest'ordinanza è stata ignorata quando sono rientrato a scuola.
Giravano voci sul mio conto, si diceva che lo avessi fatto con tutti e perciò Minho mi aveva lasciato. Lui ha trovato il momento opportuno di cogliermi da solo.
Durante la pausa pranzo, andavo in una delle classi vuote per mangiare. Lui mi ha trovato e senza un apparente motivo ha incominciato a picchiarmi. Per fortuna un professore ci ha trovati e Minho è stato sospeso. Questo però non mi ha evitato altri quindici giorni di ospedale, perché la ferita si era riaperta. Mia madre ha deciso così di trasferirsi e beh... il resto lo sai".

Quando finisco di parlare ho la gola secca e gli occhi pieni di lacrime trattenute.
Jungkook sospira e si morde le labbra furiosamente.
"Che persona orribile" commenta semplicemente, io capisco che in realtà vorrebbe rivolgergli altri milioni di insulti, ma non lo fa.

"Ora capisco perché non ti fidi di me, non te ne faccio una colpa. Sul serio" io scuoto la testa. "Sono stato uno stupido prima. Mi fido di te Jungkook, mi fido" prendo le sue mani e le stringo nelle mie.

"Solo non voglio privarti di qualcosa" mormoro piano, ben sapendo che quello che sto per dirgli lo farà arrabbiare ancora di più. "Privarmi di qualcosa?" Chiede, non capendo.
"Si, non voglio che per colpa mia tu sia costretto a privarti di qualcosa, non so se hai capito. Non ho idea di quanto tempo mi ci vorrà per lasciarmi andare, forse non ci riuscirò mai. Perciò no Jungkook, non voglio che tu sia costretto a stare con me solo per pietà" il suo sguardo è di pura incredulità.

"Cazzo Taehyung, ma ti senti quando parli? Costretto a stare con te per pietà? Non potrei mai farlo. Non mi proverai di niente, perché ho già tutto se ho te al mio fianco. Non sai quando sarai pronto? D'accordo, non c'è problema. Per te aspetterei tutta una vita. Per te, farei qualunque cosa Tae. Ricordalo" le sue parole mi fanno venire gli occhi luicidi.
Sono così fortunato ad averlo.

Io annuisco sorridendo. Mi avvicino a lui e gli lascio un piccolo bacio sulle labbra, poi sfrego il mio naso con il suo, facendolo ridere.
Mi circonda i fianchi con le braccia e rimaniamo così, finché mamma non viene a chiamarci per la cena.

Paradise ~KookV~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora