Prologo

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Era quasi la fine di novembre, ma la neve aveva già fatto la sua comparsa nelle Highlands scozzesi. Una soffice coltre bianca copriva il paesaggio, dandogli un aspetto quasi surreale. Il sole era in procinto di sorgere per riscaldare quel gelido paesaggio invernale con i suoi tiepidi raggi, ma grosse nuvole grigie oscurarono velocemente il cielo.

Il silenzio di quel luogo era rotto dalla neve che crepitava sotto gli zoccoli dei cavalli. Nell'immenso bosco due cavalieri solitari avanzavano sui loro destrieri a caccia. Il primo cavaliere sedeva altero sul suo possente cavallo nero da guerra: il lungo mantello foderato di pelliccia copriva interamente la groppa dell'animale, chiuso in gola da un elaborato fermaglio d'argento. Sotto il mantello si intravedevano ricchi abiti decorati finemente: un nobile. Sulla mano destra indossava uno spesso guanto di cuoio sul quale era appollaiato un magnifico girfalco albino, con l'altra mano stringeva le redini del destriero. Dalla pesante cintura nera pendeva il lungo fodero intarsiato di una spada. Il secondo cavaliere, invece, sedeva su un cavallo da guerra palomino: sotto il suo pesante mantello nero foderato di pelliccia si vedeva un pettorale di un'armatura, le braccia protette da bracciali di cuoio, le gambe anch'esse protette da schinieri di cuoio, i guanti dello stesso materiale. Un lungo spadone in acciaio pendeva da fianco sinistro del cavaliere.

"Va" sussurrò il primo cavaliere al falco quando arrivarono in un piccolo sprazzo senza alberi. Il rapace spalancò le grandi ali bianche e prese il volo, perdendosi subito nel cielo grigio "Sirio"

Dal folto della radura, avendo sentito il richiamo, un grande lupo nero comparve silenzioso al fianco del padrone. Era quasi il doppio di un lupo normale, la pelliccia nera e lucida creava un netto contrasto col candore immacolato della neve. L'animale alzò la testa fieramente mostrando due particolari occhi grigi, freddi e impassibili. Ad un cenno del cavaliere il lupo avanzò, silenzioso come un'ombra nonostante l'imponente stazza, le orecchie tese in avanti per captare il minimo rumore, la coda che strusciava appena sul manto della neve.

"Andiamo" disse il primo cavaliere, sfiorando appena i fianchi del cavallo per farlo procedere, seguito dall'altro cavaliere in silenzio. All'improvviso il girfalco tornò indietro, stridendo allarmato. Allo stesso tempo Sirio alzò di scatto la testa, la pelliccia della groppa ritta tanto da farlo sembrare ancora più grosso, le candide e letali zanne erano snudate in un terribile ringhio. Lupo e falco si lanciarono nella stessa direzione nel fitto della foresta, seguiti dai due cavalieri che incitavano i propri cavalli al galoppo. Al passaggio dei cavalli la neve si apriva in ampi ventagli ai lati dei destrieri, ma i cavalieri non rallentarono, domandandosi cosa avesse agitato a tal punto gli animali. Superarono con un salto un piccolo torrente e trovarono la causa di quella agitazione: quattro banditi stavano combattendo contro un cavaliere in grave difficoltà.

"Sirio, attacca!" ordinò il suo padrone mentre estraeva la sua lunga spada dall'elsa crociata e dalla lama completamente nera, presto imitato dal suo compagno d'armi. Il lupo obbedì all'istante, spiccando un balzo e disarcionando un cavaliere nemico dal proprio destriero, uccidendolo sul colpo dopo aver stretto la gola tra le sue fauci e spezzandola come se nulla fosse. I due cavalieri si lanciarono nella mischia, mettendosi davanti alla vittima dell'aggressione per proteggerla. Le spade cozzavano violentemente tra loro, colpi violenti giungevano da entrambe le parti senza risparmiarsi. Il cavaliere nero disarmò l'avversario piantandogli poi la spada nel cuore, uccidendolo. L'altro cavaliere fece la stessa cosa, tagliando la gola al bandito con un colpo netto.

"Mio Signore!" esclamò il cavaliere vedendo l'ultimo dei banditi sopraggiungere alle spalle del cavaliere nero. Nessuno dei due fece in tempo a muoversi che il grande lupo aveva disarcionato anche quel cavaliere, spezzandogli di netto il collo. L'animale scese dal cadavere: la pelliccia delle zampe anteriori era ancora più scura per via del sangue, così come la pelliccia attorno alla bocca, i denti rossi che grondavano sangue.

Duca Nero (Solangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora