Libero. Oggi è la parola che più mi rappresenta. È questo il sapore della libertà. Da uomo libero ricominciare, e oggi vincere. E dedico la vittoria proprio a mio figlio. Termina il festival tra applausi, coriandoli e gioia e veniamo sballottati un po' ovunque per le prime dichiarazioni post vittoria. E poi ci aspetta il dopofestival, finalmente liberi di fare i coglioni, io improvviso i balletti, Ermal magna sempre, beviamo un po' troppo vino... tanto la conferenza stampa l'abbiamo già fatta. Si sono fatte le 3.30 di notte, finalmente possiamo tornare in hotel e riposarci. Se fino a poco fa ero io a dare forza ad Ermal, ora non ci riesco. Sono felice, sì. Ho vinto Sanremo, la gente ha capito. Ma percorro già con nostalgia quel corridoio che ci porta alle rispettive camere contando i passi che ci distanziano dalle porte, ricordando le prime volte in cui l'ho percorso, lo stato d'animo, la paura. Quella volta che mi sono messo a letto chiuso in camera mentre sentivo dalla stanza accanto il ritornello di quella canzone ancora sconosciuta, le luci di Roma" ritrovandomi in ogni singola frase. I passi finiscono, siamo arrivati alle stanze.
E:"ti vedo Fabbrì"
-"Cosa?"
E:"Hai lo sguardo che avevo prima io. Hai percorso il corridoio lentamente, eravamo felici fino a un attimo fa ma usciti dall'ascensore è come se la parte più brutta della realtà ci fosse improvvisamente piombata addosso. Abbiamo vinto, abbiamo superato quelle giornate di merda e invece in due minuti e 4 passi hai il volto cupo, e non è stanchezza."
F:"Parliamone in camera che qui passano in tanti. Sempre la tua? Ormai ne sono più affezionato che alla mia. Che poi in realtà, non ci affezioniamo ai luoghi. I luoghi sono 4 mura."
Entriamo in camera togliendoci finalmente le scarpe e sedendoci sul letto.
E:"E allora a cosa?"
F:"Sono i ricordi legati ai luoghi, e te lo sai, finto tonto. Prima del festival, il nostro terrazzo, le prime canzoni sotto le stelle con il freddo attaccato alle ossa e le mani screpolate. Poi lo show case a Casa Sanremo, ti ho ascoltato con ancora più attenzione, seduto davanti a te come se non fossi Fabrizio Moro, ma parte integrante del pubblico che stava lì per ascoltare la musica. E io ho ascoltato la tua, avendo la conferma che tu sei una delle mie poche scelte giuste. E stamattina ti ho ascoltato, sai...cantavi una canzone, e poi hai detto una frase."
E:"Il tuo sorriso...era per questo allora. Sei sempre la solita vecchia spiona"
Ridiamo e gli lancio un cuscino.
E:"Stavo guardando l'alba da solo, la stavo guardando come fosse l'ultima qui, non sapendo se oggi ne avrei avuto la possibilità. Nel frattempo cantavo una canzone scritta per Mengoni, ma dai niente di che"
"La ricordo. Ricordo l'ultima frase...
Ti vedo ad occhi chiusi
E sai perché
Fra miliardi di persone
Ad occhi chiusi hai scelto me.
E infine hai detto <<e vorrei fosse davvero così>> ho sentito bene vero cespugliè?"E:"Hai sentito bene..."
Silenzio. A volte il silenzio fa un rumore assordante, è quel rumore delle parole non dette, quelle che il tuo cuore vorrebbe urlare a squarciagola ma la paura ti ferma. Solo che a volte non serve parlare. Nell'inaspettato non c'è razionale, c'è chimica, ci sono odori, sensazioni, distanze che si accorciano, musi che diventano sorrisi...e allora non occorre più spiegazione. Ci baciamo di nuovo, nella stessa camera. Di nuovo felici, con la nostalgia dimenticata, con il "vivi oggi". Pendevo dalle sue labbra che mi erano mancate come se nella mia vita ci fossero sempre state. C'è passione, c'è il dimenticare il passato come se non ci fosse mai appartenuto e fossimo stati sempre noi, senza nessun senso di colpa, solo accettazione che in amore non c'è nulla di sbagliato. Amore?
Ci fermiamo quando capiamo che il nostro corpo stava già richiedendo altro, e forse non era ancora il momento. Avevamo qualcosa da guardare, stavolta insieme.
Cominciava ad albeggiare e oggi il sole meritava di vederci felici del suo sorgere, mentre stavamo abbracciati sul balcone dinnanzi alla bellezza della natura.E:"Io mi ricorderó di te
Tra le luci dell'alba..."Insieme:"Di ogni abbraccio
Per strada mi riporterà da te
Perché in fondo sai
Stavamo bene
Dimmi se c'è
Una buona ragione
Per correre ancora
Senza di te"-"Non sarà senza".
E:"Che cosa mi hai fatto, Fabbrì."
Un ultimo bacio, prima di lasciare la stanza e tornare per poco tempo a mostrarci solo come i vincitori del festival di Sanremo.
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Sono anni che ti aspetto ~ Metamoro
FanfictionLa storia di due uomini, Fabrizio ed Ermal, due mondi diversamente simili che si ritrovano legati da un filo invisibile che un giorno, li porta a guardarsi negli occhi e comunicare con la musica, parole...e amore. Inaspettatamente. (È un excursus da...