Parte 38 - Fabrizio

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30 maggio.

Forse la vita è fatta di imprevisti, difficoltà, lotte. Forse le cose facili non sono destinate a noi, forse per capire la felicità devi anche patire, ma patire deriva da pathos, passione, quindi qualsiasi cosa ti smuova può diventare bella. Anche qualsiasi cosa smuova le lacrime. La mia mano è ancora accanto ad Ermal, e non potrebbe essere altrimenti. Da quando c'è lui nella mia vita ogni cosa in realtà è stata mossa dal suo posto originario, ma se il casino fosse l'ordine che non avevo finora trovato ... in tutti questi anni? Sto tornando a scrivere, ogni cosa mi dà l'ispirazione che mi mancava, credo sia questo l'amore che non gli ho ancora detto, ma l'amore che gli ho dato, perché a volte le parole sono superflue.
Oggi gli farò una sorpresa alla partita del cuore. Stamattina sarò a Il messaggero, lui non ha idea che prenderò il treno per Genova e troverà me e Libero lì. Libero sa e lo adora, lo guardiamo sempre insieme il sabato sera, ed è già abbastanza grande da aver capito tante cose senza spiegazioni. E poi conoscerà Totti, e penso che sia il regalo più grande che gli possa fare. Eccolo su whatsapp

E: "Ma come cazzo devo giocare contro Totti, l'anno scorso sono finito sulla sedia a rotelle"

"Oh cespugliè non stai giocando ai mondiali, tanto lo sappiamo già tutti che sei negato"

"Grazie eh. Giocherò ad evitare la palla allora. Neanche mi supporti"

"Ti sopporto, che è già tanto". Asfaltato

In realtà mi preparo ad andare alla stazione, zaino in spalla, mano di mio figlio e si va. La bellezza delle sorprese è il volto di chi ti sta davanti. La mia presenza era stata annunciata un mese fa, ma in seguito non si è saputo più nulla. Io non gioco ovviamente, perché devo godermi lo spettacolo comico.
Arriviamo nel tardo pomeriggio a Genova, prendo il taxi e mi dirigo verso lo stadio. Saluto l'organizzatore ed entro, mentre fuori dagli spogliatoi c'è Ermal di spalle e faccio silenzio mentre aspetto che si giri.

"Vediamo oggi cosa mi devo romp" si gira verso di me e si blocca.
Non so se in quel momento ridessero più i suoi occhi o la sua bocca, rimane sorpreso fino a che corre ad abbracciarmi. Dopo prende in braccio Libero.

E:"ciao campione, come stai? Ora ti porto a conoscere Totti, sei contento?"

L:"Siii"

Sorridevano insieme e questo è il momento più bello che abbia vissuto negli ultimi anni, dopo tutti i nostri problemi. Andava tutto bene. Pace.

E: "ma tu che cosa ci fai qui?" Mi chiede

F: "Dovevo far conoscere Totti a ..."

E: "O volevi vedere me?"

F: "Vai a cambiarti và"

Io resto negli spogliatoi mentre tutti si preparano, fino a che lascio Libero a Francesco, le sue mani sulle sue minute spalle e la felicità dipinta sul suo volto. Poco più indietro, Ermal che mi dà una pacca sulla pancia. I miei uomini.
Cosa volere di più?

Inizia la partita, mi metto a bordo campo a seguirla con mio figlio, in attesa che cespuglietto finisca di giocare. In realtà non ha mai iniziato, dato che sta scappando dalla palla. Avrà confuso il calcio con palla avvelenata, ma mi fa troppo ridere, non posso farci nulla. E vorrei correre da lui.
Finalmente vedo che ha "finito" e fa una breve intervista. Decido di interromperlo a sorpresa, oggi doppia:

E: "Poi c'è Totti e Cassano, faccio la telecronaca..."

"E non solo perché guarda chi c'è"

Lo abbraccio da dietro, spingendolo un po'.

F: "Ha corso mezz'ora, per mezz'ora non ha toccato un pallone ragazzi, io direi che è stato scandaloso"

E: "Senti l'intervista la sta facendo a me, levate"

Non sono riuscito a trattenermi, nonostante fosse sudato, l'ho baciato sulla guancia davanti milioni di persone. L'ho fatto davvero.

"Sono amici, si scherza". Eh, sapessi.

Andiamo di nuovo in panchina, Libero davanti a me mentre Ermal da dietro ricambia il bacio in guancia frettolosamente. Non ci vedevamo da un bel po', e non ce la facevamo più a restare lontani.

F: "Libero entriamo?"

L: "No io voglio vedere ancora la partita"

F: "un attimo, così accompagniamo Ermal dentro"

"Fabbrì ci bado io al bambino", dice uno degli organizzatori, mio amico fidato.

Entriamo, in cerca di un posto dove poterci nascondere. Fortunatamente conoscevo bene lo stadio, e facciamo l'amore nella prima stanza trovata aperta, mentre sentiamo chiamare i nostri nomi senza che rispondessimo, senza aver più paura.

"Ermal ma devi andare, la partita è finita e manchi solo tu"

E: "Ma che ne frega Fabbrì".
Finalmente. L'Ermal che cercavo.

Sono anni che ti aspetto ~ MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora