Parte 24 - Ermal

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3 Marzo.

Oggi mi aspetta l'instore a Reggio Emilia, e so che anche Fabrizio ha un instore qui vicino. Non ci sentiamo da una settimana ormai, lui non mi ha più risposto e anche se ho trovato la sua chiamata due giorni dopo ho finto di non farci caso. Non mi va che qualcuno mi cerchi solo in seguito a qualcosa che faccio io, e non è una paranoia. Capisco tutto, capisco le distanze e gli impegni di entrambi, ma il modo si trova, o perlomeno lo si cerca. E pensare che avevo progettato di fargli una sorpresa oggi...che coglione. Come se gli potesse far piacere. Il mio più grande problema è che rimango ancorato al passato anche se fingo sempre che non sia così, guardo indietro ai baci sentiti, ma non ricordo più il suo odore e forse è meglio così. Probabilmente per lui sono stati solo momenti, solo impeti di diverso genere senza sentimenti. Probabilmente abbiamo uno stile di vita completamente diverso non coinciliabile, come i diversi modi di vedere e vivere le cose e probabilmente ok, ho un carattere di merda che non lascia passare e scappo, mi lego al dito ogni piccolo errore e...ma no che dico, stavolta io non c'entro. Io sono questo.

Arrivo al c.c "I petali", indosso una maglia bianca, un giubbotto di pelle nera e metto un bracciale arcobaleno perchè in fondo sì...ribadisco che sono coglione e ciò che ho dentro non cambia. Ho sempre difeso quei colori ma oggi lo faccio in un modo diverso, prima dall'esterno, in nome di uguaglianza e rispetto per qualsiasi forma di amore, ma era tutto molto teorico...oggi invece ci sto dentro con il cuore, con la testa e con le occhiaie che specchiandomi nell'ascensore del centro commerciale noto più marcate del solito. D'altronde stanotte, chi cazzo ha dormito. Trovo almeno mille persone ad aspettarmi e penso che non devo pensare. Devo farmi forza, sorridere e donarmi. Indossa questa maschera Ermal, è a fin di bene.

Nel bel mezzo dell'instore mi chiedono di cantare "non mi avete fatto niente". E penso di nuovo:"cazzo ma proprio oggi". Sempre un tempismo perfetto. Sento che mi sta per cadere per pochi secondi la mia maschera ma la riattacco, forse un po' maluccio.

"Al Cairo non lo sanno che ore sono adesso

il sole sulla Rambla oggi non è lo stesso [...]

A Nizza il mare è rosso di fuochi e di vergogna

Di gente sull'asfalto e sangue nella fogna"

E niente, per la prima volta dovevo continuare io da solo, quasi sperando che da un momento all'altro arrivasse Fabrizio a continuare la sua parte. Ingoio l'ennesimo rospo e vado avanti. "The show must go on". Finisco, continuo a far foto e sorridere come nulla fosse ma meglio che non mi riveda nelle foto, dato che i miei occhi non sanno mentire. Ore 20, finisco tutto e dopo aver mangiato una piadina torno in hotel. Apro la porta e...

"Fabrizio". Mi ammutolisco non capendo se sono impazzito e quella visione era frutto della mia immaginazione o un'inaspettata realtà, finchè non parla lui.

F:"Ermal. Non ce la facevo più a non sentirti e quindi...eccomi qui"

"Bè tu non mi hai risposto più".

F:"Non dì cazzate. Io non ho risposto perchè ero con i miei figli ed Anita aveva nascosto il mio telefono, non appena l'ho trovato dopo un giorno intero ti ho chiamato e non mi hai risposto tu"

"Potevi cercarmi altrove, un modo lo si trova sempre. Non ti ho risposto perchè non potevo"

F:"Certo. O non volevi perchè sei troppo permaloso e chissà che film t'eri fatto...a cespugliè ti conosco, lo so che sei pesante"

"Pesante IO, ma stai scherzand" mi lancia un cuscino non facendomi continuare la frase e io ricambio, finendo a lottare come i bambini. Smettiamo e ritorniamo seri, seduti sul letto

F:"Secondo te perchè sono qui? È da giorni che progetto questa sorpresa, certo mi aspettavo un'accoglienza diversa" ridiamo.

"In realtà prima di questa settimana avevo pensato la stessa cosa...ma poi"

F:"Ma poi sei permaloso". Mi prende i capelli e mi bacia di nuovo, posso sentire di nuovo odori e sapori senza cercare di immaginarli, lui è qui e non farò di nuovo il cretino. Non c'è nessuno a fermarci, ma soprattutto non c'è niente. Ci fermiamo solo per riprendere fiato e come le altre volte, sentiamo che il nostro corpo chiede altro, ma forse stavolta è tempo di accontentarlo. Ci togliamo tutto, ma abbiamo ancora addosso la paura. Sudiamo e tremiamo, perché ogni cosa nuova spaventa, specialmente se folle come questa. Ma forse a volte basta guardarsi negli occhi, pochi secondi, e vedere che la voglia e le emozioni sono più forti, per spogliarci anche del timore. E finiamo per fare l'amore.

Finalmente aprendo gli occhi ho accanto lui e il suo petto a contatto con il mio, posso sentire il suo respiro e penso che vorrei scriverci tante canzoni. Due voci si possono mischiare trovando la stessa armonia, ma anche due cuori, con lo stesso battito. Un ultimo bacio prima di lasciarlo andare via.

5 marzo.
Ho qualche giorno libero e stavolta è toccato a me. Avevo qualcosa da farmi perdonare. Ho fatto una sorpresa a Fabrizio andandolo a trovare a Brescia. Inutile dire che finiamo di nuovo per fare l'amore, consapevoli che prima della cartolina a Lisbona non ci saremmo potuti più vedere. Poi Fabrizio si addormenta, dolcemente, erano le 21.15 e non avevamo neanche mangiato. Lo aspetto comunque, nel frattempo cazzeggio su Twitter. Una ragazza mi scrive "vai che ti si raffredda la pizza", girandomi, non ho potuto fare a meno di rispondere.

"La mia pizza è sempre calda".

Altro tweet di trash italiano:

"Dai Ermal, pensiamo alle cose importanti: come va con Fabrizio Moro? 🌈"
Per una volta non penso alle conseguenze di nulla, mi giro di nuovo verso di lui, sorrido e mi limito a dire la verità, che tutti prenderanno come un semplice stare allo scherzo:

"In love".

Sono anni che ti aspetto ~ MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora