Finalmente su quel palco, di nuovo. Chiamo subito Giada che era a casa con i bambini per dirle di passarmi Anita, gliel'avevo promesso.
-"Allora come sono andato?"
A :"Bene papà, ma perché Ermal Meta era così sudato?"
Scoppio a ridere mentre tutti si voltano e cerco subito un po' di contegno. Stacco al telefono con la mia piccola e penso che, cazzo, stasera ho dato il mio meglio. Il meglio del mio lato peggiore. Ho cantato con tutta la rabbia in corpo, quel "non mi avete fatto niente" l'ho urlato alla gente, l'ho urlato al mio passato, a chi nella vita si divertiva a mettermi i bastoni tra le ruote, alla gente, ai giornalisti e a coloro che non hanno creduto alla mia buona fede. Alla nostra. Mi sentivo tremendamente in colpa per Ermal e responsabile del suo dolore ed era una sensazione che non riuscivo a togliermi di dosso. Un buio addosso, un buio dentro. Oggi vedo la luce, oggi senza Ermal sarebbe andata una merda, ha calmato la mia rabbia con un abbraccio incurante delle telecamere, come lo era la mia mano sulla sua. Ma non ci dovevo pensare, era meglio dimenticare, per adesso. Anche se quando lo vedo lì in camerino a braccia aperte e con quel sorriso, la mia razionalità va a farsi fottere. E affondo tra le sua braccia. Resistiamo. Resistiamo anche quando in hotel ci dirigiamo verso le camere.
E: "stanotte riuscirai a dormire senza me?"
-"Senza te che vomiti? Penso di sì"
E: "Te che oggi hai pisciato 5 volte prima di esibirci è normale invece" ridiamo di nuovo.
"Allora buonanotte"-"Buonanotte. Oggi va tutto bene, ma se dovessi avere bisogno..."
Mi metto a letto sentendomi estraneo a quelle lenzuola che per soli due giorni mi hanno abbandonato, ormai lui è la mia casa, e penso che avrei voluto davvero che schiacciasse quel tasto della chiamata con qualsiasi pretesto, ma non l'ha fatto. D'altronde, lo avevo chiesto io. "Che rimanga qui, in questa stanza."
Prendo sonno per la stanchezza emotiva. L'indomani mattina ci aspettano una serie di interviste, tra cui quella a Rai radio 2. Siamo stanchi ma sereni, finalmente possiamo scherzarci su, usare l'ironia anche per lanciare velate frecciatine a coloro che hanno approfittato della situazione alle nostre spalle. Quando ascolto Ermal muoio dal ridere e mi accorgo di quanto mi abbia cambiato la sua presenza. Ad un certo punto, mentre lo guardo, esattamente come fossimo soli io e lui, bacio ironicamente accanto il suo orecchio e solo dopo mi rendo conto che non so di cosa stessimo parlando ma dagli sguardi attorno se ne sono accorti tutti. Imbarazzante.
Il pomeriggio eravamo a "la vita in diretta" e anche lì stessa situazione. Erm che spiega il nostro abbraccio in diretta" lui è mio fratello, io lo difendo e quindi lo abbraccio". Sapevamo di non essere fratelli, è quello che volevamo credere e far credere ma ad esclusione di quella parola mi giro sorridendogli e accarezzandogli i capelli...mi mancavano.Tra poco duetteremo sul palco con Simone Cristicchi. Prepariamo il tutto in una sola ora, Simone leggerà la lettera da cui è nata "non mi avete fatto niente" scritta dal padre a cui erano morti moglie e figli nella tragedia del Bataclan. Saliamo sul palco e ascoltiamo quelle parole pronunciate dinnanzi a migliaia di persone. Sentirle mi mette i brividi più di leggerle, immagino tutto da padre, quel padre che si ritrova privato delle sue ragioni di vita ma continua davvero senza paura. Mi commuovo e con un'occhiata vedo che anche Ermal era messo allo stesso modo. Bene, avremo la voce nasale di Ramazzotti stasera. L'esibizione termina ed è stato tutto perfetto. Spero che la felicità di questi momenti non vada davvero via. Termina anche questa, è la penultima notte ed Ermal precede i miei pensieri
E:"andiamo sul terrazzo? Il nostro solito terrazzo?"
-"Andiamo. Ti aspetto, prendi la chitarra."
Saliamo su e tra le stelle e una vista speciale, suoniamo il nostro mondo. Vorrei che questa notte durasse per sempre, mi giro e senza dire niente suoniamo entrambi
"Che se ti guardo
Io non ci credo
Che da domani
sarà tutto cambiato
E non ci vedremo più
Quando in fondo
L'eternità per me sei tu."Poggio la mia testa sulla sua spalla. Vorrei che la mia vita fosse oggi, per sempre, così vera.
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Sono anni che ti aspetto ~ Metamoro
FanficLa storia di due uomini, Fabrizio ed Ermal, due mondi diversamente simili che si ritrovano legati da un filo invisibile che un giorno, li porta a guardarsi negli occhi e comunicare con la musica, parole...e amore. Inaspettatamente. (È un excursus da...