Parte 7 - Fabrizio

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Non sono riuscito più ad entrare nella camera di Anita se non quando ci fosse lei, entravo per cantarle una canzone al posto delle favole. Quella era la mia buonanotte. Da quando è nata "non mi avete fatto niente" lì tra quelle mura, oggi hanno un suono diverso che mi fa quasi paura. Penso e ripenso ad Ermal seduto su quel letto sfatto, all'armonia naturale che si era creata, a un'intesa istantanea mai provata, alle nostre chitarre scordate e alle anime che suonavano con loro. E mentre penso, sento il bisogno di scrivergli un messaggio...come una lettera che forse non leggerà mai e rimarrà solamente tra le note del mio cellulare:
Ciao Ermal,
Ho deciso di rientrare nella stanza di Anita, quando tutte tace e non c'è la sua voce a colmare i vuoti. Vuoti che adesso sento di più. Ricordo la prima volta che ci siamo visti: in due minuti mi sono riconosciuto nei tuoi occhi, ho visto me non solo come riflesso ma nel vissuto. Fin da allora mi avevi lasciato una strana sensazione addosso che niente mi aveva mai lavato via, dopo ho deciso di sceglierti, di mandare a fanculo anche quella terza persona perché eravamo necessari solo io e te. È passata una settimana dal nostro incontro, quelle di due anime destinate o che si cercavano senza trovarsi e tu non lo sai, ma sono anni che ti aspetto e ho trovato la mia persona. Non so in quale senso, ma è qualcosa di diverso, destabilizzante, che mi riempie di emozioni e mi svuota di certezze. Se nei tuoi occhi leggo bene, è lo stesso, ma è tutto così complicato. È complicato non saper dare un nome a una sensazione. So che è cuore e stomaco e anche testa...matta. E mi sento un coglione a 42 anni a scrivere un messaggio che rimarrà tra le note e che sicuramente non ti invierò mai, come l'adolescente che non era più riemerso. È un bene? Non lo so. So che sei tu e non c'è nient'altra spiegazione".
Chiudo e metto la password delle note, nessuno la leggerà mai, neanche lui. Non ora. Rimarrà qui e magari chissà, un giorno ci scriverò una canzone.
Nel frattempo sento suonare il telefono. È il mio agente.

"Pronto?"

"Fabrì, Claudio Baglioni vuole sentire la vostra canzone e invitare te ed Ermal a Sanremo. Ti rendi conto??"

Mi blocco. Stacco. Sanremo, io ed Ermal. La nostra canzone. Nel frattempo, una notifica su whatsapp, è lui.
"Fabbrì...il destino esiste ed è quello che ci siamo creati. Andiamo".

Sono anni che ti aspetto ~ MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora