Se c'è una parola che nella vita non avrei mai potuto sopportare è proprio questa: plagio. Mentre Ermal comincia a guardare le notizie che corrono veloci, io stringo i pugni e conto fino a 10 prima di scoppiare. Ho sempre odiato contare, ho sempre odiato la matematica, non contavo neanche giocando a nascondino ma in questo caso avevo bisogno di contare, prima di scaraventare ogni cosa trovata sotto gli occhi per aria. Scopriamo che Laffranchi nel mezzo del nulla, tira fuori il cellulare perché era già arrivata "la notizia", a lui come ad altri e fatto ascoltare in diretta "Silenzio" senza sapere un cazzo della genesi del brano, senza sapere che era stata scritta da Andrea, e che "non mi avete fatto niente" risultava firmata anche da lui, che tutti erano a conoscenza di quel ritornello in comune e ci avevano assicurato che fosse tutto regolare. La notte passava tra chiamate, chiarimenti, paura. Vedo Ermal pallido, gli prendo il cellulare.
"Basta leggere, ti fa solo male. Vai in stanza e riposa, anche se non chiuderai occhio. Non leggere le parole di chi non sa un cazzo. Andiamo"
Ermal non dice una parola. Entra come uno zombie nella sua camera ed io nella mia. Mi butto come al solito sul letto e piango. Dovevo buttare tutto via da solo, non dovevo farmi vedere da nessuno così, la rabbia mi attraversava le vene perché l'ingiustizia esiste quando hai la coscienza pulita. Io che non sono stato preso a Sanremo con "sono solo parole" e l'ho regalata a Noemi che con la stessa canzone è stata selezionata. Io le parole le perdo. Penso ai sensi di colpa per Ermal, oggi senza di me non si troverebbe in stato cadaverico zitto e con lo sguardo perso. Devo muovermi e andare nella sua stanza ma non mi apre. Mi faccio dare la doppia chiave alla hall...era un'emergenza. Apro e lo trovo pallido steso sul letto e la mia paura prevaleva sulla rabbia.
"Ermal che stai a fà? Oh rispondimi". Niente. Ad un certo punto si alza
E:"Devo vomitare" si alza e corre in bagno. Io lo seguo, sapevo cosa fare. Gli tengo il cespuglietto di capelli portando i ciuffi che gli coprivano l'occhio destro all'indietro, mentre lui vomita l'ennesima delusione. Trattengo le lacrime perché dovevo essere più forte.
E:"Sto meglio grazie Fabbrì. Puoi andare"
"Io non vado da nessuna parte. Resto qui tutta la notte"
E: "Oggi non mi oppongo. Mi aiuti ad alzarmi? Ho la pressione bassa, non riesco"
Lo porto a letto coricandomi affianco a lui. Lui dorme solo per la stanchezza, io resto altre ore a rimuginare a tu per tu con i miei sensi di colpa senza motivazioni, ma guardavo lui e non potevo che ritenermi responsabile di quell'idea. Se avessi potuto evitargli un solo minuto di dolore nella vita e regalargliene mille di sorrisi lo avrei fatto. Ma oggi sono già 120 di lacrime. Gli tengo la mano, perche ne avevo bisogno anche io. Chiudo gli occhi e dopo un'ora e mezza ero già sveglio. Trovo Ermal con il suo pigiama azzurro fumare affacciato alla finestra, mi alzo e ci abbracciamo. Gli sussurro
"Andrà tutto bene, te lo prometto. Finché nel cuore hai la verità, nessuno potrà mai togliertela. Le persone intelligenti capiranno."
Scendiamo, ci aspettava la conferenza stampa. Ermal era riuscito a mantenere una calma apparente, io un po' meno. "Noi scriviamo canzoni, anche per altri". Spieghiamo com'è nata la canzone, che si trattava di farina del nostro sacco, che i cantanti di "Silenzio" sapevano già tutto, che si trattava di un ritornello di cui non volevamo sprecare la bellezza in accordo con lo stesso autore, che la frase era la stessa di un padre e marito coinvolto nella strage del Bataclan. Vedo solo tante sagome scrivere le nostre parole per fare notizia, senza guardare oltre i personaggi. Sanremo è anche questo. Usciamo dalla conferenza ed Ermal si riprende.
E:"Fabbrì, documentiamoci anche noi. Leggiamo tutto il regolamento e i casi passati, a costo di impiegare ore"
Il pomeriggio passa così, nel frattempo comunicano che la canzone era momentaneamente sospesa dalla gara per fare ulteriori valutazioni. Il regolamento ci dá ragione, cazzo lo sapevo. E ovviamente il nostro non è il primo caso.
Decidiamo di non stare zitti, tocca a noi dire la verità a chi ci segue, non ai giornali.
Postiamo il selfie del giorno prima in cui eravamo ancora felici di diffondere questo messaggio, la bellezza di chi vive il presente con ottimismo, per una volta.Ciao ragazzi,
Credo sia ora di parlare.
Abbiamo sentito parlare di plagio nei confronti della nostra canzone di Sanremo. Il punto della discordia è una canzone scritta da Andrea Febo (mio collaboratore storico) che venne presentata nelle Selezioni di Sanremo giovani di 3 anni fa, venne scartata e MAI commercializzata. Ermal, io e Andrea abbiamo mantenuto una parte di quella canzone per non sacrificare qualcosa di bello (cosa che abbiamo raccontato in più interviste, se non in tutte) e tutti e tre insieme, abbiamo scritto una NUOVA canzone con un significato completamente diverso.
Plagiare significa copiare, ma è ASSURDAMENTE RIDICOLO considerando che Andrea Febo ha scritto con me e con Ermal "Non mi avete fatto niente".
Inoltre entrambi siamo autori da molti anni e abbiamo scritto molte canzoni contribuendo a diversi successi sia per noi stessi che per gli altri.
Quando abbiamo deciso di raccontare uno stato d'animo generale con questa canzone non lo abbiamo fatto per presentarci al Festival, ma per esprimere il nostro pensiero, la nostra rabbia, riguardo a certi avvenimenti che hanno condizionato in negativo, la vita di tutti noi in questi ultimi anni...Siamo molto dispiaciuti di quello che sta accadendo perché non siamo venuti al festival a prendere in giro la gente, ma per abbracciarla.
Siamo sicuri che tutto andrà per il meglio.... come sempre.
Vi abbraccioFabrizio
Non guardiamo neanche la gara quella sera. Restiamo insieme, mi piombo di nuovo in camera sua perché da solo non riesco a dormire, e per lui è lo stesso anche se tace. Insieme possiamo.
E:"l'amore della gente...quello è tutto qui. Se dovesse andare male, usciremo a testa alta. Lo vedo che non stai bene, ma qui la colpa non c'è."
"Ti prometto che non succederà. Guardami".
Ci guardiamo negli occhi e in quel momento il contorno non esiste, esistiamo solo noi. Ci avviciniamo di nuovo, con gli occhi lucidi.
Squilla il telefono.
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Sono anni che ti aspetto ~ Metamoro
FanficLa storia di due uomini, Fabrizio ed Ermal, due mondi diversamente simili che si ritrovano legati da un filo invisibile che un giorno, li porta a guardarsi negli occhi e comunicare con la musica, parole...e amore. Inaspettatamente. (È un excursus da...