Parte 5 - Fabrizio

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Mi affaccio alla finestra. Vedo una testa riccia uscire da un'auto nera parcheggiata qualche metro più indietro. Respiro profondamente per trattenere e cercare di non mostrare l'ansia, anche se so che sarà piuttosto complicato. Non so perché mi faccia quest'effetto...chissà come sarà, se si fermerà all'apparenza e gli sembrerò solo burbero, se non è come me lo aspetto, se i nostri caratteri e le nostre anime saranno compatibili. E se poi non funziona? Se la sua voce non si sposa bene con la mia? Magari litighiamo, magari è burbero lui, magari abbiamo semplicemente paura entrambi. Suona il campanello.

"Ciao Ermal, vieni entra pure, scusa il disordine ma mi sono trasferito da poco"

"Ammazza hai una casona"

"Forse troppo grande, dato che abito solo da un anno. A parte per i miei figli che vengono qui ogni weekend. A proposito, se non ti dispiace ci mettiamo nella stanza di Anita, che ormai è anche il mio studio in attesa di sistemare tutto" Cazzo, forse sto già parlando troppo.

"Io mi siedo nel letto che sto più comodo"

"Ma è sfatto, ti prendo una sedia"

"Ma no Fabrizio stai tranquillo, siediti. Oh è casa tua, te lo devo dire io?" Ridiamo entrambi stemperando la tensione.

"Allora, ti ho chiamato perché ho in progetto una cosa. In questi mesi ho ricevuto parecchi messaggi di ragazzi preoccupati di andare ai miei concerti. Ho deciso di scriverci una canzone che sia una danza di coraggio, ci ho provato da solo ma mi manca qualcosa, qualcuno. E ho pensato subito a te. Come ti dicevo c'è anche una terza persona che devo ancora contattare. Te che pensi?"

"Non ci crederai mai ma ci avevo pensato anche io. Ho ricevuto gli stessi messaggi e volevo nel mio piccolo fare qualcosa per quelle persone che nonostante la paura stanno sotto un palco per me. Per noi".

Cerco di trattenere il sorriso di chi ha la conferma che di fronte ha una persona che viaggia sulla stessa lunghezza d'onda. "C'è già un ritornello scritto con Andrea...Andrea Febo, te lo faccio ascoltare. Faceva parte di un brano, "Silenzio" presentato alle nuove proposte di Sanremo dell'anno scorso ma scartato. E non ci andava giù. Sprecare la bellezza sarebbe ingiusto. "Non mi avete fatto niente" è la frase di un padre che ha perso la moglie nella strage del Bataclan. E che nonostante tutto non si è piegato a un sentimento di odio e vendetta." Comincio a intonare con la mia chitarra scordata. Lui tace e ascolta.

"Grazie. Grazie per aver pensato a me. Voglio farlo. Sarà qualcosa di diverso, ma proviamoci. La bellezza non va mai sprecata"

Cominciamo a suonare e cantare senza regole, le parole venivano da sè, in un'armonia perfetta, mai avuta con nessuno nella mia vita. È tutto così naturale, incredibile che due caratteri apparentemente diversi si fondano così in questa canzone. O forse non solo qui. Lo guardavo suonare su quel letto sfatto mentre cantava "scambiamoci la pelle in fondo siamo umani", meravigliato da quella frase e da tutto ciò che due chitarre scordate in una stanza incasinata stavano facendo venire fuori. A volte avviene un incontro casuale di due anime che corrispondono senza averne percezione. Finiamo la canzone in un pomeriggio.

Non so cosa sta accadendo, ma sorridiamo felici, io senza pensarci mi alzo e lo abbraccio. Lui inizialmente spiazzato, dopo mi abbraccia più forte.

"Fabbrì". Mi chiama già così. Ci guardiamo e contemporaneamente diciamo la stessa frase "La facciamo solo noi."

Sono anni che ti aspetto ~ MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora