Island of Grey Wolves
West Side
Gale WorldCiò che a Kim era sempre sembrato sciocco nei romanzi fantastici era il frequente utilizzo del termine "Prescelto".
Per quale motivo avrebbe dovuto esistere una specifica persona, più degna di altri?
Al mondo c'erano molti uomini e molte donne meritevoli, stimabili: eppure, in queste storie magiche, ambientate in mondi nascosti e surreali, colui che era destinato a manifestare poteri o abilità particolari era il protagonista di turno, spesso il classico "bad boy" o la "brava ragazza" timida e impacciata.Kim si svegliò lentamente, mentre queste riflessioni lasciavano il posto allo sconcerto.
La prima sensazione che percepì fu la dolcezza della brezza fresca sulle braccia nude. La scosse un leggero brivido, mentre pian piano apriva gli occhi, inspirando profondamente l'aria impregnata di un profumo di gelsomini e croissant.Le palpebre assonnate faticavano a lasciar penetrare la forte luce di un limpido sole, alto nel cielo.
Cercò di stabilire il luogo in cui si trovava, il tempo che era passato, cosa era successo fino a quel momento. Nella sua testa la confusione più totale era come un tornado, e l'unico ricordo...nebbia. Un pomeriggio di gelo, una cioccolata calda, e poi una nebbia rarefatta, impalpabile ma densa al tempo stesso, fino ad inghiottire anche l'ultima ciocca di capelli di Eglantine.Si passò una mano sul viso e sospirò. Forse si era trattato di un semplice sogno. Si mise a sedere, tastando alla cieca il materasso soffice e un leggero lenzuolo ruvido. Finalmente riuscì a scacciare del tutto la sonnolenza, cominciando a guardarsi intorno con più attenzione.
Un leggero alito di aria tiepida si insinuava nella stanza attraverso una finestra socchiusa e il vetro lucido lasciava spazio al paesaggio alberato al di fuori. Sulla parete opposta era appeso un grande orologio a dondolo: il legno scuro spiccava grossolanamente sul delicato color rosa-pesca.
Sotto l'orologio una vecchia scrivania dalla linea ottocentesca graffiata in più punti, con due grandi cassettoni, uno dei quali era quasi del tutto aperto, e accanto una sedia vintage con un'imbottitura azzurrina consumata che originariamente doveva essere blu, e una piccola libreria.
Abbassò lo sguardo sul letto candido, le coperte stropicciate e accartocciate attorno al suo corpo. La parete frontale la lasciò senza parole, rivelando un'ampia vetrata luminosa, aperta su un piccolo terrazzo, facente da cornice alle montagne coperte di neve in lontananza, e al cielo sereno, di un celeste quasi accecante.D'istinto le sue labbra si piegarono in un sorriso, il suo volto si distese di fronte ad una giornata così trasparente e perfetta, tanto che per un istante si chiese se non fosse soltanto una visione, un sogno, o uno splendido quadro a grandezza naturale.
Alla sua destra, sul piccolo comodino laccato, un vassoio con una tazza di caffè fumante e un croissant dall'aspetto delizioso.
In quel momento, per assurdo, Kimberly non pensò nemmeno a cosa fosse quel posto; ogni cosa era così completa, così perfetta, che la sua mente sembrò dimenticare tutto il resto.Scalciò via le coperte e rivolse un'occhiata alle sue gambe, notando un paio di pantaloni neri e comodi che arrivavano fin sotto le ginocchia, e prese tra le dita la T-shirt leggera.
Afferrò piano il vassoio, sniffando il profumo di caffè, per poi divorare il croissant, ripieno di una deliziosa crema al pistacchio. Leccò anche l'ultimo granello di zucchero dalle proprie labbra, ma non toccò nemmeno la tazza ripiena del liquido scuro. Osservò soltanto i sottili serpenti di fumo che si attorcigliavano in una sorta di danza, mentre l'aroma intenso le pungeva il naso. Non aveva mai bevuto caffè: sua madre non le permetteva nemmeno di saggiarlo, sostenendo che fosse ancora troppo piccola. Tra qualche mese avrebbe compiuto quattordici anni, eppure la trattavano ancora come una bambina. Eglantine, invece, diceva di aver paura di diventare grande.
Lentamente, il suo cervello iniziò a ripercorrere gli eventi precedenti a questo risveglio, e allora si accese la lampadina. Fu come una scossa elettrica. Sussultò e i battiti del suo cuore accelerarono.
Il suo corpo fu pervaso da una scarica di energia. Si alzò all'improvviso, maledicendo il pavimento ghiacciato sui piedi scalzi. Si diresse senza esitazioni verso la vetrata, spalancando bruscamente la portafinestra, e una folata di vento la investì scompigliandole i capelli sciolti.
Socchiuse gli occhi, stringendosi nelle spalle, e sporgendosi sul grazioso poggiolo.
<<No...>> sussurrò con un filo di voce. <<No, non può essere. Forse sto ancor sognando. Oppure è successo qualcosa durante quella tempesta, forse non ricordo nulla...ma questa deve essere ancora la Terra...deve essere Pittsburgh. No, decisamente no...vedo solo alberi e montagne>>.I racconti della nonna, i paesaggi incontrastati, le quattro Isole, le case piccole ma luminose di cui le parlava, nemmeno una priva di terrazzo e grandi finestre...era tutto così tremendamente familiare. La nebbia. Più ci rimuginava e più le cose si facevano chiare.
<<Non può essere. Questo non ha senso>>.
Il suo cuore era un turbinio di emozioni differenti e la sensazione di non riuscire a comprendere quel che stava accadendo cominciò a divenire frustrante. Sbuffò con le mani tra i capelli, e rientrò nella camera, decisa a cercare Eglantine.<<Finalmente ti sei svegliata!>> risuonò una voce alle sue spalle, leggermente infantile.
Kimberly trasalì, voltandosi di scatto.
Due vivaci occhi viola la fissavano incuriositi. La zazzera di capelli bruni e scompigliati ricadeva con qualche ciocca sulla fronte corrugata, mentre le orecchie a sventola e il sorrisino vispo gli davano un aspetto bambinesco e sbarazzino.
Il ragazzino si posò sullo stipite della porta con nonchalance, infilando le mani nelle tasche dei jeans. Kim rimase paralizzata, mentre le cadeva la mascella e gli occhi socchiusi cercavano di inviare al cervello immagini più realistiche.<<Oh ehm...se te lo stai chiedendo i vestiti non sono miei, ma di mia sorella...beh, penso fosse evidente...già, che sciocco. Eri bagnata fradicia...Oh, è stata lei a metterteli! Beh, ovviamente...insomma sarebbe stato...imbarazzante...>> cominciò a blaterare lui, arrossendo terribilmente e grattandosi la nuca, per poi allungare il collo, dando un'occhiata al vassoio e dirigendosi goffamente verso il comodino.
<<Accidenti, si può sapere che ha che non va il mio caffè?>> borbottò scuotendo la testa, per poi prendere la tazza con espressione contrariata.Quando si accorse finalmente dello sguardo sconcertato di Kim, posò il caffè sulla scrivania, e le si avvicinò rapidamente porgendole la mano.
<<Scusa, non mi sono nemmeno presentato! Piacere, io sono Felix!>> annunciò con un sorriso ebete.***
<<Sai, ricordo bene un bambino della tua età>>.
<<Dici sul serio? E come si chiamava?>> esclamò Kim entusiasta, tamburellando le dita sulla pelosa pancia di un orso di peluche.
<<Felix. Il bambino più allegro che io abbia mai conosciuto, davvero. Non stava mai fermo quel lupacchiotto!>> rise, gesticolando buffamente.
<<Nonna, perché lo conoscevi?>>
<<Oh, è stato un incontro del tutto casuale, Kiki. Magari domani te lo racconto, ora devi dormire>> continuò la donna con un sorriso dolce.
<<Lo prometti?>>
<<Sì, lo prometto>> sussurrò ridendo piano e rimboccandole le coperte.
<<Nonna>> bisbigliò Kim, prima che ella si richiudesse la porta alle spalle.
<<Sì?>>
<<Me lo farai conoscere?>>
La nonna rise ancora, intenerita.
<<Lo conoscerai da te, Kiki>>.***
<<Felix>> biascicò Kim, con un filo di voce.
Il ragazzo le rivolse uno sguardo interrogativo, ma lei non smise di osservarlo con gli occhi sgranati.
<<Va...tutto bene?>> balbettò lui.
<<Tu sei Felix? Quel Felix?>> esclamò di nuovo Kimberly, con un sorriso.
<<Credo proprio di sì!>> rispose il ragazzino, scoppiando a ridere. <<Sei sicura di sentirti bene?>>
<<A meraviglia>> replicò, cercando di rendersi conto di quello che stava accadendo.
Ora sì che tutto aveva un senso.
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GALE (sospesa)
FantasyUna vecchia storia raccontata la sera per farli addormentare. Era davvero soltanto una leggenda? O qualcosa di più? Un avvertimento? Un inizio? Non tutto è ciò che sembra: Kim, Christian ed Eglantine dovranno fare i conti con un mondo brutale totalm...