Penelope

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«Full name: Penelope Kira Lee
Age: 13
Group: unknown
Mother: unknown
Father: unknown»
-Secret Dossier, "Gale Project"

Island of Hawks,
North Side,
Gale World

Avete presente quella cosa che vi terrorizza ma al tempo stesso vi rende felici? Sembrerebbe la definizione dell'amore, ma ciò a cui sto pensando non ha nulla a che fare con le relazioni.
Riguarda ciascun abitante in qualità di singola persona; riguarda me.

È una sensazione che non si può condividere: qui ognuno la stringe avidamente e gelosamente al proprio cuore. È una scarica di pura adrenalina, che ti avvolge, ti dà una sicurezza appagante e al tempo stesso inietta una buona dose di brividi; per pochi minuti percepisci quel vuoto allo stomaco e tutto il tuo corpo sembra scrollarsi di dosso macigni, demoni e ombre oscure.

Angosce e frustrazioni dei giorni precedenti restano ancorate a terra e sprofondano lentamente, sempre più in basso, quasi a voler tornare strisciando nei buchi da cui erano uscite, mentre i tuoi piedi si sollevano dolcemente e si allontanano da quella dimensione infernale.
È come abbandonare carne ed ossa: ti senti leggera e rapida e ti sembra di poter fare qualsiasi cosa.

Le ali si spiegano e, man mano che le chiome degli alberi rimpiccioliscono sotto lo sguardo, cresce quel senso di onnipotenza e forza e vitalità sprezzante. Il vento freddo smette di opporre resistenza, diventa quasi un compagno di giochi, ti sfida ad andare più veloce, ti scompiglia i capelli e ti schiaffeggia il viso. Il sangue ribolle nelle vene, il cuore palpita e pompa ossigeno, che sembra non bastare mai.
Ti senti invincibile. Voli e sei certo di poter toccare il cielo con un dito.

Poi arriva quella maledetta automobile, come l'uomo nero che si insinua nella tua camera e osa interrompere bruscamente i tuoi sogni. A Pondhouse si deve rinunciare a tutto.
Abbandonare gli elettrizzanti voli notturni, la dolce brezza dell'alba e le romantiche piroette al crepuscolo: al solo pensiero è come annegare e arrancare cercando di tornare a galla. I polmoni bruciano e strillano implorando per una boccata d'aria. I piedi pesano come due massi di piombo, il corpo sembra d'un tratto solo un manichino vuoto che non ti appartiene ma sei costretto a trascinare faticosamente.

Cammino avanti e indietro con le mani tremanti e ingoio un'altra volta le lacrime. L'auto mi attende come un mostro nero addormentato, di fronte alla piccola casa di legno.
Riempio i polmoni di aria salubre e cerco di raccogliere quanti più dettagli possibile. Vorrei poter rimpicciolire i monti e chiuderli in una scatola, per portarli con me a Sinkhole.
Non sono nata qui, ma ci sono cresciuta. Per anni, la mattina, appena sveglia, sono stata confortata dallo stesso, rassicurante panorama. Non amo i cambiamenti e questo più di tutti mi spaventa.
Pondhouse è come una zona fantasma di cui nessuno sa nulla. Le persone ci entrano, spariscono, non tornano più, o tornano cambiate.

<<È ora>>.
Non reagisco in alcun modo. Non vado nel panico, non vengo travolta dall'ansia o dalla paura.
Mi sembra di precipitare vorticosamente nel buio per pochi secondi, poi nuotare in acque torbide, inconsapevole di ciò che potrebbe accadere, mentre il tempo rallenta ancora e, di contro, i battiti del mio cuore accelerano; infine, dopo minuti che sembrano infiniti, precipito ancora, in caduta libera, senza appigli.
È un'angoscia continua, una lieve inquietudine che mi tortura da ore.

Edith posa le mani sulle mie spalle per infondermi coraggio e mi dà una piccola spinta. Indossa una di quelle sue ampie gonne a pois e i capelli scuri sono raccolti in un morbido chignon.

<<Quando potremo rivederci?>>
La domanda mi sfugge dalle labbra in un sussurro, quasi d'istinto, nonostante una parte di me sia consapevole della risposta. Edith continua a camminare, ma percepisco il suo corpo irrigidirsi. Esita qualche secondo. Sta sicuramente cercando di formulare la frase giusta, ben infiocchettata e servita su un piatto d'argento: una di quelle risposte che non lasciano possibilità di controbattere.
<<Certamente non nell'immediato. Ma tu prova a non pensarci e concentrati su questa opportunità...Ti prometto che verrò a trovarti, quando meno te lo aspetti!>>
Mi sforzo di sorridere: sa bene che detesto le sorprese.

GALE (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora