Capitolo XVII - Tutti i nodi vengono al pettine

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Pondhouse
Sinkhole Island
Gale World

<<E se ci stessero aspettando qui fuori?>>
<<È l'alba ormai. Sono costretti a tornare a Phantoms Fortress. Il loro corpo non resiste alla luce>> borbottò Nolan. <<A meno che alcuni Vacanti non si siano stabiliti qui a fare da guardia nel caso in cui venissimo allo scoperto. Forse è meglio andarsene...e in fretta>>.
<<E tutti gli altri Peculiari della Casa? Non possiamo abbandonarli così!>>
<<Se gli Spettri Vacanti avessero voluto ucciderli o catturarli lo avrebbero già fatto, Kim, ormai conosco il loro modo di agire. Non ho idea del perché, ma sono interessati soltanto all'esercito e quindi anche a te, in quanto loro Libellula>>.

Quel "a te" la fece rabbrividire. Si strinse nelle spalle, voltandosi verso Chris ed Eglantine, che se ne stavano immobili, le labbra serrate.

Nolan aprì il pesante portone, tentando di fare il minor rumore possibile. Lo spinsero tutti e quattro, aiutandosi a vicenda, sperando ardentemente che quei mostri non avessero udito i cigolii cupi e il ruggito della superficie compatta contro il pavimento. Sgusciarono fuori uno alla volta, ritrovandosi sommersi nel primo albore mattutino.
Kim non aveva mai sentito un silenzio così limpido e sereno. Tutto intorno c'erano soltanto gli alberi e i cespugli semi-spogli.
Arrivarono di fronte all'imponente cancello a due battenti. Felix, il primo giorno, era stato capace di aprirlo armeggiando con qualche oggetto appuntito nel buco della grossa serratura, chiusa a chiave. Nolan storse la bocca da un lato e si accigliò: non sapeva come fare.

<<Ci serve Christian>> affermò Eglantine.
<<Cosa?>> Kim le rivolse un'occhiata spaesata: non aveva fatto caso a ciò che era successo poco prima, perché era stata troppo occupata a non soffocare tra le mani di quello Spettro.
<<Christian ti ha salvato la vita. Ha manifestato la sua dote, anche se non mi è proprio chiaro in che cosa consista...>> rispose, voltandosi verso il ragazzo, come per chiedergli aiuto.
Lui sembrava non aver nemmeno prestato attenzione alla conversazione, infatti si guardava intorno distrattamente.
<<Ehm...Aidan>> esclamò allora Eglantine, sgranando gli occhi turchesi e facendolo sussultare.
<<Che c'è?>> brontolò lui scocciato. Sembrava confuso e si strofinava ripetutamente la fronte.

Kim percepì un nodo alla gola, rimuginando su ciò che le aveva detto Nolan: "Nessuno è più lo stesso dopo la dote. Qualche volta persino il tuo stesso nome diventa qualcosa di estraneo e lontano. Arriverà un giorno in cui quasi non sentirai più di appartenergli."

<<Come hai fatto ad uccidere quello Spettro?>> ribadì l'amica.
<<Credo...non so, è successo molto in fretta, non ricordo bene...credo di aver prima aumentato la temperatura del suo corpo o qualcosa del genere...poi sono uscite le fiamme e lo hanno ucciso>> mugolò Chris, stropicciandosi gli occhi arrossati.
<<Pensi di riuscire a creare un buco tra le sbarre, in modo da farci uscire?>>
Nolan alzò un sopracciglio bruno, seminascosto dal cappuccio, indicando il cancello.

Christian sospirò, ma non aprì bocca, ignorando la domanda. Non sapeva come comportarsi, non ci capiva più nulla. Si lasciò cadere a terra con atteggiamento infantile. Rimase così un paio di secondi, le spalle curve, l'espressione corrucciata. Cominciò a scuotere la testa: quel calore che aveva percepito nel petto sembrava essersi estinto. Fece un respiro, un altro ancora e svuotò la mente.

Gli occhi di Nolan, fino a quel momento imperturbabili, cominciarono a mandare scintille da tutte le parti: stava quasi per urlargli in faccia di sbrigarsi, quando si accorse che una parte della solida inferriata si stava lentamente sciogliendo, quasi come un pezzo di burro dimenticato sotto il sole. Le sbarre diventavano incandescenti, di un color rosso fuoco acceso, poi iniziavano a curvarsi, ad ammollirsi, fino a colare sul terreno umidiccio, generando qualche spirale di fumo.
Eglantine percepì il calore del materiale sciolto vicino ai suoi piedi e si allontanò di colpo, con un balzo all'indietro.

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