Capitolo V - Vite spezzate tra mondi paralleli

81 11 13
                                    

Pondhouse
Sinkhole Island
Gale World

L'erba umida aveva concesso loro un atterraggio più morbido, anche se comunque doloroso.
Il portale era sparito sopra le loro teste, rimpicciolendosi sempre di più, fino a dissolversi in un baleno. Non vi era traccia di Leah.

Kim aiutò Eglantine ad alzarsi da terra, mentre Christian e Felix già scrutavano il prato tutto intorno, cercando una chioma bionda, un segno, un indizio che permettesse loro di capire che la ragazzina era arrivata come aveva promesso.

<<Dove...dov'è finita tua sorella?>> mormorò Chris, voltandosi a destra e a sinistra, guardando il cielo grigio, e poi i rari cespugli.
<<Non ne ho idea>> ammise Felix, facendo lo stesso, con espressione preoccupata. <<È testarda, capricciosa...ma non stupida. Se i nostri genitori scoprono che non è qui, saranno guai>>.

Erano circondati da un enorme cortile, interrotto da altissimi e folti alberi che lo ombreggiavano in gran parte, e si muovevano paurosamente, scossi da un vento sferzante, i rami simili a lunghe e nodose braccia di danzatori solitari e malinconici, guardiani e protettori di quella vecchia, grandissima casa. Gli ultimi, deboli e sbiaditi raggi di sole furono coperti da spessi nuvoloni grigi, che contribuivano a rendere l'atmosfera ancora più mesta e angosciante.

<<Pondhouse...>> sussurrò Kim, e le sue parole si persero in un eco, trasportato dalla corrente.
Sua nonna le aveva sempre detto che aveva qualcosa di magico. Infondeva una sensazione di inquietudine, rispetto, maestosità. La ragazzina avvertì un'emozione strana esploderle nel petto, calda, antica, come emersa da un lontano passato.

In qualche modo ognuno di loro, anche solo per un secondo, sentì di appartenere a quella casa, a quel giardino, a quel cielo cupo, a quell'aria profumata di pioggia, di temporale estivo, a quelle mura ammuffite, coperte di piante rampicanti, a quei cancelli arrugginiti, a quei piccoli stagni verdi, tappezzati di rosee ninfee.
Ognuno di loro, nonostante si ostinasse a non cedere, a rimanere fedele al razionalismo, comprese di averne bramato la vista sin dall'infanzia, durante la sera, "l'ora della storia".

<<Non credevo che me la sarei mai ritrovata davanti>> bofonchiò Eglantine.
I suoi occhi erano lucidi, coperti da uno strato vitreo, come quando si emozionava e pareva che quelle iridi turchesi non riuscissero a contenere tutta la paura, l'angoscia, lo stupore o la gioia.

Felix le si avvicinò, stringendosi nelle spalle.
<<C'è una prima volta per tutti...>> mormorò, incastrando gli occhi color lavanda in quelli di Eglantine e rivolgendole un timido sorriso, misto ad uno strano sguardo preoccupato.
Il ragazzino ripensava alle parole della sorella, rifletteva su quella discussione, sul perché non fosse uscita dal portale assieme a loro.

<<Non riesco proprio a capire>> intervenne Kim, riportandolo alla realtà. <<Fatta eccezione per mia nonna, il resto della mia famiglia ha sempre creduto e ancora crede che la leggenda sia un mucchio di sciocchezze...per cui com'è possibile che queste siano le mie vere origini?>>

Felix si voltò infilando le mani nelle tasche della felpa, soffocando i sensi di colpa che cominciavano ad annebbiargli la mente, reprimendo ogni angoscioso pensiero su Leah.
<<Secoli fa alcuni di noi fuggirono verso altri mondi, tra cui la Terra, a causa delle battaglie che si susseguivano in quel periodo. Guerre civili, ci uccidevamo a vicenda. Non ero ancora nato, ma so che c'erano dei buoni motivi per andarsene. La spiegazione è molto semplice: siete loro discendenti. Per quanto riguarda i poteri, è solo questione di fortuna; in una famiglia potrebbero essere ereditati solo da una persona oppure da tutti. Nessun prescelto, niente destino...solo casualità>>.
<<Tutto questo è ridicolo. Non abbiamo poteri magici>> esclamò Christian. <<E poi, perché trascinarci qui con la forza? Perché costringere le persone a scoprire tutto questo, se poi dovranno comunque nasconderlo alla loro famiglia?>>
<<Di solito le persone sono felici di conoscere le loro vere origini. Certo, i vostri poteri non si sono ancora sviluppati, ma venendo qui quella parte di voi si è già risvegliata>> rispose Felix.
<<E se volessimo tornare indietro? Se non desiderassimo strani poteri magici, dimensioni parallele con elfi, unicorni e fatine? Hai spezzato a metà le nostre vite. Non avevi il diritto di farlo>> aggiunse Eglantine, scura in volto.

GALE (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora