Capitolo XXVIII - Ultima speranza

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Phantoms Fortress,
Somewhere in the mountains,
Island of Hawks,
North Side, Gale World

<<Cosa sta succedendo?>> tuonò una voce rauca.
<<Intrusi nel settore 5 dei Laboratori, Mio Signore!>>
<<Di chi si tratta?>>
<<I miei soldati sono scesi a verificare, Signore, lo sapremo presto!>>
North fece schioccare la lingua con una smorfia di disapprovazione. I suoi occhi si ridussero a due fessure e si accesero di rabbia, illuminati da scintille scarlatte, simili a tizzoni ardenti.
<<Sarà meglio che si sbrighino>>.

Il giovane fu scosso da un leggero fremito e chinò il capo. Non doveva avere più di diciott'anni e sul suo viso spiccavano due occhi enormi che erano come dei buchi neri. Le iridi somigliavano a pozzi di petrolio e quasi si confondevano con le pupille. Aveva un naso piccolo e innaturalmente schiacciato e una zazzera di capelli completamente rabbuffati, che nella penombra apparivano scuri, ma in realtà erano di uno strano color grigio nebbia.

Passarono alcuni minuti, ma il comunicatore non rilasciò messaggi. Berenice entrò con passo felpato e nessuno si accorse delle sua presenza. Poi, con voce vellutata, mormorò: <<Sono tutti morti>>.
Il padre si girò di scatto, avvolto nei suoi abiti pomposi.
<<Figlia mia>> sussurrò, con un filo di voce. <<Per quale motivo ti trovavi laggiù? Non ti avevo forse ordinato di rimanere in camera tua?>>

Berenice sembrava ipnotizzata dalle crepe che si inseguivano lungo le pareti; non si mosse e continuò a guardare altrove, con espressione ferita, ignorando quelle parole.
L'uomo tornò a rivolgere la propria attenzione verso il giovane soldato che assisteva in silenzio.
<<Chi hai mandato ai Laboratori?>> chiese.
<<Le guardie della Torre Ovest, della Torre Sud, e alcune sentinelle dai sotterranei, mio Signore. Non abbiamo abbastanza soldati...quelli rimasti devono sorvegliare le celle>> rispose lui tremante.
<<Dove diavolo sono finiti tutti gli uomini che ho inviato a Sinkhole guidati da Cyrus? Quel buono a nulla mi aveva assicurato che sarebbe tornato qui con l'Occhio! Non so nemmeno come ho fatto a fidarmi...>>
<<Abbiamo provato a contattarlo invano. È probabile che siano stati uccisi>> intervenne Berenice.

North emise una sorta di ruggito e il suo viso venne stravolto da un cupo cipiglio.
<<Chi è il mostro che uccide tutti questi soldati in così poco tempo?!?>> ringhiò.
<<Padre, di fronte ai Laboratori almeno una trentina di uomini giace a terra senza vita: non può trattarsi di un unico dotato>>.
<<Mio Signore, le assicuro che i Peculiari non si sono mossi dalle loro celle. Nessuno può evadere e i due fuggitivi sono stati immediatamente intercettati e colpiti con proiettili avvelenati. Se anche fossero ancora vivi, non sarebbero in grado di introdursi qui>> si affrettò a spiegare il ragazzo.

Dopo un attimo di silenzio carico di tensione, North brontolò qualcosa sommessamente e infine ordinò di inviare i rinforzi, tra cui anche le sentinelle delle prigioni nella Torre Est.

***

Eglantine afferrò il polso di Nolan e il suo viso si illuminò.
<<Ce l'ho fatta? Nolan, ci sono riuscita! Non...non so davvero come...ci sono riuscita!>>
Il ragazzino sorrise: <<Grazie a te abbiamo una possibilità>>.
<<Ora andiamocene da qui!>> esclamò lei, impaziente.
Nolan le tappò la bocca, indicando con un cenno del capo le sentinelle schierate di fronte alle celle.
<<Non è ancora possibile...>>.

Eglantine immaginò di passare tutta la vita lì dentro, senza rivedere la propria famiglia, il vero mondo a cui apparteneva, la propria casa. Le lacrime le pizzicarono gli occhi. Sbatté le palpebre per scacciarle via.
Sarebbero riusciti a scappare. Il destino non poteva essere tanto crudele, in fondo.
Non era il tipo di persona abituata a credere nel destino e non era nemmeno superstiziosa, ma in quel caso le sembrò plausibile provare a fare affidamento su qualcosa di più grande della fortuna.

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