Capitolo XXII - Morire o uccidere

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Pondhouse,
Sinkhole Island,
Gale World

Il cielo buio si rifletteva sulle acque limpide, coprendole di pece. Le spesse nuvole cariche di pioggia erano attraversate da venature violacee, che illuminavano l'atmosfera grigia, diramandosi silenziose sopra le loro teste.

<<Sta per piovere>> mormorò Eglantine, scossa da un brivido.
<<Non arriva nessuno. Forse stiamo solo perdendo tempo prezioso>> proferì aspramente Christian.

Nolan si strinse nelle spalle, nascondendo le mani pallide nelle tasche della felpa logora.
Questa volta erano impotenti. Qualsiasi strada avessero intrapreso, avrebbero rischiato di finire dritti tra le braccia degli Spettri. Nolan si disse che non era colpa sua, ma non poteva evitare di sentirsi responsabile di quella guerriglia. Gli avevano affidato un incarico alla Rocca e lui si era fatto scoprire e per di più catturare.

E ora la sua principale preoccupazione era Althea e non la sorella di Felix. Forse aveva ragione chi lo accusava di egoismo. Agiva soltanto per sé stesso e non si voltava mai indietro a considerare come le sue scelte potessero ripercuotersi sulle persone che gli stavano attorno.

<<Forse sanno che siamo qui. Non vogliono rischiare di farsi scappare Leah>> replicò con voce rauca.
Chris scuoteva la testa nervosamente, le guance accese dalla rabbia. Si avviò cocciutamente verso la foresta, pronunciando un duro <<Andiamocene>>.
Kim balzò in piedi per fermarlo ed Eglantine rimase a guardare con occhi sgranati.

Fu allora che le dense nubi buie si concentrarono in un punto, iniziando a girare in tondo, formando un mulinello. I ragazzini percepirono il vento sferzante e restarono in attesa, trattenendo il respiro. Un pezzo di cielo era scomparso, inghiottito, e dentro quell'anello il buio era talmente consistente, compatto e vertiginoso, da far girare la testa.
Tutti loro conoscevano o avevano conosciuto le scariche elettriche dei portali: sottilissimi serpenti, pungenti come aghi, sparsi in un buco nero. Era una sensazione pessima che quasi produceva nausea, smarrimento.

I lampi purpurei accendevano il mare di una cruda luce intermittente e le foglie si staccavano dai rami ondeggianti, volando da tutte le parti come falene impazzite. Era simile al panorama apocalittico di qualche film fantascientifico.
Alcune ombre nere uscirono dal vortice oscuro precipitando sulla riva una dopo l'altra.
Il portale si rimpicciolì sempre di più, risucchiando qualche ramoscello senza vita, e poi scomparve dopo essersi ridotto ad un puntino nero, dissolvendosi in un battito di ciglia, come la fiamma fragile di una candela che viene spenta da un soffio deciso.
Il mare era calmo e gelido, il cielo plumbeo appariva ancora minaccioso.

Eglantine impallidì di colpo quando i suoi occhi incontrarono quelli di Leah.
<<Kim...>> rantolò.
Leah aveva un'espressione spaurita e assente. Due Spettri le puntavano con spiazzante imperturbabilità i fucili alla testa, altri due la abbrancavano per le braccia esili.
I capelli biondo cenere erano sporchi e scompigliati, il viso annerito mascherava una pelle cadaverica, e il fisico appariva debole ed emaciato.

<<Parker!>>
Un uomo dalla pelle grigiastra si avvicinò languidamente dopo essersi lisciato con cura i pantaloni scuri. I suoi occhi erano di uno sbiadito color giallo senape, che unito all'incarnato livido gli dava un aspetto malaticcio. Il suo cranio aveva una forma innaturale: le gote erano scavate tanto da farlo somigliare più ad un teschio. Il collo era talmente sottile che un vento sferzante avrebbe potuto spezzarlo.

Kim distolse lo sguardo inorridita, tuttavia lo Spettro non fece caso alla sua presenza. Rivolse invece a Nolan un ghigno raccapricciante, mettendo in mostra i denti enormi, affilati come rasoi: <<Che strano...dovresti essere morto>>.
Nolan si pietrificò. Non aveva mai provato un simile terrore in tutta la sua vita. Non poteva vederlo, ma riconobbe all'istante la sua voce.
<<Certo, d'altra parte devo ringraziarti>> sorrise l'uomo, assumendo un tono aspramente sarcastico e canzonatorio. <<Mi fai rivivere memorabili sensazioni! Hai resistito più a lungo di chiunque altro, è ammirevole>>.

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