Nolan

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«Full name: Nolan Parker
Age: 13
Group: White Sharks
Mother: Judith Parker
Father: unknown»
-Secret Dossier, "Gale Project"

Island of White Sharks
South Side
Gale World

Ancora qui, penso. Sempre qui.

Il mare agitato sembra confondersi e diventare un tutt'uno con l'orizzonte color ottanio. Osservo le onde scure frantumarsi contro gli scogli argentei in un turbinio di schiuma biancastra e minacciosi flutti di petrolio. La spiaggia è deserta, i bambini hanno smesso di rincorrersi lungo la riva ore fa. Le sdraio e gli ombrelloni sono stati chiusi o spostati in luoghi sicuri, i bar hanno abbassato le saracinesche. Tasto la sabbia fredda e ne raccolgo una manciata, lasciandola scivolare via tra le dita.
Fino a questa mattina era una distesa ardente e dorata, ora l'aria pungente smuove i granelli pallidi e improvvisamente leggeri come polvere. Rabbrividisco e mi stringo infreddolito nella T-shirt verde militare, ormai logora e sfilacciata in vari punti.

<<Oggi il mare è nervoso>>.
Althea si siede accanto a me con quel suo modo di fare garbato e impercettibile. Sembra che in qualsiasi sua azione o movimento tema di fare troppo rumore. In genere è una caratteristica gradevole, a volte invece la trovo irritante: ad esempio, quando entra nella mia stanza mentre voglio stare solo, e se ne sta lì ad osservarmi con il solito sguardo apprensivo. Non la sentiresti arrivare nemmeno dopo averla costretta ad indossare scarpe di piombo.

Mentre mi si avvicina percepisco a malapena un tenue fruscio, e capisco che è accanto a me quando l'aria si riempie del suo profumo dolce.

Ci piace parlare del mare come di una persona. Anche il mare manifesta emozioni, anzi, le rappresenta. Perciò amo così tanto sedermi qui, o sul vecchio pontile. Il mare rispetta la tua solitudine, ma al tempo stesso riempie un vuoto e ti tiene compagnia; non ti giudica, non dispensa consigli inutili, non ti caccia via. Tu ascolti lui, e lui ascolta te. Non c'è niente di meglio che ascoltare. Il silenzio può aiutare molto più di qualsiasi altra chiacchierata.

<<Tua madre vuole che ti riaccompagni a casa, è preoccupata>> aggiunge Althea.
Penso che dovrei perlomeno rispondere alla domanda, ma la voce mi muore in gola e tutto ciò che esce dalle mie labbra è solo un sospiro scocciato.

Althea inspira a fondo e fa un altro tentativo. So che in questo momento è delusa, vorrei parlare, reagire, ma c'è sempre qualcosa che mi blocca.
<<Dice...dice che è l'unico periodo in cui potete stare insieme e vorrebbe approfittarne. Poi tornerai laggiù e non avrà modo di rivederti per molto tempo. Le manchi, è preoccupata per te...inoltre qui fuori rischi di ammalarti...>>
<<Stiamo ancora parlando di ciò che pensa mia madre?>>
Mi mordo la lingua. "Che cos'hai che non va? Sei proprio un idiota". Mi sento tremendamente in colpa e cerco di chiarirmi le idee: Althea è venuta fin qui per me. Andrebbe ovunque e farebbe qualsiasi cosa per starmi vicino. Lo ha sempre fatto. Non mi ha mai abbandonato, nemmeno tutte le volte in cui mi sono comportato schifosamente, cacciandola via o ignorandola.

Distolgo lo sguardo dal cielo nero mentre i primi tuoni squarciano la quiete. Scuoto la testa e mi stropiccio gli occhi con il dorso della mano, ancora sporca di sabbia sul palmo.
<<Scusami>> mormoro, costringendomi a mostrare almeno un po' di gratitudine per lei. Althea è una delle migliori amiche che si possano avere, eppure sembra che non mi basti. Mi ostino a rispondere di getto, senza pensare, ferendo le persone che tentano soltanto di aiutarmi.
<<È quello che pensiamo entrambe, Nolan. Finalmente ti concedono di tornare a casa per qualche giorno e tu che cosa fai? Ti isoli, come sempre, e ti nascondi qui>>.

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