Capitolo XXVII - Tentar non nuoce

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Phantoms Fortress,
Somewhere in the mountains,
Island of Hawks,
North Side, Gale World

Berenice passava le giornate bighellonando tra gli antri bui, leggiadra come una fata, un piccolo angelo bianco senza ali, esplorando le cavità più remote e dimenticate, i corridoi freddi e tetri, le ampie e antiche sale deserte, abitate soltanto da lugubri ritratti scoloriti; scrutava i visi pallidi dipinti sulle tele ingiallite, faceva la linguaccia a quelle maschere autoritarie e rabbrividiva incrociando gli occhi opachi e smorti che seguivano ogni suo movimento. Attraversava le spesse e maestose arcate di pietra, saltando il più in alto possibile per riuscire a toccare la chiave di volta, giocava a nascondino con le statue argentee che brillavano infuocate sotto la luce scarlatta delle fiaccole. Correva tra i pentoloni fumanti della cucina, inseguendo l'ombra della bambina identica a lei che un tempo si divertiva a rubare il cibo dai lunghi tavoli scortecciati; poi si lasciava cadere sfinita sul pavimento rigido e immobile della sua stanza e narrava a se stessa storie di principesse rinchiuse in rocche inespugnabili, salvate da prodi principi a cavallo di draghi splendidi come smeraldi.

Si addormentava tristemente con la speranza di un risveglio diverso, ma quando i suoi occhi scuri e intelligenti si aprivano lentamente, non trovavano altro se non ciò che la tormentava da tutta la sua vita: solitudine, e silenzio. Era sola. Ancora maledettamente sola, in un enorme castello vuoto.

***

<<Althea! Sveglia!>>

Ella emise un mugolio di disapprovazione e si stiracchiò, stropicciandosi gli occhi ancora accartocciati dal sonno profondo. Pian piano la macchia sfocata di fronte a lei prese forma, rivelando due occhi argentati e una folta chioma di ricci biondi.

<<Cosa...che succede? Perché ti agiti così?>>
<<Credo sia arrivato qualcuno...>> bisbigliò Julian. <<C'è confusione qui fuori...forse sono nuovi prigionieri>>.
<<Credi che abbiano catturato anche i Peculiari a Pondhouse?>> replicò lei preoccupata.
In tutta risposta egli scrollò le spalle e scosse la testa allarmato.

Più in là, Nolan venne scaraventato nella sua cella senza troppe cerimonie e Christian fu spintonato e costretto ad entrare in quella accanto. Eglantine pregò in cuor suo di venire rinchiusa assieme al primo, altrimenti il piano sarebbe andato a rotoli.

<<E lei?>> ringhiò una delle guardie con voce cavernosa, indicando la ragazzina che teneva stretta per un braccio.
<<È innocua>> replicò l'altro con disinteresse. <<Un'umana. Deve ancora sviluppare la dote>>.
<<E come facciamo a saperlo con certezza? L'ultimo rapporto risale a settimane fa...non si sarebbero introdotti qui con una mocciosa incapace di difendersi!>>

Eglantine cercò disperatamente un aiuto negli occhi di Nolan, notando con sgomento il panico impresso sul suo viso.
Lo Spettro dalla voce minacciosa la strattonò indirizzandola verso la cella di Chris.

<<Stiamo esaurendo lo spazio, il capo ha detto che la spia dev'essere isolata>> sbottò.
Eglantine sentì il cuore batterle nel petto come un martello pneumatico, togliendole il respiro.
"No, no, no, no!" gridò nella sua testa, tentando di dimenarsi.

Un improvviso fracasso attirò l'attenzione degli Spettri.
<<Ma che diavolo...Hey!>> eruppe uno dei due mostri, sgranando gli occhi sanguigni.
Christian continuò a colpire le sbarre tra calci e pugni, come un pazzo.
<<Hey! Smettila subito o ti faccio un buco in testa, imbecille!>>

Le due guardie furono costrette ad aprire l'altra cella. Eglantine fece appena in tempo a scorgere Chris che le strizzava l'occhio. Venne malamente urtata a terra, cadendo ai piedi di Nolan. Il ragazzino la aiutò gentilmente a rialzarsi, mentre gli Spettri, spazientiti, puntavano i fucili per cercare di mettere a tacere Chris, che alzò le mani e si lasciò cadere rassegnato sul letto maleodorante. Nascose un sorrisino sprezzante: sapeva bene che non erano autorizzati ad ucciderlo. Non avrebbero potuto premere il grilletto neanche volendo. North aveva ordinato di tenere in vita tutti i Peculiari.

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