I hate, really
Kathleen's p.o.v
Non ho manie di protagonismo, credetemi.
E' che adoro avere il pallone tra i piedi, fare piccole skills, far rimbambire l'avversario.
Va bene, forse delle volte voglio mettermi al centro dell'attenzione, ma mica ingiustamente! Mi alleno duramente, da praticamente tutta la vita, mi sembra pure l'ora di ricevere qualche merito.
Sospiro e continuo a giocare, la mister ha appena fischiato la punizione e mi passano la palla.
Corro, senza sosta, la faccio passare in mezzo alle gambe della mia avversaria, la riprendo.
Arrivo di fronte alla porta, mi fermo.
Sono indecisa sul passare il pallone o meno.
Posso farla filtrare in mezzo a Johanna e quindi lasciar fare goal ad un componente della mia squadra, oppure posso provare da qui.
Scelgo quest'ultima opzione.
Alla fine, è solo un allenamento!La palla sfreccia in mezzo. Come fosse stata appena lanciata da un cannone. Potenza inaudibile, che non pensavo di avere. Sono quasi fiera di me stessa.Quasi.
Attimi di tensione. Goal.
«E Kathleen Darrison fa passare in vantaggio la sua squadra» mi vanto, facendo ridere qualche mia compagna.
«Non ci credere troppo, Kath, ero distratta» cinguetta Gween, la mia migliore amica, facendola imbronciare.
Gween Obsolon. Portiere della squadra femminile, nonché mio braccio destro, in campo e nella vita.
Ci conoscemmo in circostanze tragiche, perlomeno per noi.
Mia madre decise di portarmi al parco a 'socializzare' con altre bambine. Il risultato fu esattamente il contrario.
C'erano un mucchio di ragazzine che giocavano con bamboline, con tanto di castelli, e a me quasi non sanguinavano gli occhi, così,dopo aver avvistato un gruppetto di bambini, muniti di palla, mi lanciai in corsa verso di loro e gli chiesi se avessi potuto giocare con loro. Accettarono.
Man mano che mamma mi portava più spesso in quel posto per 'scambiare due chiacchiere per non diventare pazzo', notavo sempre questa strana ragazzina da i capelli biondi e corti, fissarci ininterrottamente, così spinta dalla bontà d'animo che mi ritrovo, e anche da un po' di inquietudine - okay, soprattutto quella - le proposi di unirsi a noi, e lei accettò volentieri.
Mancandoci un portiere, la collocammo li, e si rivelò più brava delle nostre aspettative.
Continuammo a vederci, e la presentai a mia mamma, e viceversa.
Cominciammo scuola insieme, mentre il campetto rimaneva sempre il nostro piccolo rifugio.Il resto è storia, e sopporto questa darkettona da troppo, qualcuno me la scolli di dosso.
«Okay ragazze, direi basta con la partita di riscaldamento. Mettete in fila dei palloni e cercate di fare più goal possibili a Obsolon, nel mentre io cerco di attirare l'attenzione del coach Terry.» esclama il nostro mister, lanciandoci un occhiata maliziosa, che sinceramente si poteva risparmiare.
Di fatti la squadra si sta lanciando un bel po' di sguardi schifati ma ahimè, amiamo comunque Mrs. Reyson.
Intanto facciamo come ordinato dalla sopracitata.
Gween si sistema in porta, aspettando un cenno dal capitano, che sarei io.«Okay ragazze, date il meglio di voi stesse, Johanna comincia tu, disponetevi in una fila indiana e aspettate il vostro turno, e cercate di non uccidere nessuno» punto lo sguardo su Allison, continuando «Nemmeno sulle cheerleader che odiamo Ally» dico, ottenendo uno sbuffo da parte sua.
Okay, devo ammettere che è stato divertente vedere Roxanne tramortita, stesa in terra. Ma la mister successivamente ci ha tolto una settimana di allenamenti. Dire che ero incazzata nera,è come usare un eufemismo.
Le ragazze cominciano a tirare e sono tutte più o meno precise.
Certo,non abbiamo le migliori giocatrici,ma l'anno è appena iniziato e abbiamo la possibilità di fare più audizioni.
Speriamo solo che ci si siano ragazze disposte a partecipare.
Le vedo io, le ragazze che giocano in giro per il campus,e devo dire che di classe ne hanno, ma non si fanno avanti. E mi da fastidio questa cosa.
Nonostante la nostra squadra non perde un campionato da almeno tre anni, è dura e dobbiamo sostenere ritmi infernali.Per non parlare poi de-
«Oh cazzo, Kath stavolta non l'ho fatto apposta» urla in preda ad un imminente attacco di panico, Allison.
«Oh porca merda, chi hai colpito?» chiedo, sperando in un albero o nella nostra mister.
«Il coach Terry» snocciola, con lo sguardo puntato verso il terreno di gioco.
«Che cosa?!» urlo, ottenendo l'attenzione anche dalla squadra maschile. Ma non mi interessa.
Corro subito verso il mister. Oh no Mrs. Reyson non sarà affatto contenta. Aspetta. Ma dove sta?
«Oh Adam, stai bene?» fa la nostra mister. Dovevo immaginarlo.
Ormai è più di un anno e mezzo che ci prova con lui, senza ottenere risultati. Sta diventando imbarazzante.
«Oh Darrison, menomale che ci sei tu. Adesso voglio un parere tecnico da parte tua, ti avverto che ne dipenderà la tua prossima partita» esordisce, ed io già mi sento mancare. Ma perchè mi sono avvicinata?
«Secondo te, devo andare di respirazione bocca a bocca?» chiede, sembrerebbe ingenuamente. I ragazzi della maschile sghignazzano e mi guardano in attesa di una risposta. Da quando è diventato un film da vedere con tanto di pop corn?
«Mister Reyson, io credo gli serva solamente un po' di ghiaccio» dico, vedendo però il suo sguardo triste, mi si stringe un po' il cuore quindi,o la va o la spacca, «Ma anche un accenno di respirazione bocca a bocca, può aiutare» concludo, ottenendo un sorriso a trentadue denti da parte sua.
La Reyson annuisce e si lancia sulla bocca rugosa e fine del coach Terry.
Credo cerchi anche di insinuarci la lingua e sento il mio pranzo salirmi per la bile, pronto a fuoriuscire a cascate.
Il morto-vivente dà cenni di vita - finalmente - ed insieme a lui arriva un ragazzo, che ho visto solo poche volte, e si sta dirigendo verso di me.
«Sei stata tu a colpire il coach?» chiede inespressivo.
Ma la felicità questo l'ha proprio scordata a casa,penso.
Una risata scoppia in mezzo al campo, e credo che,forse non l'ho proprio pensato.Porco il mondo che figuraccia.
«Voglio dire no, è stata una mia compagna.» cerco di rimediare,beccandomi solamente uno sguardo di fuoco. Okay meglio di niente.
«Oh Adam, ti senti meglio?» interrompe la nostra piccola disputa. Dio ringrazi quella donna.
«Oh santo cielo, ancora tu!» esclama il sopracitato.
Trattengo una risatina e mi concentro sul ragazzo di poco prima. Con mia sorpresa trovo già il suo sguardo fisso su di me. Inquietante.
Cerco di salvare la dignità, ancora una volta, alla mia allenatrice.
«Ci scusi signor Terry, ma una nostra componente della squadra non è molto precisa nei tiri, e mi scuso a nome di tutti, non succederà nuovamente.» dico, con il mio miglior sorriso di - finte - scuse.
Sembra aversela bevuta, quindi sono pronta a recuperare il pallone che giace, vicino alla gamba del ragazzo scorbutico.
Quando mi chino a raccoglierla, lo sconosciuto fa un palleggio e se la ritrova in mano.
Mi sta facendo incazzare.
«Coah Terry, non è la prima volta che succede, non crede dovremmo prendere dei provvedimenti? Sa fino a quando la palla colpisce noi va bene, ma ha quasi tramortito lei. In più c'è una professoressa che cerca di molestarla durante la convalescenza, non crede sia troppo?» parla lentamente, con voce roca.
«Beh non posso fare molto, Alexander. Certo hai ragione, non è la prima volta che succede» si gratta il pizzetto inesistente e «Mister Reyson, sarà di sicuro d'accordo con me se le facciamo rinunciare a due settimane di allenamenti.» confuta, senza alcun segno di ilarità a macchiargli il volto.
«Oh certo Adam, così le mie ragazze staranno più attente la prossima volta e si ricorderanno di aspettare la loro allenatrice prima di cominciare un allenamento» concorda non prima di guardami torva.
Rettifico, non è più la mia prof preferita. «Forza Darrison, andiamo. Coach Terry, ragazzi» fa un cenno a tutti.
Mi avvicino a questo presunto 'Alexander' gli sfilo il pallone e «Non puoi fare questo, idiota» ringhio tra i denti.
«Ops non solo l'ho fatto, ci sono anche riuscito.Alla prossima Kathleen» se ne va,portandosi via anche l'ammasso di scimmioni.
Io, stizzita, torno dalla mia squadra.Calcio il pallone, mandandolo da qualche parte indefinita e l'unica cosa che vorrei fare in questo momento è piangere.
Può sembrare patetico ma ho bisogno di allenarmi duramente, di dare il massimo e di sapere di avere tutto sotto controllo.
Riferisco tutto alle ragazze e fortunatamente il resto dell'allenamento scorre abbastanza fluidamente.
Menomale che gli allenamenti li abbiamo come ultime lezioni.
Dopo aver salutato Gween mi dirigo a casa, stanca e adirata.
Come al solito i miei genitori non ci sono, ed io mi ritrovo in compagnia di Rosa, la domestica, che potrei anche definire una seconda mamma.
E' sempre stata l'unica che ha creduto in me.
Dopo aver consumato un piccolo pasto, mi dirigo nella mia enorme, ma vuota stanza a studiare.
Leggo le pagine ma non ne capisco il significato.
Non sto leggendo veramente.
Sono troppo sopraffatta dai pensieri.
Così decido di mettermi a letto e ripercorrere i fatti accaduti.
Ma aspetta un attimo, ripenso all'ultima frase pronunciata da quel cavernicolo:
«Alla prossima Kathleen»
Come è a conoscenza del mio fottuto nome?
Dannato Alexander.
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Salve a tutti,nuovi o 'vecchi' lettori.Ho questa storia in mente da taanto tempo e finalmente ho deciso di scriverla.Premetto che gli aggiornamenti saranno davvero tanto lenti,non perchè io non abbia voglia di scrivere o tempo,ma è un po' un periodaccio.
Comunque sarei davvero felice se fosse letta perchè io a scrivere ci metto davvero tanta passione,anche se a volte le trame possano sembrare stupide (Tipo Critically).
Ah dimenticavo,i capitoli non saranno lunghissimi,preferisco tenere un tetto di 1500/2000 parole.
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A Fantastic Goal
ChickLitIn una scuola superiore prettamente maschile, una ragazza, Kathleen Chelsea Darrison, lotta per la sua squadra di calcio. Alexander Chanex, capitano della squadra, cerca in tutti i modi di convincere il coach a lasciare un unica squadra. Kathleen, d...