I'm a mess, I'm a loser, I'm a hater, I'm a user...
Kathleen's p.o.v
«No ragazze così non ci siamo proprio...» sospiro frustrata.
Siamo agli allenamenti ma stiamo facendo letteralmente cagare.
«Ma Kay sei tu che ci hai detto di fare quel modulo.» dice Johanna, confusa ed io corruccio lo sguardo.
«No io vi ho detto di fare il 4-3-3»
«No K, hai detto 4-2-3-1...» urla Gween da lontano.
Non ci sto capendo più un cazzo.
La mia mente è ferma su quel coglione di Alexander.
«Scusate scusate,» alzo le mani al cielo «Prendiamoci 20 minuti di pausa.» esalo stringendomi tra le dita il ponte del naso.
Voglio solo andare a casa e buttarmi sotto le coperte,ingozzandomi di patatine e gelato.
«Ragazze! Mi hanno informato del match finale e dovete vincere!» sbotta la nostra mister venendoci incontro.
«Si...sa ci stiamo allenando per questo...» confuto alzando gli occhi al cielo e lei mi sorride.
«Sarà meglio per voi tutte,» ci indica una per una «Perchè io non posso non stare nel mio campo da calcio ad ammirare il coach Terry.Chiaro?»
«Cristallino.» rispondiamo in coro.
«Perfetto, adesso vado, come al solito Darrison ti lascio il compito di guidare tutte.» annuisco.
Oggi non ho la forza nemmeno per guidare me stessa, figuriamoci un branco di calciatrici in calore.
E fidatevi che è strano sentirsi così. Non mi sono mai interessata ai ragazzi.Certo vedevo le altre ragazze della mia età interessate a quest'ultimi, le vedevo come si curavano per cercare di avere un aspetto più carino in modo tale da attirare un minimo di attenzione.
Io non ci ho mai provato, forse perchè non era nelle mie necessità.
Voglio dire, certo di ragazzi belli ne ho visti,qualcuno mi ha persino chiesto di uscire, ma forse io mi ero imposta di non aprirmi con nessuno, di formarmi una corazza indistruttibile.
I miei genitori mi facevano già soffrire e forse mi autoconvincevo di non intraprendere una relazione con un'altra persona che mi avrebbe sicuramente fatto del male.
Ho vissuto in questa bolla, e forse ancora ci vivo,ma è più forte di me.
Non sono la tipica ragazza timida e insicura, tutto il contrario.
Sono rozza - la maggior parte delle volte -, non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno e soprattutto sono di un insolenza astrale.
La gente mi odia per questo.
«Scusate il ritardo» dice ansimante Maud,rivolgendosi soprattutto a me.
«Tranquilla, stavamo facendo una pausa.» le dico,rassicurandola.
«Pff menomale, io sono già carica per lo meno.» squittisce facendomi sorridere.
Sento che questa ragazza diventerà qualcuno.
«Ragazze la pausa è finita, alzate il culo e siate pronte per l'ultima mezz'ora di allenamento.» strilla Gweenny facendoci alzare di fretta.
Quando si incazza è peggio di un animale.
«Adesso tutte in campo, Maud fascia destra, io prendo la sinistra,» dico a lei per poi rivolgermi alle altre «Sta volta facciamo il 4-3-3» concludo e scendiamo in campo.
L'allenamento per fortuna finisce bene,certo c'è sempre qualcosa da perfezionare ma c'è ancora qualche mese di tempo.
La mia più grande paura non è la velocità o la precisione in campo ma bensì la fisicità nostra, che a differenza di quella dei ragazzi è davvero debole, tradotta in parole semplici: con uno spintone potrebbero spedirci in Cina.
Io e G siamo le ultime ad uscire dagli spogliatoi e parlando di tutto e di niente ci dirigiamo verso le nostre rispettive auto.
«Ti devo chiedere un favore.» faccio riluttante.
«Certo KeyKey dimmi tutto.» risponde preoccupata e sento il sangue defluire sulle gote, evento unico che raro.
«Devi estorcere delle informazioni su Alexander dal tuo ragazzo.»
Lei mi guarda sbigottita non prima di urlare «O mio dio ma allora ti piace!»
Io la guardo torva «No, cioè credo. Comunque perchè mi ha tipo detto che frequenta la scuola dal primo anno ma io non l'ho mai visto e quando gliel'ho chiesto si è incazzato.»
Lei si accarezza il mento,pensandoci su «Tranquilla vedrò cosa posso fare. E ricordati che io ci sono per ogni evenienza.» mi fa l'occhiolino e poi entra in macchina, e dopo un po' faccio la stessa identica cosa.
Appena metto in moto comincia a diluviare. Ti pareva.
Questa è Londra signori...
Lungo la strada eseguo varie - stonate - performance di canzoni che passano alla radio fino a che non scorgo una figura a me piuttosto familiare. Un esemplare di Alexander Chanex bagnato fradicio che cerca di ripararsi sotto il cornicione di un negozio, mi fa accostare la macchina per la troppa preoccupazione.
Nel senso...se poi prende la febbre chi mi fa le ripetizioni.
«Alex entra dentro!» urlo attirando la sua attenzione e lui senza pensarci due volte salta in macchina.
«Hai deciso di fare una passeggiata sotto la pioggia invece di prendere la macchina?» chiedo curiosa e lui mi fulmina con lo sguardo. Come non detto.
«Forse come voi ricconi io non possiedo una macchina?» chiede retorico, con un pizzico di arroganza nella voce.
Non so che dire, come ribattere.
Il silenzio è piombato in macchina come un meteorite.
«Ehm il tuo indirizzo di casa?» domando non sapendo dove andare,e cosa fare.
«Come prego?» domanda sconvolto ed io mi mordo il labbro per non ridere.
«Sennò dove ti lascio,sotto un ponte?» non ce la faccio e rido come un idiota e lui mi guarda sottecchi sussurrando un 'giusto'.
Dopo avergli carpito la via di casa riaccendo la radio per smorzare la tensione.
Odio essere tesa, ogni volta mi metto a parlare di cose strane e imbarazzanti. E non riesco a controllarmi.
«Una volta ero così convinta che la neve avesse il gusto del gelato così l'ho assaggiata.» faccio una risatina nervosa e lui mi guarda basito e confuso.
«Già, non farlo mai. Comunque il mio colore preferito è il giallo.Non ho ne fratelli ne sorelle ed una volta ho corrotto un bambino promettendogli di regalargli il pallone della Champions in cambio dell'ultimo pacchetto di caramelle, solo che mi sono fottuta i dolci ed il pallone non l'ha nemmeno mai sfiorata.» continuo e lui scoppia a ridere.
«Sei una teppista!» esclama cercando di calmarsi.
«Nah, diciamo un ottima ricattatrice.» riprendo,sta volta più calma.
«Era la prima volta che uscivo con una ragazza e non sapevo nulla di flirt ne tanto meno di pomiciate, così il giorno prima ho provato a limonarmi un pupazzo. In conclusione,quella ragazza mi ha lodato come un re.» dice arrossendo di un poco e facendomi ridacchiare.
«Non ti ho davvero mai visto a scuola.» asserisco - dopo vari minuti di silenzio - seria.
Lui mi guarda sospirando,ma viene attratto dall'improvviso lampeggiamento del suo iphone.
«Pare che Gween abbia chiesto a Garreth delle cose su di me. E dice anche che è urgente. Che strano, non credi?»
Io picchietto sul volante,nervosa,e la strada sembra non finire mai.
«Ehm si molto strano, si nel senso,magari vuole instaurare un rapporto di amicizia ecco.»
Ma che stronzata ho appena sparato santo cielo.
«Quindi cercavi di fare ricerche su di me eh.» articola incrociando le braccia al petto.
«Siamo arrivati a destinazione!» squittisco entusiasta, volgendomi verso di lui.
I suoi occhi sono così verdi e maliziosi,emanano una luce stupenda. E poi vogliamo parlare delle sue labbra?
Sembrano così morbide.
Ehi asciugati un po' di bava però«Sarò lieto di rispondere a tutte le tue domande se mi concedi un appuntamento» annuncia facendomi strozzare con la saliva.
Non me lo aspettavo.
«Io-»
«So che muori dalla voglia di sapere cose su di me Kathy, te lo sto offrendo su un piatto d'argento.» scende dall'auto e mi rivolge un occhiolino malizioso «Ci vediamo domani sera, alle otto, sii puntuale»
Lo odio.
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Buonpollo!
Come è andato il ritorno a scuola?
Il mio non è stato male ma dalla settimana prossima già cominciano le interrogazioni!
Comunque questo capitolo è di vitale importanza soo leggete attentamente.
Stiamo già a 350 letture,non ci posso crede,ha meno di un mese questa storia,siete fantastiche.
Stellinate e commentate!
All the Love.
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A Fantastic Goal
ChickLitIn una scuola superiore prettamente maschile, una ragazza, Kathleen Chelsea Darrison, lotta per la sua squadra di calcio. Alexander Chanex, capitano della squadra, cerca in tutti i modi di convincere il coach a lasciare un unica squadra. Kathleen, d...