15.Hai architettato tutto questo?

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One way or Another..

Katleen's p.o.v

Ma chi me l'ha fatto fare.
Ma chi me l'ha fatto fare, dico io.
A quest'ora potevo benissimo rimanermene in pigiama,sotto le coperte del mio bellissimo letto a spararmi una puntata dietro l'altra di FRIENDS, e invece?

Invece col cazzo.

E'  da più di mezz'ora che sto al telefono con Gween e mi sta letteralmente urlando addosso dicendomi cosa mettere e cosa invece eliminare.

La querelo.

«Quindi? Stai facendo quello che ti sto dicendo?» squittisce il demonio, dall'altra parte della cornetta.
Alzo gli occhi al cielo come mia abitudine e le rispondo prontamente «Si G, si, ma non devo partecipare ad un alta sfilata di moda. Così, lo dicevo giusto per ricordartelo.» intanto metto delle grucce a posto.
Dall'altra parte si sentono sospiri - e anche qualche insulto che preferisco non decifrare -, insomma noi ci vogliamo bene.

«Allora Kathleen Chelsea Darrison, non me ne frega un cazzo di dove tu debba andare, so solo che devi indossare un fottuto vestito che ti fasci alla perfezione, ed un paio di scarpe col tacco. Quando Alexander ti vedrà la mascella gli deve cadere a terra e il pisello si deve innalzare in volo. Sono stata abbastanza chiara?»

Tutta questa aggressività da parte sua mi manca «Cristallina.» biascico divertita.

«Perfetto,» confuta mentre io mi guardo l'unico vestito che potrebbe essere un opzione carina «Scommetto che hai di fronte quello verde smeraldo, ma ti crogiolerai sul 'lo metto o non lo metto'» conclude canzonatoria, facendomi sbuffare.

Non ho mica un portamento come il suo, io.

«Senti, io vorrei davvero metterlo, ma non ti sembra che sia...non lo so, troppo esagerato?» 

«Sapevo lo avresti detto. Ma adesso ti pongo una domanda di vitale importanza. Quando vedi Alexander, cosa gli vorresti mostrare?»

Non ci penso nemmeno tanto, perchè credo che la risposta sia abbastanza ovvia.

«Voglio che veda una ragazza, e non una bambina capricciosa, o meglio viziata. Voglio che veda la vera me, una stronza, cinica e insolente ma che sotto sotto è anche un po' timida. Voglio che veda chi sono realmente, ovvero una ragazza semplicemente complicata ,che forse ha davvero bisogno di un po' d'amore.» finisco e Gweenny rimane in silenzio per un tempo indeterminato.

Ho detto qualcosa di sbagliato?

«Ma ma,» eccola di nuovo in vita «Key, questo è fantastico! Ti rendi conto dell'enorme passo che hai compiuto? Hai finalmente ammesso a te stessa che cerchi qualcuno che ti dia conforto, amore e che ti faccia stare in piedi. Hai bisogno di un pilastro nella tua vita. Tutti ne hanno bisogno.» termina con un tono di voce incrinato.

«Ti voglio bene G.» 

«Ti voglio bene K, a dopo.» chiude la chiamata e ho il presentimento che passerà la serata con Garreth a piangere.

Do un ultima occhiata al vestito e al diavolo,o la va o la spacca.


Dopo una lunga supervisione del mio aspetto posso considerarmi: carina.
I miei lunghi capelli castani sono arricciati sulle punte, ma so che già a metà dell'uscita li legherò per la disperazione.
Il mio corpo è fasciato da questo vestito non troppo corto, verde smeraldo. Non è troppo sofisticato, anzi è proprio semplice.
Il corpetto è liscio, mentre la gonna - che non è troppo pomposa - ricade leggere sulle cosce, ma con qualche balza.
Le scarpe invece per mia fortuna sono non troppo alte e con il cinturino. Spero mi aiutino a non camminare come una foca storpia.

Mi guardo un ultima volta allo specchio e decido di scendere di sotto, per vedere cosa dice Rosa.

Come avevo già immaginato,la ritrovo alla fine delle scale,come se mi stesse aspettando.

«Kathleen,s ei raggiante, vieni facciamo una foto!» fa tutta entusiasta, facendomi scappare un risolino.

«Non credi di star esagerando, Rosa?Insomma, non è la prima volta che esco!» cerco di dissuaderla da questa cosa imbarazzante.
Lei in risposta mi fa segno di stare zitta e con una macchinetta fotografica sbucata dal nulla - lurida se l'era programmata, ci gioco casa - comincia a scattare a raffica.

«Okay okay, credo che siano abbastanza per il calendario» 

«Su con la vita Signorina Darrison, sta per uscire con un pezzo di manzo!»

La guardo con un sopracciglio inarcato «Davvero, Rosa?»

Lei mi guarda altezzosa e «Di certo brutto non è...» la guardo a bocca aperta, meglio non chiedere.

Il campanello suona e do una veloce occhiata all'orologio.
Sono le otto precise.
Almeno è puntuale.

E' quello giusto.

«Buonasera Rosa! Kathleen è pronta?» chiede eccitato,il mio accompagnatore.

«Si Signorino Chanex, prego entri.»

«Dammi del tu, Rosa, non ho mica cinquant'anni.» 

«Oh mi scus-scusami Alex» ride la mia domestica preferita mentre la figura di Alexander mi appare di fronte.

Non è bello.

Di più.

Ha indosso una camicia bianca aperta sul davanti, i jeans neri che gli fasciano le gambe toniche e possenti.
I capelli che sembrano ancor più neri questa sera sono sbarazzini come al solito.
E' uno schianto.

«C-ciao Alex» lo saluto balbettando, non sono abituata a tutta questa bellezza.

«Buonasera Kathleen. Sei bellissima.» 

E ci credo.
Dopo tutta la serata ad essermi preparata questo era il minimo che mi potesse dire.

Non roviniamo l'uscita ancor prima di essere usciti dal portico di casa.

«Ma quanto siete adorabili!» dice Rosa, scattandoci una miriade di foto.

Io e Alexander ci guardiamo divertiti e «Sarà meglio andare» mi sussurra il ragazzo al mio fianco,facendomi annuire.

«Rosa,noi andiamo,non aspettarmi sveglia.»
«Non si preoccupi signorina!Faccia quel che deve fare.»

La domestica ci accompagna alla porta e «E' sempre meglio prevenire che curare!» dice mettendomi un preservativo nella borsa,tutto sotto lo sguardo attento di Alexander.

La guardo a bocca aperta,ma prima che possa dire qualcosa,ci sbatte la porta in faccia.
Mi giro verso Alex,che sta cercando di trattenere una risata,ma fallisce,ed insieme a lui scoppio a ridere anche io.


«Aspetta ricapitoliamo,hai cercato di adescare questa ragazza,ma alla fine era un uomo?» esordisco cercando di placarmi.
Ci stiamo raccontando aneddoti davvero stupidi ed imbarazzati,ma questo li supera tutti.

«Esattamente,quando ho realizzato sono stato traumatizzato per un mese se non di più»

«Santo cielo e lui come ci è rimasto?»

«Non lo so!Sono scappato appena ho visto la sorpresa che mi riservava»

Questa è la cosa più divertente che io abbia mai sentito.

Il viaggio in macchina è stato a dir poco imbarazzante,è caduto un silenzio tombale ma appena scesi ed arrivati al ristorante,ci siamo sciolti.
Abbiamo cominciato a ridere e scherzare,mentre mangiavamo.
Mi ha raccontato che lavora ad un pub,certo la paga non è altissima ma almeno può aiutare la mamma,e lo ammiro molto per questo.

Mi ha raccontato della sorellina che a volte gioca a calcio con lui e sembra abbia delle potenzialità.

Ma io non sto più nella pelle e devo chiedere.

Adesso siamo in un grande parco a passeggiare.
La temperatura si è abbassata notevolmente e lui mi ha stretto a se per darmi un po' di calore.

«Alex?» chiedo tra il silenzio che ci avvolge.

«Mh?»

«Dove sei stato per tutto questo tempo?» chiedo e spero che capisca la mia domanda.
Odio fare giri di parole ma non so come chiederglielo.

Lui sospira e mi invita a sedermi su una panchina.
«Non sono stato sempre un ragazzo di bell'aspetto..ecco. Forse è principalmente questa la causa per il fatto che tu non mi abbia mai notato.
Era il primo anno, eravamo le matricole. Ti ho notata subito. Sempre con la coda di cavallo alta, con il pallone tra le mani ed un sorriso raggiante a circondarti il viso, mentre eri solita stare con Gween.» inizia,grattandosi il collo dal nervoso.

Sapere che già mi conosceva prima di quest'anno è un misto di inquietudine e dolcezza.

«Io ero il tipico ragazzo bassino, gracile e brufoloso, insomma, non proprio il tipo di tutte,» smorza la situazione facendomi ridere «quindi ho semplicemente preferito ammirarti da lontano, perchè nel mio io sapevo tu fossi un obbiettivo irraggiungibile.»

Per istinto gli stringo la mano, gesto che non gli dispiace per niente,dato che ricambia quasi subito.

«Inizia il secondo anno, mi decido a fare il provino per entrare nella squadra, mi prendono ma mi lasciano sempre in panchina perchè all'epoca i ragazzi più grandi erano davvero forti, ma comunque grazie agli allenamenti la mia massa muscolare cominciava a cambiare. La situazione con te invece rimaneva ferma, immobile.»

Adesso che ci penso ho degli sprazzi del passato.
Ricordo di questo ragazzino che si allenava con dei giganti.

«Inizia finalmente il terzo anno. I brufoli sono quasi del tutto spariti e finalmente mi permisero di giocare. Tu diventasti capitano della squadra ricordi?» mi chiede ed io annuisco.

«Ricordi anche cosa succede dopo?» mi ripropone e mi blocco un attimo.

«Quell'anno mi sono trasferita.» asserisco.

«Esattamente. Quello credo sia stato il momento peggiore della mia vita. Anche se ero sempre nell'ombra, sono cresciuto, sia fisicamente che mentalmente, ma la mia cotta per te rimase, persisté. E' stato un anno doloroso, lo ammetto. Però nel frattempo sono riuscito ad avere delle esperienze con delle ragazze, sono cresciuto anche in ambito sessuale che non è poco, e nel mentre mi allenavo, ormai avevo un unico obbiettivo in testa.»

Non so cosa dire,tutte queste cose sono dolorose da ascoltare.
Pensare che il ragazzo - che potrei comparare ad un dio greco - abbia sempre avuto una crush per me, mi fa sentire una persona orribile, perchè ha ragione lui, se non fosse stato così bello oggi probabilmente non lo avrei calcolato. Certo la situazione di adesso non so nemmeno se si sarebbe mai venuta a creare.

«Ed anche il quarto anno inizia, tu magicamente ritorni e con te anche la mia sbandata. Finalmente sono diventato, non per vantarmene, un bel ragazzo e sapevo che molte ragazze - tutt'oggi - mi venivano dietro. Ma io ero fissato con te, non riuscivo proprio a capire cosa avessi di speciale, forse che nonostante il mio aspetto fisico, non troppo diverso dagli altri ragazzi, tu non mi avessi ancora nemmeno lanciato uno sguardo mi faceva ribollire il sangue. Volevo conquistarti, volevo fare qualcosa, ma mi sono sempre bloccato, non ho mai trovato il coraggio di fare qualcosa.» si prende un momento per stropicciarsi gli occhi.

Non so davvero cosa dire,più va avanti più mi rende confusa.

«I miei amici, Garreth in primis, mi ha sempre spronato a fare qualcosa,ma io ti vedevo sempre sulle tue,sempre e solamente con Gween. Per un periodo mi sei sembrata veramente molto triste. Ti vedevo sempre al campetto i pomeriggi, sempre sola ma come accompagno il pallone. Non sapevo cosa avessi, ma ero sicuro non stessi passando un bel momento, perciò quello mi fermò ancora. E così si conclude il quarto anno.»

«Raccontami del quinto invece.» sussurro guardandolo attentamente.

«Quest'estate ti ho vista varie volte, sempre tu, la palla e Gween, ma mi sei sembrata molto più serena. A inizio anno stavo progettando qualcosa, non lo so, magari di salutarti qualche volta, lanciarti un occhiolino, ma li osservavo gli altri predatori, facevano le cose che mi ero preparato e tu puntualmente li ignoravi, così diventai ancora più confuso.»

«In che senso?» gli chiedo con un sorriso.

«Niente e nessuno riusciva ad attaccare con te. Almeno fino a quando una incompetente della tua squadra sbagliò e la palla colpì un nostro componente. Lì eri arrivata tu, ti eri scusata e poi senza tante moine avevi chiesto esplicitamente di ridarvi il pallone, te lo passai io, ricordi?»

Annuisco ancora una volta.

«Da li, le volte che la palla arrivava nel nostro di campo erano davvero troppe, e tu venivi sempre a recuperarla, e puntualmente ti scusavi, fino a quando ho detto basta e siamo arrivati fino ad oggi.» conclude.

«Wow.» squittisco solo, cercando di comprendere tutto quello che ho appena ascoltato. Corruccio lo sguardo,dopo aver collegato e finalmente arrivo ad una ovvia conclusione.

Mi alzo in piedi e gli punto il dito contro «Hai architettato tutto questo?» lui mi guarda inarcando un sopracciglio e «Aspetta, che intendi?»

«Ma certo, quanto sono stata stupida.» dico girandomi intorno «Tu hai pensato solo a te stesso, sei un tale egoista!Invece di fare tutto questo teatrino, potevi evitare di mettere la mia squadra in 'pericolo' solamente perché in cinque anni non hai avuto le palle di chiedermi di uscire. Sei-sei davvero un mostro. Lo sai che vivo per il calcio, o almeno lo avresti dovuto capire in tutto questo tempo.»

«Aspetta io non ho fatto questo solo per non farti giocare, hai capito proprio male.» ribatte Alexander, guardandomi serio.

«Allora? Illuminami.» 

«Quando ti sei trasferita ho realmente capito che io nella vita non voglio fare nient'altro che giocare a calcio e diciamocela tutta, c'è una piccolissima percentuale che le ragazze sfondino nell'ambito calcistico, noi ci meritiamo di allenarci di più per avere una formazione migliore, è per questo che ho accettato la sfida proposta dalla tua amica.»

«Sei un grandissimo cafone Alexander Chanex, ci sono donne che giocano a calcio che vi potrebbero fare il culo in un battito di ciglia. Ti credi così forte? Ti credi di meritare anche il nostro campo eh? Ti credi di meritare un posto nel Manchester United?Dimostramelo. Dimostramelo alla sfida di fine anno, ma prima di quel momento, non ti permetto di rivolgermi parola.» 

E prima che possa ribattere, giro i tacchi e me ne vado, ignorando i suoi richiami e facendogli un bel dito medio.


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Buonpollo!

2000 parole non mi sono proprio regolata.

Allora Alexander che si crede stocazzo,una Kathleen troppo permalosa,ce ne saranno da vedere delle belle.

Mi scuso per il ritardo ma questo capitolo è stato un parto + sto male.

All the Love



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