Capitolo 36

510 15 0
                                    

<<Nicole! É possibile che James sia già arrivato e tu ancora sei nel letto?>>
Buongiorno anche a te, mamma.

Feci tutto in tempo record, mi misi una semplice salopette di Jeans con una maglia bianca sotto, mentre James si lamentava con i miei genitori del mio ritardo.

<<Sono pronta a morire>> dissi ai miei genitori.
<<Divertitevi, e chiamate quando arrivate!>> salutò mia mamma.
Poi mio fratello si avvicinò a James e disse <<Mi raccomando, amico, trattala bene>>

Risi e Riki si girò verso di me abbracciandomi.
Sentirò la sua mancanza più di chiunque altro.
Non mi sono mai piaciuti i saluti come gli addii.
Dopo altre trenta raccomandazioni salimmo in macchina e partimmo.

<<Sei pronta?>> chiese.
Annuii.

Durante il viaggio i paesaggi immensi che vidi sembrarono gettarsi indietro dal finestrino.
Asfalti, erba, aria. La natura che ho sempre amato e che più di tutti mi rende me stessa in tutti i miei pregi e difetti.
Pensando a tutto ciò mi addormentai.

<<Sveglia, principessa>> é un sogno o cosa? James che mi chiama principessa proprio no.
<<Che cosa è successo a James? Cosa ne hai fatto tu di lui? Chi sei?>> chiesi guardandolo e notai che eravamo arrivati, c'era l'enorme casa di legno dello zio Carl e le immense distese di terra coltivata e dedicata al pascolo delle pecore.

<<Scusa se cerco di essere più dolce qualche volta>> rise e scese dalla macchina. Scesi anche io e respirai aria pura, altro che quella inquinata delle città, questo si che è ossigeno, gente.

James prese i bagagli e andammo verso la casa dello zio.
<<Nipotina Cara!>> urlò e mi venì in contro, lo abbracciai e il suo odore di terra umida si fece spazio tra le mie narici.
<<Zio!>> lo salutai e lui avanzò verso James.

<<Tu sei James>> sorrise e gli diede un'affettuosa pacca sulla spalla. Non mi capacito a credere come per lui qui, sia tutto facile, sorride sempre, vorrei essere come lui.

<<Presente>> disse James e rise guardando la sua aria da contadino spensierato con la salopette sporca di fango.
Ma non lo fece con cattiveria, anzi era quasi.. Affascinato?

<<Da quanto state insieme allora?>> a quella domanda io sbiancai in volto e James lo guardò divertito.
<<Noi non stiamo insieme>> affermammo.

<<Che peccato, beh allora siete pronti?>>
Se ero venuta qui sognando di riposarmi un po', be' mi sbagliavo.
Mio zio andò a prendere un fischietto e un bastone.

<<Per fare cosa?>> chiese James.
<<Mi sembra ovvio, oggi porterete al pascolo le pecore, domani qualcosa di più impegnativo ma divertente>>
Pecore. Pecore.
James rise vedendo la mia faccia terrorizzata.

<<Tornate tra due ore perché poi si mangia e questo pomeriggio andrete a fare compere per le nuove piantagioni, buon lavoro ragazzi miei>>
Detto ciò salì sul suo trattore e si diresse verso il suo pollaio.

<<Da una principessa ad una contadina non c'è molto eh>> si riferì alla sua battuta di prima in macchina.
Andammo in cerca delle nostre camere ma notammo che in quella grandissima casa c'erano solo due camere da letto perché il resto erano solo vecchi ripostigli.

Forse non avete capito, una camera era di zio Carl e l'altra era destinata a me e a James. Io e lui in una stanza. Non poteva andare peggio.
O forse si dato che c'era un solo letto matrimoniale.

<<E ora che si fa?>> mise i bagagli a terra e si sistemò il ciuffo.
<<Ovviamente io dormirò qui e tu nella stalla delle mucche>> 
Sistemai la mia roba nell'armadio e presi gli stivaletti di gomma che avevo comprato qualche mese fa con Allison e Marta.

<<E perché proprio io dalle mucche?>> protestò sedendosi sul letto come per appropriarsene.
<<uno perché prima hai detto di voler essere dolce con me; due perché almeno starai con i tuoi simili>>
Mi sedetti accanto a lui gettandogli un cuscino in testa.

<<Nic non trattarmi male perché potresti pentirtene>> detto questo mi buttò sul letto e mi colpì continuamente.

Finché non ci trovammo faccia a faccia, con due cm di distanza.
A separarci questa volta c'è solo qualche atomo di ossigeno.
Mi trovai a guardarlo così intensamente negli occhi da volere quel bacio a tutti i costi, non mi sono mai chiesta cosa verrebbe se si unissero degli occhi verdi smeraldo con altri color azzurro ghiaccio.
Non voglio saperlo o forse sì. Verrebbe un colore così complicato da vedere ma così fottutamente bello da indossare.
Forse però era troppo presto per scoprirlo.

Ci scansammo nello stesso momento e il mio viso si dipinse di un rosso che quasi diventai un peperoncino. Lui rise guardandomi e si scusò, ma non capiva che per me era stato un vero e proprio sogno averlo così vicino.

<<Andiamo, penseremo stasera a cosa fare qui dentro>>
Indossai i miei stivali e scendemmo per le scale che cigolavano.
Eravamo ancora piuttosto scossi dopo il momento di prima ma tutto tornò alla normalità in breve tempo.

<<Dato che io ho paura delle pecore, tu le porti fin lassù al pascolo e quando sarai arrivato, fischierai con questo-->> gli diedi in mano il fischietto dello zio.
<<E io verrò>> dissi determinata.
<<E se io non volessi farlo?>> chiese
<<E se io ti picchiassi a sangue?>>
Senza esitare prese il tutto e andò verso il recinto dove stavano le pecore di zio.

Risi a non finire per il suo modo buffo di farle uscire, ma poi ci prese la mano e pian piano arrivò sul monte.
Ci mise una vita in realtà ma non voglio fare la precisina perché io sarei arrivata dopo un bel mese. Presi le bottiglie d'acqua e qualcosa da mettere sotto i denti.

Aspettai talmente tanto il suo fischio che forse avrò le ragnatele sulla schiena a furia di poggiarmi alla capanna di legno dello Zio Carl. Poi lo sentii e non ci misi molto a raggiungerlo.

Ero quasi arrivata da lui quando..

Anche Se Sono Un CasinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora