Capitolo 55

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Nicole pov's

I miei occhi si aprirono così piano che mi vennero i dubbi di esser morta.
Ma non era così, la vista appannata davanti a me subito si allargò in un dolore lancinante alla testa. Porca merda, stupido traffico.
L'ultima volta che mi sono svegliata in un ospedale è stato quando... Beh alla mia nascita, e non è affatto come ricordavo.
Puzza di medicinali e persone sconosciute che mi chiedono "Come stai?"
"oh, benissimo!! Come vuole che stia? Come se una sottospecie di carro armato mi sia appena passato sopra. Ma non si preoccupi, non sono mai stata così in forma"
<<Nicole, oddio come ti senti tesoro? Appena abbiamo saputo ci siamo precipitati qua>>

I miei genitori, in una coordinazione totalmente stucchevole, mi domandarono l'ennesima volta.
<<Mamma è tutto ok>>
Risposi, si era quasi tutto okay, escludendo la testa dal resto del corpo, ovviamente. Ma poi lui entrò, lui con le guance rosse e il fiatone.
Forse è ora di parlare.
<<Salve signori Hale. Nic io.. Non.. >>
Quasi cascai al suo viso innocente.
I miei genitori lo salutarono affettuosamente, un po' troppo.
<<Ci lasciate soli? Per favore?>> chiesi e loro sgomberarono.
<<Nic, come stai?>>
Ne ho Abbastanza di questa domanda.
<<Devo proprio dirti come sto, James? Bene. Sto come in una ruota panoramica. La mia vita è un continuo fallimento, è amare e poi pentirsene. É sperare che ogni volta che sono felice, la mia felicità non venga strappata via dalla tristezza. È seriamente, da una vita che succede così. Quindi non chiedermi come sto, e non guardarmi come non fossi la millesima persona in dieci minuti della mia vita, che me lo chiede. E quindi se proprio devo dirtelo, non sto bene. Ora devi essere terribilmente sincero con me e dirmi tutto ciò che senti>> dissi più chiaramente possibile, insomma come se non avessi la faccia quasi piena di lividi.

<<Vorrei davvero dirtelo, ma il problema è questo, io non so che cosa sei per me. Sei troppo per essere descritta, tutto ciò che riguarda il mio fottuto passato mi terrorizza, ti racconterò tutto per filo e per segno se mi prometti di restare.
Sono un cretino e sbaglierò, ma ho sempre sbagliato con te.
In particolare c'è una cosa che mi fa impazzire più di tutte, i primi giorni che ho passato con te, continuavo a dirmi che eri come tutte le altre, in fondo.
E perché, se eri come tutte le altre mi hai fatto innamorare? Cazzo, cosa c'è in te che non è come le altre, perché di te si ma di tutte le altre no? Capisci, nic? Mi hai fatto diventare un povero pazzo, un povero pazzo innamorato di te. Ecco cosa ho sbagliato, tu sei stata sempre così importante e non me ne sono mai accorto>>
Mentre pronunciava queste parole, mi accorsi che era sull'orlo del pianto, e anche io. Lui, chi se lo sarebbe mai aspettato, e io e lui insieme siamo sbagliati.. Ma forse qualcosa, in noi è giusta tanto da farci unire.
<<Ehi Niki>> una terza persona entrò nella stanza. Il mio ragazzo Alan, lo ho sottovalutato troppo.
<<Toglimi una curiosità, tu non sai minimamente cosa vuol dire tempismo, vero? No perché riesci davvero a rompere il cazzo nei momenti sbagliati>>
Alan lo guardò arrabbiato, e forse nel suo sguardo iniziò a capire che io e lui non siamo fatti per stare insieme, ed ora, devo dirglielo.
<<James, mi fai parlare sola con Alan? Devo proprio parlargli>>
Con una smorfia uscì dalla camera, che poi sembrava un inferno..

<<Ma che sta succedendo?>> mi chiese Alan in preda alla disperazione.
Quanto vorrei darti una risposta, caro.. Solo che è difficile dato che non lo so nemmeno io.
<<Allora... >> iniziai.
Ma ovviamente, come nel resto della mia inutile vita qualcosa ci interruppe.
Lo squillo del telefono del ragazzo a me vicino, e beh ora non venisse a dire a me che non voglio parlare con lui, a quanto pare nemmeno lui sembra molto disponibile..
<<Alan non rispondere. Parliamo ora o mai più>>
Lui uscì dalla camera, facendo finta di non aver sentito. Io non la voglio una relazione così, non con lui.
<<Fate una bella coppia, mi complimento>>  arrivò James dal nulla, spuntando da dietro la porta di legno. Mi assicurai che Alan fosse veramente uscito e lo feci parlare.
<<Ma stai zitto, e sparisci prima che torni>>
<<Non sparisco proprio per niente, mica sono Harry Potter>> cercò di farmi ridere ma non ci riuscì, non voglio deludere Alan, mi dispiacerebbe per lui ma non lo amo. Ma so che non posso scappare dai miei sentimenti per sempre, James mi ha stregata la mente e il cuore e non voglio illudere nessuno, specie Alan che con me é stato sempre gentile, al contrario di James che é quasi sempre così stronzo.. Ma forse è questo che mi ha colpita di lui, questo suo provocarmi sempre, tira fuori il peggio e il meglio di me, non so proprio come fa.
<<James cosa vuoi? Non complicare le cose, ti prego>> Lo supplicai. Già per tutto il giorno mi ha perseguitata il suo pensiero, ci manca che anche all'ospedale prende a botte Alan, vabbè male che vada abbiamo già i soccorsi pronti.
<<Ti piace proprio lui? Ma come fai?>> si sedette accanto a me dimenticandosi completamente che io ero, appunto, su un letto d'ospedale con qualche botta qua e là.

<<Smettila! Sai che non é così, lui non mi piace, okay? E odio questa cosa! Perché lui non mi piace ma tu si? Volevi farmi dire questo? Ci sei riuscito!>> urlai e qualche persona che era nei corridoi si girò a guardarmi, ecco, ha tirato fuori i miei pensieri, ma solo lui ci riesce, non so farlo nemmeno io da me.
<<Finalmente lo hai detto.. Sapevo che lo avresti fatto.. Ti serviva solo una spinta>> si elogiò.
<<Non è detto niente, James. Io non posso fare questo ad Alan, lui è convinto che io lo ami>>
<<No che non lo ami, piccola, stai convincendo te stessa ad amarlo, ma solo perché non accetti di esserti innamorata di me. E io lo so perché ho imparato a viverti>> disse con un sorriso stampato in viso, ebbene sì, mi scordai persino dell'incidente, e ce ne vuole..

<<E io lo odio. Detesto l'idea che qualcuno possa renderti più felice di me, dai retta al cuore non alla testa. Perché il tuo cervello mi odia ma il tuo cuore si sente da qui che urla che mi ami>> spiegò mentre mi accarezzava la guancia, ormai coperta da lacrime.
Non avrei mai immaginato che James Livs fosse così tanto dolce, che fosse così importante per me.
<<Tutto questo è passato così velocemente e non mi sono nemmeno resa conto di quello che mi stai facendo. Sei tanto e troppo per me, il primo che é riuscito a tenermi testa e a farmela mettere a posto, mi hai fatto capire che sono così legata a te da non accorgermi che mi stavo innamorando di te. Mi sono innamorata, sì, piano piano, forse quel rapporto di odio costante tra noi che ha acceso quella scintilla dentro di me, sono stata un casino con te, sarò un casino con te.
Ma io ti amo e tu amami, anche se sono un casino, anche se a volte sembrerò incontrollabile, anche se a volte il mondo mi cade addosso, perché ho paura di essere felice perché una volta sono felice e altre mille soffro. Non voglio soffrire, voglio solo vivere. Anche se sono questo casino ambulante voglio stare accanto a te, voglio che questo casino riesca ad essere felice anche quando tutto crolla e si spezza. Sarò anche un casino, ma lo voglio essere con te. Sceglimi anche se sono un casino>>

<<Sei sempre così romantica?>>




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