Capitolo 42

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James pov's

Controllai nella stanza dello zio Carl ma di lui nessuna traccia. Allora scesi giù.

<<Nic, dove sei?>> chiamai per tre volte. Nicole non rispose a nessuna chiamata, però sentii un grido strozzato. C'è qualcosa che non va. Iniziai a preoccuparmi.
Andai in cucina e trovai nic legata ad una sedia e bendata sia sugli occhi che dalle braccia.
<<Merda, nic stai bene?!>> urlai e un enorme braccio mi cinse il collo bloccandomi mentre con una  pistola puntava a Nicole.
Ma in che incubo sono finito?

<<Che cosa hai fatto allo zio?>>
Oddio Santa Nic perché urli? Ci manca che questo maniaco la spari e la mia vita può finire qui. E non perché non saprei stare senza lei, sia chiaro. Ma perché i suoi genitori e suo fratello mi prenderebbero a coltellate.

<<Tranquilla bambolina, tuo zio sta benone. Ora ditemi dove si trova il ferro di cavallo>>
Non capii e nemmeno lei a quanto vidi dalla sua espressione in faccia.
<<Di cosa parli?>> chiesi.

Accidenti, questo tizio ha una stretta ferrea, se non muoio con un colpo di pistola, morirò stritolato, e a pensare che avevo così tanti progetti per il mio futuro.
<<Non fate i finti tonti, il ferro di cavallo d'oro che tuo zio conserva gelosamente, ditemi dov'è o la sparo>> Puntò nuovamente su Nic e brividi di terrore percorsero il mio corpo.

<<Non azzardarti a farle del male!>> urlai ma la stretta del tizio si fece ancora più forte.
<<James non ho bisogno della tua protezione>> ripeté lei. É testarda come un mulo.

<<Bene allora fatti sparare pure!>> a quel punto il ladro mi lasciò ma non ci feci caso, Nicole mi sta facendo imbestialire.
<<Nessun problema>> frignò lei.
Ma vi pare una cosa normale litigare nel bel mezzo di una rapina?

<<In tutta la mia vita da ladro non mi era mai capitato di ascoltare due ragazzini litigare mentre ho una pistola puntata su uno dei due>>
Solo ora mi accorsi che la sua pistola era sul bancone ed io e Nicole eravamo faccia a faccia a urlarci contro, lei sempre seduta e legata a quella sedia.

<<Ma che sta succedendo qui?>> Zio Carl entrò in cucina e appena vide il ladro sbiancò in volto.
<<Che cosa ci fai qui Harold?>>urlò. Liberai Nicole dalla sedia e la feci alzare, le tremavano le gambe.
Beh non vedo proprio l'ora di tornare a casa.

Nic si poggiò al bancone e allungò la mano per prendere la pistola, e ci riuscì.
<<Chiamo la polizia, Niki, cara, dammi la pistola e andate a dormire>>

Era abbastanza traumatizzata, non come me, alla fine una pistola l'avevo già vista per discorsi passati.. Ma non penso che lei abbia avuto a che fare con un'arma. Mi sono divertito stasera, non ho mai avuto un appuntamento con una ragazza, non sono proprio il tipo, preferisco portarmele ad una festa. Chiariamo che non è stato un appuntamento, volevo di più. Penso che non si sia illusa però, con uno come me, meglio non pensare a qualcosa di serio. Nic è interessante, non faraintendete ma solo per svago.
Non mi vergogno di questa cosa perché l'amore non esiste, è solo una stupida favoletta raccontata ai bambini per fargli credere che per tutti c'è un lieto fine, ma non è così.
L'amore è soltanto una debolezza, che se non controllata ti distrugge. Per rimanere in tema, pensate a Nicole, quel Lucas del cazzo la ha frantumata.
Ma non ci voglio pensare, domani appena tornato andrò a qualche festa con tante belle ragazze e dimenticherò tutto di questa sera.
Portai Nic in camera e la tranquillizzai.

<<Ehi, è tutto a posto ora. Dormi che domani dobbiamo tornare a casa>>
Non rispose ma si limitò a mettersi tra le coperte e a cercare di dimenticare quest'esperienza.
Credo che dormirò anche io.

Mi svegliai di soprassalto dopo un incubo fatto stanotte.
Era la scena di ieri sera, ma non era un ladro a puntare la pistola su Nic, ma Lucas, il suo ex. Le sue urla nel mio sogno mi fecero svegliare tutto sudato.

<<James tutto okay?>> chiese Nicole.
Aveva i suoi bellissimi occhi color ghiaccio puntati verso di me e per un attimo mi persi.
Poi ritornai alla realtà.

<<Si, tutto bene. Dai cambiati che si torna a casa>> dissi e andò in bagno a cambiarsi.
L'istinto mi suggerì di entrare in bagno e provarci con lei.
Non è l'istinto, è la cretinaggine, idiota.
Che cazzo vuoi?

Fatto sta che non andai, non me la sentivo. Ma ci riuscirò prima o poi.
Dentro di me ho sentito qualcosa baciandola, e voglio scordarmela, lei è come tutte, o forse no.

Uscì dal bagno con un leggings nero a vita alta e una maglia lunga grigia. Quest'abbigliamento gli risaltava le curve.
Entrai in bagno e mi cambiai anche io.

Ci vogliono circa due ore di macchina per tornare a casa quindi misi qualcosa di comodo.
Scesi giù e trovai lo zio e Nic che si salutavano, dal canto mio non mi sono mai piaciuti i gesti affettuosi e soprattutto i saluti quindi con un gesto della mano ricambiai la sua ospitalità.

Entrammo in macchina e partimmo.
Dopo aver cambiato canzone per la milionesima volta, Nicole si mise a messaggiare, sicuramente con quell'Alan.

Beh per la sua incolumità spero solo che non la porti a letto e la lasci lì, non me lo perdonerei, cioè suo fratello Riki non me lo perdonerebbe.

<<Con chi messaggi?>> Cazzo perché non sto mai zitto.
<<Con qualcuno di cui non ti interessa>>
Appunto, la cosa che odio di più di lei è questo suo essere strafottente con me, e lo detesto, nessuno mi ha mai risposto così male, e francamente non lo avrei mai permesso a nessuno. Svegliati, James, dimostrale che non sei Alan.

<<Non mi importa con chi messaggi>>
Risposta geniale, dato che prima le hai chiesto il contrario.
Sono un cretino.
Mi hai evitato un insulto..

<<Stai bene, James?>> chiese lei guardandomi per poi ridere e spostare lo sguardo sulla strada.
<<Mai stato meglio>> dissi.
Per tutto il rimanente tragitto dormì e arrivammo più presto del previsto.

Il tempo nuvoloso rendeva tutto più bello, mi piace la pioggia, le nubi, rispecchia un po' le mie emozioni, che a dire il vero sono poche.
Non sono triste e non ho nessuna intenzione di esserlo, solo che non ho ancora provato la vera felicità.
La strada era bagnata ma subito dopo risplendeva del riflesso del sole.

<<Nic svegliati, siamo arrivati>> aprì gli occhi e la accompagnai dentro casa. La signora Hale subito ci accolse con un caloroso abbraccio e anche Riki.
<<L'hai trattata bene, spero.>> affermò quest'ultimo mettendo un braccio sulle spalle della sorella.
Se Nicole gli dice che le ho risposto male prima sono ufficialmente morto.

<<Beh si>> disse a mio stupore.
Lui sorrise ad entrambi e credo sia ora di levare le tende. Vado a casa e dopo a qualche bella festa, con qualche bella ragazza.

Anche Se Sono Un CasinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora