Capitolo 40

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Ragazzi! Se vi va passate a leggere le mie nuove storie "Scusa se Di me non ti Libererai mai" e "Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso Cielo" mi farebbe piacere! Grazie 🙏

<<James.. >>

Non so se riuscirò ancora a guardarlo negli occhi. Siamo amici, non possiamo baciarci. E poi io sto uscendo con Alan, non posso fargli questo.
Che confusione da quando c'è lui, lui è questo in fondo, caos e problemi. E io odio il caos, però strano detto da me, dato ciò che sono, un casino.
Io e James siamo amici, punto.

<<Si direi che ci vedo>> disse scacciando via i miei pensieri.
<<Diresti?>> Si mise a ridere e anche io. E no, questa volta non mi faccio mettere sotto da lui, ne parliamo. Ora.

<<James, siamo amici vero?>> ci avvicinammo alla riva per poi iniziare a raccogliere le nostre cose per tornare a casa. Presi il cestino e la tovaglia.
<<Si, credo.. >>

<<Allora non baciarmi, tu stai con Lessie e io sto uscendo con Alan.>> Anche se non credo stia con lei, perché il loro é più un rapporto da una sera e via, oppure tante sere.
<<Mi dispiace, non dovevo farlo, Alan ci rimarrebbe male, povero sfigato>> queste parole mi infastidirono perché Alan é un amico molto speciale, abbiamo tantissime cose in comune.

<<Non parlare così di lui>> ribadii in tono pacato.
<<Lo stai difendendo? Ah giusto, é troppo innamorato, pensa se scopre che abbiamo dormito assieme. Mi viene a prendere a botte?>> scherzò ridendo. Iniziò ad imitarlo e io odio quando insultano i miei amici, ma tanto che discuto a fare con lui? Tanto appena tornati lui andrà dalle barbie di Lessie e mi lascerà così, con uno stupido bacio senza senso! Io non starò ai suoi comodi, e tantomeno sarò una delle sue conquiste.

<<Lascialo stare, insulta me ma non lui>> sono abituata ai suoi insulti, lo fa per scherzare, ma non conosce Alan e finché non sa com'è non può permettersi di giudicarlo.
Beh non lo conosci perfettamente nemmeno tu...
Lo so, ma lo conoscerò.

<<Sai che non ti chiederò scusa per aver offeso un coglione, vero?>> Lui è così, non gli dispiace se mi tratta male, però può baciarmi? Eh no.
L'unica cosa che rimpiango a me stessa è che sto bene con lui, ora l'ho ammesso. Mi fa divertire, sorridere, perché è così?

<<Già.. Andiamo a casa>> dissi chiaramente. Sono arrabbiata, con me stessa e con lui.
Tutta la pioggia e la discussione con lui non mi hanno fatto accorgere che il sole stava appena tramontando, mi aveva detto che mi avrebbe portato fuori a mangiare, e guardateci ora.. arrabbiati l'un l'altro.

C'erano pozzanghere ovunque sulla strada che portava a casa di zio Carl. Scrissi un messaggio al gruppo che avevo con le mie amiche Marta e Allison per avvisarle che ero viva ancora.

Messaggio da Allison:
"Allora sei viva?"
Messaggio da Marta:
"Pensa che ti stavamo organizzando il funerale"
Messaggio a Marta e Allison:
"Dai, non scherzate. Come state?"
Messaggio da Marta:
"Qui stiamo benone, siamo uscite ieri, io e Jacob e lei, poi é arrivato il migliore amico del mio ragazzo e ci ha provato con Al"
Messaggio da Allison:
"Ma lui a me non piace, e tu come stai?"
Messaggio per Marta e Allison:
"Bene, scartando le liti con James"
So che staranno pensando che odio è amore, ma non con noi.

Arrivammo a casa e caddi a peso morto sul divano.
<<Che fai? Perché non ti vai a cambiare?>> urlò James entrando dalla porta.
<<Che stai dicendo? James ne ho abbastanza.. >> mi lamentai volatandomi dall'altra parte del divanetto di pelle freddo, credo che prenderò un plaid e guarderò serie tv per tutta la sera.

<<Senti, ti ho promesso un'uscita e andremo nel posto che ti ho detto, chiaro?>>
Ha un carattere che odio!
<<Non dirmi cosa devo fare, James! Non sei il mio padrone>> Gridai più forte di lui, fortuna che non abbiamo vicini che ci denunciano.

<<Bene, allora resta qui a deprimerti come una vecchia>> disse e si sedette, non mi ero nemmeno resa conto di essermi alzata per urlare contro lui.
Da una parte non voglio restare qui e ho una fame da matti, però non voglio stare con lui!

Vabbè non devo per forza guardarlo in faccia, guarderò più che volentieri il mio piatto.

Salii in camera e iniziai a farfugliare tra la mia roba, possibile che ho portato solo abiti da casa?
Cercai più accuratamente e grazie a Dio trovai una gonna tutta nera a vita alta che mi arrivava sopra il ginocchio. E una camicetta bianca con dei bottoncini bordeaux messa dentro la gonna. Presi la piastra che, fortunatamente avevo portato e arricciai le punte dei capelli, niente male.
Le mie solite converse bianche alte e un po' di eyeliner sulle palpebre, io sono pronta.
Scesi giù e lo trovai nella stessa posizione con la quale lo avevo lasciato solo vestito molto più elegante e con il ciuffo sistemato all'indietro con il gel.

<<Beh? Vogliamo andare?>> chiesi.
Si girò a guardarmi e il suo sguardo si soffermò su ogni parte del corpo.
<<Sapevo che non avresti detto di no al cibo>>
Si alzò e lasciò un bigliettino a zio Carl.
"Siamo ad un ristorante a mangiare, torniamo presto, forse" risi leggendo e notando la bellissima calligrafia di James, accidenti devo farmi dare lezioni da lui.

<<Stai.. Emh.. Sei bella>> disse sistemandosi il ciuffo, gesto che fa intendere che sia in imbarazzo. Adorabile quando fa così, no scherzo. Camminando guardò il cielo, ormai era sera e iniziavano a sorgere le prime stelle con la luna.

<<Grazie, anche tu non fai poi così pena>> tentai di dire, ma ero più che agitata pure io.
<<Che cazzo di complimenti fai?>> sbottò.
Senti, James non è colpa mia se mi metti in difficoltà.
Per tutto il per tragitto non disse una parola, però mi calmai, perché in fondo era solo James.

<<Un tavolo per due>> ordinò James al cameriere.
<<Solo due?>> chiese quest'ultimo senza nemmeno guardarci.
<<Ti ho detto due, cazzo. Ci senti? Che razza di cameriere sei?>> gli diedi una gomitata per fargli capire il mio disappunto. Ma lui nemmeno se ne accorse data la mia forza da formica, anzi si girò a guardarmi male.

<<Accomodatevi>> rispose il cameriere non facendo caso alla maleducazione di James.
Ci sedemmo in fondo alla sala e molte persone ci fissarono, vedendo la sua aria da inglese doc.
In realtà il suo accento inizia a piacermi.

<<Posso dirti una cosa seria?>> chiesi picchiettando sul tavolo con una forchetta.
E le buone maniere dove sono finite?
Sono in cucina che mangiano.
<<Dimmi pure, basta che non mi obblighi a ordinare tutto il ristorante.. >> disse.

<<Per caso mi hai presa per un'ingorda?>> accigliai lo sguardo arrabbiata.
<<No, dimmi e muoviti>>
<<Quando eri piccolo, hai mai sentito parlare di me?>> chiesi.

<<Posso farti una confessione?>> domandò e annuii.
<<Eri sempre nella mia mente anche se non ci siamo mai visti, cara nic. Vedi ero romantico già da piccolo>>
Sorrisi e rise anche lui. Eravamo in perfetta sintonia stasera, spero solo che domani non cambi e non inizi ad insultarmi, la sua gentilezza  è a momenti..

Anche Se Sono Un CasinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora