Capitolo 27

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Ero eccitatissima quando lui penetrò dentro di me piano, come quella volta, sulla moquette rossa dei Giochi del Sesso.

Però questa volta eravamo solo noi due, e nessuno ci avrebbe fermati.

Sentii tante sensazioni quando arrivò fino in fondo, troppe per descriverle.
Ma mi piaceva.

Ero aggrappata alle sue spalle, e lui si teneva ai miei capelli, tirandoli un po'.
Con le gambe avvolgevo il suo corpo.

A volte lo tiravo verso di me per baciarlo, ne sentivo il bisogno quando toccava il fondo.

Mi sentivo bagnata, una fontana praticamente.

Ansimavo. Ansimavamo entrambi.

Lui continuava a muoversi con un ritmo regolare, né troppo lento né troppo veloce.

Era semplicemente perfetto.

A volte mi accarezzava le guance, altre volte mi baciava il collo, e poi scendeva più giù, fino all'incavo della spalla.

Lo sentivo vicino, come mai prima d'allora.

Il suo odore mi dava alla testa.
Non era né una puzza né un profumo, era solo l'odore di Brandon, inconfondibile.

Non so per quanto andammo avanti così, persì completamente il senso del tempo.

So solo che in certi momenti mi sembrò davvero di toccare il paradiso.

Lo stringevo forte, non volevo lasciarlo mai più.

Quello era amore, non ne avevo dubbi.

L'amore è molto diverso dal sesso. Il sesso è solo un effetto collaterale dell'amore.

Te ne accorgi quando tutto finisce: senza amore, il mese prima, una volta uscita dai Giochi del Sesso piansi per ciò che mi era stato fatto.
Questa volta invece piansi di gioia.

Affondai il viso contro il petto di Brandon e lo strinsi fortissimo a me.

"No, Amy, cos'hai?" mi chiese allarmato Brandon quando si accorse delle lacrime.

"Sono felice. Ti amo" risposi asciugandomene una.

Non riuscivo a togliermi quel sorriso dalle labbra.

Mi sollevò il viso e mi baciò con passione.

Mi sentivo appagata.
Era stato tutto fantastico. Lui era fantastico.

"Mi hai spaventato" sussurrò.
"Avevo paura di aver fatto qualcosa di sbagliato anche questa volta"

Gli accarezzai i capelli.

"Sei stato perfetto" lo rassicurai.

Ero praticamente distesa su di lui.
Mi teneva stretta per i fianchi.

"Quando vuoi accendo la luce" mi disse dopo qualche minuto.

"Okay. Anche adesso se vuoi"

Tolse la mano dal mio fianco sinistro per cercare l'interruttore dietro la sua testa.
Lo trovò, e la luce invase la stanza.

Riportò subito la mano al suo posto, dolcemente.

"Sei bellissima quando sorridi" mi disse.

Sorrisi ancora di più a quelle parole.

Anche lui sorrise. Quando lo faceva il viso gli si illuminava.

Il suo corpo sembrava quello di una scultura di marmo, una di quelle belle, di quelle antiche.
Ma era molto più caldo del marmo.
Mi scaldava il cuore.

"Grazie" gli dissi.

"Grazie di cosa?"

"Grazie di tutto"

I suoi bacini erano dolci.
Mi esploravano, senza mai darmi fastidio.

Le ore passarono, e noi rimanemmo stesi sul letto, tra carezze, baci e parole dolci.

"Sai, penso che tu sia la prima ragazza che amo per davvero" mi confidò.

Per un momento pensai a quante altre ragazze avesse potuto avere.
Quante altre si erano trovate nella mia stessa situazione, distese nude su quel letto, insieme a lui?
Con quante altre ragazze aveva fatto sesso?
Inorridii al solo pensiero di essere una delle tante.

"Quante ragazze hai avuto?" gli chiesi incerta.
Ero troppo curiosa, dovevo saperlo.

"Vuoi la verità? Potrebbe essere doloroso"

Annuii.

"Se devo essere sincero non lo so. Ho fatto sesso con un sacco di sconosciute incontrate ad eventi come quello in cui ci siamo conosciuti noi. Non le ricordo tutte, e di alcune non so nemmeno il nome. Alcune volte ero anche ubriaco, e non mi ricordo niente. So solo che al mio risveglio mi ritrovavo di fianco una ragazza, spesso mai vista prima. Non vado fiero del mio comportamento".

Appoggiai la testa sul suo petto.
Sentivo il suo cuore battere veloce.

Lui continuò il racconto.

"Se penso a quante ragazze ho fatto soffrire, a tutte quelle che ho trattato come giocattoli e gettate via una volta finito il divertimento... Vorrei sprofondare nelle viscere della terra, anzi morire. Senza di me il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore."

"No, Brandon..."

"È così. Però Amy, con te è diverso. Non sento il bisogno di scappare in questo momento. Mi piace stare qui a coccolarti. E non ho mai corteggiato qualcuna come ho corteggiato te. Ho aspettato un mese per questo momento. Prima era solo questione di sesso. Nient'altro. Non avrei avuto così tanta pazienza con le altre ragazze."

Sapere certe cose mi faceva male, dovevo ammetterlo, ma almeno era stato sincero.

"Il tuo cuore batte fortissimo" lo avvertii.
Lo sentivo martellare nel mio orecchio.

"È perché adesso ho paura"

"Di cosa?"

"Di quello che potrai pensare di me. Paura di vederti scappare via. Anche se me lo meriterei, è quello che io ho fatto per anni a quelle povere ragazze".

"Non ti giudico per come hai trattato le altre. Ti giudico per come stai trattando me. E mi stai trattando benissimo" dissi dopo averci pensato un po' su.

"Grazie. Sei speciale. Sto facendo del mio meglio per comportarmi bene"

Lo baciai di nuovo.
Forse stava cambiando davvero.

"Amy" mi chiamò poi.

"Si?"

"Non avevo mai detto 'Ti amo' a qualcuno. Sei la prima"

Non riuscivo a crederci.
Tutto quel sesso senza mai aver provato amore. Non lo credevo possibile.

"Ti amo Brandon"

Il pomeriggio passò in un batter d'occhio, e presto fuori cominciò a farsi buio.

Il mio stomaco cominciò a gorgogliare, e per Brandon era impossibile non sentirlo vista la vicinanza dei nostri corpi.

"Ordiniamo una pizza?" mi chiese lui.

Annuii, spostandomi un po' per permettergli di alzarsi dal letto.

"Sai, sento qualcuno che si lamenta qui sotto" scherzò sfiorandomi la pancia con una mano.

Lo lasciai fare. Mi piaceva essere desiderata. E quando cerchi un contatto con qualcuno è perché lo desideri.

Non sono una ragazza a cui piace stare al centro dell'attenzione, ma con lui era diverso.
Le sue piccole attenzioni nei miei confronti mi facevano sentire amata.

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TUTTO PER COLPA DI UNA FIRMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora