Capitolo 31

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Io e Brandon evitammo di rivolgerci la parola mentre la donna ci accompagnava dagli altri, che stavano ancora aspettando in cerchio.

Brandon sapeva che io ero molto arrabbiata, e il suo sguardo fisso sul pavimento rivelava il suo senso di colpa, almeno in parte.

Quando entrai nella stanza notai subito due persone nuove, un ragazzo e una ragazza.

Mancavano Jordan e Fiona: probabilmente avevano pagato la cauzione.

Mi sedetti, e come la volta precedente ci fu il momento delle presentazioni, con i nostri nomi scritti su un foglio.

Il ragazzo nuovo si chiamava Gregory, portava un paio di occhiali giganti e aveva i capelli corti e riccioluti, color del rame.

La ragazza invece era Jennifer: sembrava la solita ragazza snob che si dà un sacco di arie e crede di essere superiore agli altri, dritta com'era sulla sua sedia e con quello sguardo altezzoso, come se avesse sempre la puzza sotto il naso.

Sarah mi guardava con aria compiaciuta. Pensava che fossi là di mia spontanea volontà? O era felice perché era riuscita nell'intento di rovinarmi la vita ancora una volta?

Come se non bastasse, continuavo a chiedermi chi diavolo fosse quella donna misteriosa, così composta e allo stesso tempo così forte, che aveva organizzato tutto e ci squadrava con le bocce piene di biglietti con scritti nomi e obblighi.

Dopo che ebbe rispiegato le regole, le stesse della volta precedente, ma con l'introduzione di alcuni biglietti jolly di cui non disse niente, estrasse il primo bigliettino, con scritto il nome di qualcuno di noi.

"E il primo nome è... Emily!"

Da quando ero entrata quella troietta mi stava guardando male, probabilmente non riusciva ancora a capite il mio comportamento di quella sera, il mese prima.

La donna in piedi tirò fuori un vibratore gigante a forma di pene.
"Emily, avrai l'onore di giocarci un po' con..."

Nella mia testa pensavo con tutta me stessa 'non Brandon, non Brandon'.

"Con Gregory!"

Tirai un sospiro di sollievo mentre li guardavo allontanarsi verso una delle stanze adiacenti alla sala.

Poi volsi il mio sguardo nella direzione di Brandon, tre sedie dopo la mia, e mi accorsi che mi stava fissando.
Lo sguardo da cane bastonato non gli era ancora andato via.
Era come se mi stesse chiedendo pietà per quello che gli avrei detto una volta usciti di lì.

Sinceramente non sapevo nemmeno io fino a che punto arrabbiarmi con lui.
Non volevo lasciarlo, lui era la cosa più bella che mi era capitata in quasi un anno...
Ma non volevo nemmeno perdonarlo subito. Anche se sapevo che l'aveva fatto per proteggermi, perché non avendo abbastanza soldi per tutti e due aveva deciso di sacrificarsi, la sua intenzione era quella di mentirmi e tradirmi con qualcun altro senza dirmelo, volontariamente o no.

Continuava a guardarmi, e anche io guardavo lui.

Poi la donna estrasse un altro bigliettino:

"Amy!"

L'ansia è il terrore si mischiarono dentro di me.
Mi sentivo andare a fuoco.

'Io non farò niente', continuavo a ripetermi.

La donna tirò fuori un altro pene di gomma.

"Ancora?!" esclamò qualcuno alla mia sinistra.

"Questo non è un vibratore. È un semplice dildo. Un giocattolino che entrerà dentro Amy e la farà urlare. E sapete chi ci giocherà con lei?" spiegò la donna mescolando i bigliettini dentro la boccia.

TUTTO PER COLPA DI UNA FIRMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora