Riguardai il messaggio, come stregata dalla luce del display: "Ehi, come stai?"
Avrei dovuto rispondere sinceramente? O dire che stavo bene?
A volte quando le persone mi chiedevano come stavo rispondevo istintivamente "Bene", anche se spesso non era così.
Ma mentre fissavo quel messaggio con il cellulare in mano mi tornò in mente la serata del giorno prima, e di rispondere "Bene" non ne avevo proprio voglia.Allora scrissi: "Meglio", e subito sotto "E tu?"
'Che risposta stupida', pensai; probabilmente Brandon si sarebbe fatto un'idea sbagliata di me.
No, non potevo fare la parte della ragazzina innamorata che manda messaggini al ragazzo che le piace. Dovevo ricordarmi che io e Brandon ci eravamo già conosciuti fin troppo intimamente, e io me ne vergognavo.
Mi vergognavo di parlare con un ragazzo che mi aveva vista nuda e con cui avevo fatto sesso, anche se per poco, perché lui non era il mio ragazzo, non era qualcuno di cui sapevo di potermi fidare.
La verità era che Brandon era uno sconosciuto. E quando parli con qualcuno che non conosci e non vedi la sua faccia non puoi riuscire a capire cosa stia pensando.
Mi stava prendendo in giro leggendo i miei messaggi? Stava ridendo di me? O era preoccupato? O magari felice?
No, non potevamo messaggiare, dovevo vederlo di persona.
Mi arrivò la sua risposta: "A parte il senso di colpa per ieri sto bene... C'è qualcosa che posso fare per te? Come ti ho già detto, voglio farmi perdonare"
È facile dire che ti dispiace attraverso uno schermo... volevo vederlo negli occhi.
"Vediamoci di persona, non mi piace parlare con i messaggi" gli scrissi.
"Ok... dove e quando?"
Gli dissi in che parco mi trovavo e che poteva raggiungermi lì.
"Va bene, sto arrivando".
I minuti successivi sembrarono ore, non passavano mai.
Mentre aspettavo mi guardai attorno: il parco era mezzo vuoto.
Un bambino stava andando sull'altalena, e chiedeva a suo nonno, dietro di lui, di spingerlo sempre più in alto.Pensai che forse anche io avevo bisogno di una spinta, qualcuno che mi aiutasse a ritrovare la felicità: da qualche giorno la vita mi aveva regalato solo delusioni e dolore.
Dall'altra parte del parco, invece, su una panchina identica alla mia, era seduta una donna sulla cinquantina, immobile. Chissà cosa ci faceva lì, pensai, cosa l'aveva spinta a stare da sola su quella panchina. Solo dopo mi accorsi del cane che le correva attorno: lei era lì per lui, per prendersi cura del suo cane e fargli fare la passeggiata giornaliera.
Io invece non avevo nessuno che si prendesse cura di me. I miei genitori? Probabilmente non si erano nemmeno accorti della mia assenza la sera prima, mentre io ero ancora lì che mi ingegnavo per trovare delle scuse per non rivelargli niente... In fondo sapevo che non sarebbero servite.
Quando arrivò Brandon in bicicletta alzai la mano per farmi vedere, e lui venne verso di me.
I suoi capelli dorati brillavano illuminati dal sole.
"Ehi, ciao, che volevi dirmi?" cominciò, lasciando cadere la bicicletta di fianco alla panchina e sedendosi vicino a me.
In realtà non avevo nulla di importante da dire.
La solita cretina, l'avevo fatto venire fino a lì e non avevo niente da dirgli???
"Volevo vederti di persona, non sono brava a interpretare il tono dei messaggi" dissi.
Penso di essere diventata rossa, perché lui guardandomi sorrise.
"Almeno oggi non piangi. Mi sono sentito davvero in colpa quando ieri ti ho vista piangere."
I suoi occhi erano sinceri, e io continuavo a chiedermi se fosse solo un bravo attore o ci credesse davvero nelle parole che pronunciava.
"Sì, scusami... ieri era già una giornata difficile per me prima che io venissi a quel... quell'evento"
Non riuscivo a dire il nome, i "Giochi del sesso", mi vergognavo troppo di aver partecipato.
"Cosa è successo? Se posso chiedere..."
Brandon sembrava davvero curioso, ma non voleva sembrare troppo invadente."Niente che ti riguardi... ma sono stata mollata..."
"Oh""E, Brandon..."
Dovevo chiarire la situazione.
"Non so che idea tu ti sia fatto di me, ma io non sono come quelle ragazze che c'erano ieri... Mi ci ha portato Sarah, che fino a poco fa era la mia migliore amica, senza dirmi dove stavamo andando... Mi vergogno di quello che ho fatto. Per favore, non dirlo a nessuno... So che magari vuoi vantarti e fare il figo ma..."
"Ehi, frena, frena..." mi interruppe, "Io non mi vanterò con nessuno, perché dovrei? Anche io ho paura che le persone che conosco nella vita di tutti i giorni sappiano che frequento certi posti"Non potevo crederci, pensavo che Brandon fosse il tipo di ragazzo a cui piace fare il duro, il tipico bad boy che si circonda di droga, alcool, fumo e a cui le ragazze cadono ai piedi. Uno che si sarebbe vantato delle sue "conquiste" con i suoi amici cazzoni.
Lo guardai meglio, e non aveva niente del "bad boy" che avevo pensato che fosse: non un piercing, non un tatuaggio, gli occhi azzurri e i capelli chiari di un angioletto.
"Chi sei nella vita di tutti i giorni?" chiesi incuriosita.
"Un tipo abbastanza noioso..."
"Beh, intanto quanti anni hai?"Mi accorsi di non sapere niente di lui a parte il nome.
"Indovina" mi disse sorridendo, allargando le braccia e distendendole lungo lo schienale della panchina.
Mi sembrava più o meno mio coetaneo, così provai:
"Mmmh... 19?"
"No, 22. Tu invece?"Wow, era più grande di quello che credevo!
"Io 18"
"Oh, cucciola. Vai a scuola?"Quando sentii la parola "cucciola" il mio cuore perse un battito. Avrei dovuto essere contrariata, perché voleva dire che mi vedeva come una bambina perché ero più piccola di lui, ma al contrario mi sentivo al sicuro, come se i suoi quattro anni in più avessero potuto proteggermi.
"Sono al quarto anno di liceo"
"Io faccio l'università" rispose lui.
Wow, il giorno prima non avrei mai immaginato che tra quei ragazzi ci potessero essere degli universitari, mi sembrava un posto più, per così dire, "underground"...
"Davvero? Non me l'aspettavo!" esclamai, senza nascondere la mia meraviglia.
Lui sorrise, divertito.
"A quanto pare ti sei fatta un'idea sbagliata di me ieri".A quel punto non riuscii più a trattenere la domanda che mi frullava nella testa da un po'.
"Ma allora perché frequenti dei posti del genere?"Il sorriso gli si spense sul volto, abbassò lo sguardo e rimase in silenzio, tanto che cominciai a pensare che non mi avrebbe risposto.
Ma poi la risposta arrivò, e forse avrei preferito non sentirla.
P.s.: se la storia vi piace fatemelo sapere con un commento e non dimenticate di schiacciare sulla stellina😉
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TUTTO PER COLPA DI UNA FIRMA
RomanceAmy è appena stata mollata dal suo ragazzo. La sua migliore amica Sarah cerca di farglielo dimenticare portandola ad un evento alquanto insolito.