capitolo 10

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Namjoon mi raggiunse nella spiaggia.
"Se credi che così la pianterà di farmi apparire nei tuoi sogni e nella tua vita, piccola, ti sbagli".
Mi voltai presa dallo spavento. Tentai di indietreggiare, ma lui fu più veloce di me e mi abbracciò. Non mi mossi. Non ricambiai l'abbraccio, ne lo respinsi. Rimasi lì, ferma e immobile, terrorizzata da ogni movimento che avrebbe potuto fare quel mostro. Piano, piano mi accasciai per terra.
"Devi lasciarmi in pace. Vattene via"
"Areum..."
"Ho detto di andartene! Non ho chiesto io di essere maledettamente sbagliata. Non l'ho chiesto io! Vorrei solamente che tutto finisse, che la mia vita finisse!".
Guardai negli occhi Namjoon.
"No. Non farlo. Non pensare nemmeno di fare una cosa simile"
"È ora di svegliarsi, Namjoon".
Mi risvegliai da quell'incubo.
Mi gettai fuori di casa, senza ascoltare i miei genitori che mi urlavano di tornare indietro. Mi strappai la fasciatura dalla mano e cominciai a grattare il simbolo. Non importava se faceva male o meno. Dovevo togliermelo di dosso, anche se ogni mio tentativo era completamente inutile. Continuai a correre verso il bosco finché non arrivai allo strapiombo.
"Rieccomi di nuovo qui, ma questa volta sono qui per restare" guardai giù, vedendo le onde infrangersi sotto di me "e non me ne andrò".
Mi sentivo pazza a parlare da sola, ma la situazione che stavo vivendo era completamente surreale da non farci nemmeno caso. Mi avvicinai al bordo, quando sentii una voce.
"Aspetta! Non farlo!".
Mi girai e lo vidi lì. Tentò di farsi avanti.
"Se ti avvicini di un altro passo mi butto".
Namjoon si fermò, rimanendo solo a guardarmi.
"Ti prego, Areum, non farlo"
"Perché dovrei dare ascolto a un mostro come te? Sei un vampiro e io non mi faccio comandare da uno di loro"
"Areum, ti prego. Per un momento, pensa al nostro primo sogno. A quando ci siamo incontrati per la prima volta e tu mi hai preso in giro per i miei capelli. Alla spiaggia. Al secondo sogno, in cui ci siamo baciati per la prima volta. In cui ti ho promesso di venirti a salvare dalla situazione che era nata, da quello che tu chiamavi casino. Fermati e pensaci un attimo. Sono solo stato io a provare qualcosa? Ti prego, Areum, se questa cosa non è vera, se anche tu hai provato qualcosa, vieni qui".
Continuai a guardarlo per dei minuti che parvero un'infinità, per poi scendere lentamente dalle rocce e avvicinarmi a lui. Quando fui a pochi passi da lui, mi abbracciò. Questa volta ricambiai. Ci staccammo per un momento, rimanendo fronte contro fronte. Lui mi guardò negli occhi per poi abbassare lo sguardo verso le mie labbra. Pochi attimi ed eliminò la distanza che ci divideva. Ci baciammo finché nessuno dei due rimase senza fiato. Tornammo ad abbracciarci ed io posai la testa sulla sua spalla.
"Scusami, Nam, scusami"
"Shh. Tranquilla piccola, è tutto okay, andrà tutto bene"
"No, Nam, scusami per questo".
Lo spinsi indietro, facendolo cadere per terra. Il tempo di realizzare che cosa stava succedendo che mi ritrovai a precipitare verso quel mare contornato da rocce appuntite. Sentii una sensazione di bagnato invadere il mio corpo. Poco dopo sbattei la testa contro una roccia e persi i sensi.

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