capitolo 19

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Non volevo essere irrispettosa, ma la cosa stava diventando decisamente noiosa. Eravamo in quattro. Chiusi dentro una stanza. E l'unico gioco che facevamo era quello del silenzio. Non che volessi fare una festa, ma scambiare due chiacchere a bassa voce forse lo preferivo. Ad un certo punto sentimmo qualcuno bussare ala finestra. Silenzio. Un'altra volta. Una terza. Agust si avvicinò lentamente alla finestra. Vidi che l'aprì e una figura si avvicinò e l'abbracciò.
"Agust"
"Che cosa diamine ci fai qui? Ti avevo detto di rimanere a casa, è troppo pericoloso".
La figura chinò il capo.
"Lo sai perché sono qui..."
"Non sei obbligato a farlo, lo sai, puoi rimanere con noi, non ti succederà niente".
Finalmente riuscii ad incontrare i suoi occhi. Kai. Lo vidi avvicinarsi e inginocchiarsi affianco a me. Mi spostò i capelli dietro l'orecchio. Strinsi la pistola dietro la schiena.
"Mi dispiace, Ari, mi dispiace così tanto" si avvicinò al mio orecchio "Il clan ha ingaggiato una seconda orda. Sono tutti lì fuori ad aspettare che esci. Scegli tu cosa fare".
Mi alzai dal mio posto. Guardai negli occhi Kai. Gli lasciai un bacio sulla guancia e uscii dalla stanza correndo. Corsi verso il tetto, sentendo il marchio bruciare sotto la mia pelle. Mi arrampicai sulla scaletta e raggiunsi la cima della casa. Urlai per farmi sentire. Tutti e due i clan si fermarono di botto, guardando nella mia direzione. Cercai ovunque la figura di Namjoon. Non lo trovai.
"Areum, vieni subito qui. Ora".
Vidi mio fratello avvicinarsi all'edificio. Sfoderai la mia pistola.
"Non ti avvicinare, nemmeno di un centimetro, brutto pezzo di merda"
Jackson si fermò.
"Areum scendi di lì"
"Tu non mi dai ordini"
"Davvero ti fai manipolare da quelle bestie? Sono tuo fratello. So cos'è meglio per te"
"Non te n'è mai fregato niente di me, già è tanto se ti ricordi la data del mio compleanno. Non sai che cos'è meglio per me e, se lo sapessi, di certo non sarebbe ciò che volete farmi"
"Non capisci? Sono loro che ti vogliono utilizzare! Noi ti vogliamo solo a casa sana e salva, lontana da quel mostro"
"Non ti azzardare a chiamare in quel modo Namjoon. So che cosa mi volete fare. Andatevene via, tu e gli altri, adesso"
"Non senza averti riportata a casa".
Mi trasformai e mi gettai dall'edificio cadendo addosso a Jackson, stendendolo.
"Non ci provare, potrei batterti anche solo alzando un mignolo".
Sentii la porta dell'edificio dietro di noi chiudersi rivelando Agust.
"Il fratello non voluto... Ciao Yoongi"
"Il mio nome è Agust, non Yoongi, e ora vattene"
"Con nostra sorella addosso è leggermente difficile".
Non mi scansai. Continuai a ringhiargli contro quando sentii un urlo provenire dal bosco. Cominciai a correre in quella direzione, addentrandomi nella ramaglia di foglie e rami. Mi guardai intorno, sentendo un altro urlo. Mi avvicinai alla fonte e rimasi scioccata dalla scena che mi si presentò davanti.

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