capitolo 11

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Mi risvegliai in un letto. Forse ero morta o forse era stato tutto quanto un brutto incubo. Cominciai a guardarmi attorno, realizzando di non trovarmi in casa mia. Tutto era bianco, dalle tende, alle pareti, alle lenzuola. Mi levai il lenzuolo di dosso, quando mi accorsi di non avere più indosso i miei vestiti. Ero semplicemente in intimo bianco. Sentii la serratura emettere un scricchiolio. Mi buttai subito sotto le coperte, prima che qualsiasi persona ci fosse dall'altra parte si accorgesse che fossi sveglia. La porta venne chiusa e una figura si fece spazio sul letto, mettendosi accanto a me e cingendomi il busto con un braccio. Percepii un paio di labbra lasciare dei baci umidi sulla spalla e sul collo.
"Perché l'hai fatto, Areum? Ho avuto paura e tu ancora non sei sveglia. Ti prego, non lasciarmi da solo".
Mi voltai verso di lui e, sempre tenendo gli occhi chiusi, lo abbracciai, appoggiando la mia testa sul suo petto.
"Oh, Areum. Piccola, dolce Areum".
A quei nomignoli mi sciolsi. Aprii gli occhi e cominciai a disegnare dei piccoli cerchi immaginari sul petto di Namjoon.
"Areum sei sveglia?".
Mi limitai a scrivergli un "si" sul petto.
Namjoon si alzò e si mise a cavalcioni su di me. Lo guardai, mentre lui appoggiava le sue mani sul letto, vicino alla mia testa.
"Non fare mai più una cosa simile, Areum, non farlo mai più. Sono stato chiaro?".
Mi avvicinai al viso di Namjoon, sostenendomi con i gomiti e lo baciai.
Ci staccammo e ci guardammo per tanto tempo.
"Come stai?".
Tentai di parlare, ma non riuscii nemmeno ad articolare una parola. Namjoon si alzò e prese un quaderno e una matita, per poi porgermeli.
"Scrivilo"
Sto bene... Dove siamo?
"A Seoul... O meglio, nella periferia di Seoul, abbastanza lontani dal centro"
Okay... Vivi qui da solo?
"Questa è la casa dei capiclan dei vampiri da secoli, ora è nelle mie mani. La nostra tradizione vuole che il capoclan condivida la sua casa con la sua anima gemella. Quindi, no, non abito da solo. Ci abito con te"
Sorrisi lievemente, anche se sentii le mie guance andare a fuoco. Poi un pensiero mi pervase la mente, mettendomi in uno stato di ansia pazzesco.
Da quanto sono qui?
"Circa tre giorni"
Dio, i miei genitori saranno preoccupati e Kai... Nam, devo tornare da loro.
Prima che lui potesse dire qualcosa, sentimmo dei passi provenire dal corridoio. Namjoon si alzò dal letto e mi disse di far finta di dormire. Eseguii e in quel momento la porta fu spalancata, lasciando entrare uno spiffero di aria gelida.
"Si è svegliata?".
Riuscii a percepire il suo odore. Sapeva di casa, degli alberi della foresta fuori Daegu, di mamma, di papà... e di me, ma anche dell'odore di vampiri, quell'odore che fin da piccola ho odiato e di cui in pochi giorni mi sono innamorata.
"No, non ancora"
"Dobbiamo tenerla lontana dei miei genitori... Sarebbe troppo pericoloso se riuscissero a capire come diventare immuni all'argento. La sfrutterebbero e non vorrei mai che sfiorassero mia sorella".
Lo sentii avvicinarsi. Mi irrigidii, quando si mise affianco a me sul letto e mi prese la mani.
"Guardala. Non è bellissima? L'ho vista così tante volte addormentata ed ogni notte era sempre più bella".
Si avvicinò ancor di più, per lasciarmi un bacio sulla tempia, quando si bloccò.
"Perché sa di te?"

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