capitolo 20

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Namjoon era accasciato a terra, si teneva stretto la mano, gridando dal dolore. La stessa cosa che era successa a me qualche notte prima. Rimasi nascosta per un po' cercando di capire che cosa stesse dicendo mio padre.
"Tu hai rovinato mia figlia. Non dovevi apparire nei suoi sogni. Sei solo una creatura di Satana, le hai rovinato la vita"
"Non sono io ad avergliela rovinata. Mi aveva chiesto di portarla via da voi e non volevo che soffrisse a causa di persone incompetenti che fingevano di amarla pur di riuscire a studiare le sue abilità"
"Tu non la conosci, non la ami veramente"
"Se io non la amo, allora non lo fa nemmeno lei se è per questo. Se ami una persona non la sfrutti".
Era troppo. Namjoon continuava a tenersi stretto il palmo della mano mugolando e urlando. Presi la rincorsa e mi buttai su mio padre, facendolo cadere a terra.
"Areum che cosa diamine ti avevo detto? Dovevi rimanere con gli altri".
Mi ritrasformai e guardai nella sua direzione, continuando a tenere la presa salda su mio padre.
"Stai zitto e ringraziami per averti salvato il culo".
Mi riconcentrai su mio padre.
"Sappi che mi fai veramente schifo"
"Ti sei fatta abbindolare dal quella bestia. Devi riprendere il senno"
"Io amo quella bestia e, anche se sa essere stupido e non accetta il fatto che l'abbia appena aiutato, lui mi ama. Tu, invece, vuoi solo sfruttarmi per le mie potenzialità. È inutile che lo neghi. Sa già la verità".
Mio padre mi guardò negli occhi.
"Hai ragione. Sei importante solo per quello che puoi fare. Riuscirò a riportarti a casa".
Lo vidi scomparire sotto di me.
"Ma che cosa?!?!".
Mi girai verso Namjoon e lo presi sulle spalle, per riportarlo a casa.

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