capitolo 28

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Ero in camera mia e leggevo un libro quando qualcuno bussò alla porta.
"Chi è?".
Vidi Namjoon mettere la testa tra la porta e lo stipite.
"Puoi venire".
Namjoon mi raggiunse sul letto, sedendosi dietro di me e passando le sue braccia intorno al mio busto. Poggiò le labbra su mio collo e cominciò a baciarmi fino alla clavicola.
"Che cosa leggi?"
"Mah... Shadowhunters"
"Ci sono anche le nostre brutte copie lì dentro?".
Ridacchiai alla sua domanda. Sentii che mi mordicchiava il collo, così appoggiai il capo sulla spalla di Namjoon, per lasciargli più spazio.
"Nam. Fallo".
Namjoon si bloccò un attimo e mi girò verso di lui per poterlo guardare negli occhi.
"Areum..."
"Namjoon, ti ho detto di mordermi"
"Areum... Io non posso"
"Namjoon... Se non lo fai mio padre riuscirà a prendermi e questa volta non mi farà scappare facilmente! Se è come dici te, Namjoon, se per davvero  Daegu è protetta da una barriera, allora non potrai più riportarmi indietro"
"Gli impedirò di portarti via da me, ma non ti morderò. Non posso perderti".
Detto ciò Namjoon si alzò e senza dire nulla lasciò la stanza. Affondai il mio viso nel cuscino quando sentii bussare nuovamente.
"Chi è adesso?"
"Sono io Seulgi. Posso entrare?"
"Vieni".
Seulgi entrò nella camera e si mise davanti a me sul mio letto, seduta a gambe incrociate.
"Io posso aiutarti. Sia Namjoon che Agust non vogliono morderti. Posso farlo io"
"Che cosa vuoi in cambio?"
"Niente. Lo faccio solamente per salvarmi. È stata la strega a farmi nascere con la veggenza. È una maledizione che mi fu lanciata da neonata, perché i miei genitori si erano ribellati al clan. Se non riesco a far avverare i futuri delle persone a me vicine mi ucciderà"
"Seulgi... Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto sopportare..."
"Stai tranquilla. Non è colpa tua"
"Posso fare una cosa prima?"
"Certamente".
Presi carta e penna e cominciai a scrivere. Terminata la lettera guardai Seulgi.
"Se... Se non mi svegliassi, dalla a Namjoon, d'accordo?"
"Andrà tutto bene"
"Lo facciamo?"
"Farà un po' male".
Seulgi si avvicinò a me. Sentii la tensione aumentare ad ogni suo movimento. Quando fu abbastanza vicina sfoderò i canini e lì conficcò nel mio collo. Mi mise una mano sulla bocca per evitare che urlassi e cominciò a succhiarmi il sangue.

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