5 - Monster

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Note d'autrice: Consigliata per la lettura:


- Mattalara
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Di cosa è fatto un mostro?
Di carne ed ossa come noi?
Di soli sentimenti negativi?
Purtroppo il giovane Mightyena lo scoprì nel modo peggiore.

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Sin da quando era un piccolo Poochyena, Lightning era il più grande, il più astuto e forte, ma anche il più aggressivo della cucciolata e quando non si sfogava nei giochi, allenava i suoi attacchi su ceppi d'albero caduti e pietre, sotto lo sguardo entusiasto del padre, che sperava diventasse sempre più forte e aggressivo, ignorando che tanta aggressività che si accumulava nel figlio poteva essere pericolosa.
Ma Linghtning era anche curioso e, come ogni buon adolescente che ne era ancora stato oltre i confini del territorio del branco, volle spingersi oltre per esplorare.
Non vi erano molte differenze con il suo territorio, c'erano gli stessi alberi, la stessa erba, gli stessi sassi e gli stessi Pokémon, cambiava solo il come erano distruiti in quel territorio inesplorato.
Mentre stava per fare dietro front, un verso a lui sconosciuto attirò finalmente la sua attenzione, conducendolo ad una radura dove piccoli Pokémon saltellavano fra l'erba, con manti diversi e occhi pieni di luce.
Lightning ricordava di averli visti fra le prede riportate al branco, ricordava fossero dei Deerling, ma non né aveva mai visti di vivi e, ora che ci pensava, non aveva mai cacciato prima, i buoni propositi di portare della carne ai suoi dovevano essere rimandati a quanto pare. Avanzando un poco, evitò all'ultimo di pestare un ramoscello, solo per far rotolare un sasso e allertare i Deerling, che scapparono via di corsa.
Tutti eccetto una dal manto rosato, che lo guardava curiosa.
Lightning non seppe come reagire in un primo momento, il cibo lo stava letteralmente studiando e guardandola negli occhi, avvertì una strana sensazione, strana ma piacevole, ma sempre strana, quindi agì come aveva sempre fatto: attaccando. Caricò la Deerling, preparandosi a regalarle un Morso che non si sarebbe certamente scordata, qui un'altra stranezza: la Deerling lo evitò e attaccò a sua volta.
"È normale che una preda sia così audace?"
Si chiese Lightning, concentrandosi e sentendo il pelo fremere di gioia alla sua prima, vera, lotta.
Attaccò di nuovo, cercando di tenere alta la guardia, visto che non conosceva le mosse e la strategia di quella piccola avversaria, la quale si rivelò una sfida molto interessante e riuscì a colpirlo parecchie volte.
Alla fine però, Lightning riuscì ad appuntare a terra l'avversaria, ma non ad ucciderla, era troppo...interessante, diversa da quelle che gli avevano sempre descritto come "prede", era l'unica ad avergli regalato una lotta degna di essere chiamata tale e...c'era qualcosa di più, ma non capiva cosa. Era come se avesse un profumo più buono di quello di mille fiori messi insieme, quegli occhi scuri, erano come due vortici e che tentavano di risucchiarlo e...insomma tutto di quella Pokémon lo attirava.
Era troppo preziosa per essere mangiata.

<< Come ti chiami? >>

Le chiese alzandosi e lasciandola libera.

<< Rose. Tu? >>
<< Lightning >>

I due iniziarono a conoscersi bene e Rose, un po' a malincuore, gli indicò dove trovare prede facili e numerose per coprire le sue uscite, che di lì a poco a poco aumentarono sempre di più, fino alla stagione degli amori.
Lightning era assediato da molte Mightyena, ma nessuna, per quanto bella e simile a lui do carattere, era come Rose. Non passava secondo senza che l'immagine della graziosa Deerling passasse nella mente del Mightyena privo di compagna e finaente aveva capito perché: lui l'amava, la desiderava, lei era la sua compagna.
Ciò spiegava anche quella magnifica sensazione che provava ogni volta che si vedevano.
Ma non poteva certo rivelarlo agli altri, come avrebbero reagito? Di sicuro non bene.
Peccato che i segreti non durano per sempre e, durante un loro incontro, una delle pretendenti lo avesse seguito e avesse detto tutto agli altri.
Cosa accadde dopo, nei ricordi di Lightning, non era che un susseguirsi di dolorosi fotogrammi ricchi di morte e disperazione.
I suoi "amici", la sua "famiglia", il suo "branco" che lo rinnegava e lo insultava.
I membri che lo trattenevano e lo ferivano, che gli sputavano contro e lo mordevano e graffiavano.
La sua Rose che lottava fra i Mightyena che l'avevano sommersa con ferocia e puro desiderio di farle del male.
Il corpo della sua amata, a terra, in una pozza di sangue caldo.
E subito dopo, era come se qualcosa in lui si fosse acceso, come se un interruttore si fosse acceso e avesse liberato qualcosa che era stato soppresso grazie alla Deerling ormai morta, quell'interruttore portò ad un vero e proprio massacro.
Quando finalmente recuperò la stabilità, era colerto di sangue e pezzi di carne dalla testa alle zampe, i corpi attorno a lui avevano espressioni contorte e terrificanti, come se stessero usando tutti l'attacco Visotruce, tranne uno: Rose.
Era bella come da viva, un angelo fra i demoni, un fiore appena colto che ancora non era appassito e che fece scoppiare a piangere la bestia che aveva perso tutto, la sua famiglia e la sua coscienza.
E Lightning se né andò, viaggiando in cerca di una nuova ragione di vita, di un nuovo cuore o di qualsiasi cosa bella il destino gli avesse riservato.
Non ricordava nemmeno come c'era finito lì a Somnia, ricordava solo una voce che gli indicava la strada e non vedendo il suo corpo, temeva di stare impazzendo, ma non aveva nulla da perdere, quindi, perché soffermarsi sui dettagli?
Sperava solo di non soffrire più, di non trasformarsi di nuovo in un mostro.

Pokémon: Avventure a SomniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora