C'è sempre un momento in cui tutto cambia, per qualcuno. Accade prima, o dopo, ma accade nella vita di tutti e da quel momento in poi non si può più essere le persone di prima. Questa è cosa nota.
Quel che nessuno dice è che, questo fatidico momento può accadere più volte nella vita, che è possibile che tutto cambi ancora e ancora. Quella sera, prima di andare a dormire, il mondo cambiava per tutti.
Mentre la luce calava, mentre gli ultimi ritardatari correvano verso le loro cabine prima di essere trovati all'aperto dopo il coprifuoco, mentre Sia piangeva in un angolo e mentre Iris si stava per addormentare con la testa su un libro, il mondo faceva un po' di testa sua. Le nuvole, di solito lontane, soprattutto d'estate, dai confini del Campo si erano svegliate dalla loro indolenza e piano piano erano cresciute, si erano ammassate e pigramente avevano iniziato a sciamare nell'occhio di cielo blu limpido trapuntato di stelle sopra i nostri semidei. All'inizio erano nuvole serali, grigine, sottili. Poi però, ne erano arrivate sempre di più e si erano messe una sopra l'altra come gli strati di una lasagna, fino a che nemmeno la luna si vedeva più. Mentre, però, le nuvole sembravano essere comparse dal nulla, il vento aveva dovuto fare un lunghissimo viaggio. Aveva attraversato l'intero continente, dalle sue regioni più fredde ed era arrivato lì, sulla costa di Long Island, come un branco di cavalli selvaggi fatti di aria gelida e crudele.
Assieme avevano iniziato a ballare nel cielo una di quelle danze tradizionali sfrenate che appartengono alle radici dell'umanità, gli stessi balli che nei boschi del nord occupano le notti di luna piena delle creature magiche. Avevano iniziato a girare prima piano poi sempre più forte fino a che, all'una di notte, sopra il silenzio addormentato, aveva iniziato a nevicare. La temperatura si era buttata verso il fondo del termometro come un tuffatore dalle grandi altezze verso il blu del mare.
Non ci sarebbe stato niente di male se non fosse stata estate. E se non fosse stato il Campo Mezzosangue, luogo dove, per definizione, il mal tempo sarebbe dovuto stare alla larga. Ma questa neve se ne fregava.
Per tutta la notte i fiocchi sfarfallarono verso terra, verso mattina invece il vento si svegliò di nuovo e quando Matthew si rese conto di aver dormito profondamente anche senza il bisogno dello specchietto di Sia. Aveva fatto un sogno assurdo. Era una sensazione strana, come se la coperta che aveva addosso non fosse abbastanza o che il pigiama fosse troppo leggero, cosa rarissima nella cabina di Hypnos dove di solito le coperte non erano mai abbastanza. I piedi erano due pezzi di ghiaccio e la luce che entrava dalle finestre era di un colore irreale molto diverso dal caldo color oro che di solito si rifletteva sul pavimento. Il fuoco di Hestia nel loro piccolo braciere domestico era ridotto a una minuscola fiammella. Saltò giù dal letto, mezzo intontito e si gettò addosso una felpa, si mise dei pantaloni lunghi e le calze. Sentiva ancora freddo. Prima però che anche solo pensasse di essersi preso una febbre coi fiocchi in piena estate, alzò lo sguardo oltre le tendine gialle che coprivano i vetri. Bianco.
"Non è possibile" sussurrò prima di uscire di corsa.
Si strinse addosso la felpa, sentendo il vento freddo che gli si infilava sotto ogni orlo. Non era l'unico a essere fuori. Gabriel stava correndo nella sua direzione. Non l'aveva riconosciuto subito, forse perché anche lui infagottato in una felpa, ma quando fu abbastanza vicino, il capello biondo divenne inconfondibile.
"Matt! Sei pazzo, senza scarpe?"
Solo ora Matthew notò che non aveva indossato le scarpe e che le sue ciabatte si erano riempite di neve. "Gabriel che cosa sta succedendo?!"
Cosa sta succedendo era la domanda chiave. Rimbalzò di bocca in bocca, di pensiero in pensiero come una brutta notizia che si sparge a macchia d'olio diventando sempre più impellente ma sempre senza risposta. Teste di tutti i colori guardavano fuori dalle finestre, i più piccoli iniziarono anche a giocare ma il vento impediva anche di fare quello.
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Odissea del Nord
De TodoA distanza di due anni dalla caduta di New Troy, grandi e piccole cose sono cambiate al Campo Mezzosangue: qualcuno si è innamorato, qualcun altro ha intrapreso la via del college, qualcun altro ancora ha deciso di assomigliare a Kurt Cobain, ma mor...