3. La grande fuga

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"Non vi posso lasciar da soli nemmeno un minuto!" furono le prime parole che Iris si sentì di rivolgere ai due ragazzi, pur sentendo nel proprio cervello che non sarebbe stato tanto sbagliato rivolgerle anche al ragazzetto grassoccio. Le pupille del giovane semidio erano dilatate come quelle di un gufo e ancora fissavano il punto in cui, fino a qualche secondo prima, c'era stato il venditore di quelle pacchianissime ali in stile pseudo-vittoriano che non avrebbero passato nessun controllo di sicurezza in nessun negozio serio di oggettistica.

Winton la guardò colpevole, facendo per aprire la bocca in un vano tentativo di scusarsi, ma Sirius non gliene diede il tempo.

"Vogliamo rimanere qui ancora per molto? Volete tè e biscottini?"

Per quanto odiasse ammetterlo, Pablo Escobar aveva ragione.

Stizzita soffoco una rispostaccia, limitandosi a fulminarlo con lo sguardo. "Bene".

Guardò Winton di nuovo, intento a spedire con un piede la polvere dorata del mostro sotto un tavolino. Meno male che i suoi riflessi erano stati così pronti e nessuno si era fatto niente. Se, invece, qualcuno avesse notato qualcosa... bhe a quello ci avrebbe pensato la Foschia.

Rassettandosi il mantello, ragionava in fretta sul modo migliore di svignarsela.

"Allora, tu devi essere Dwayn Hussain, se non erro. Io sono..."

"Hermione Jean Granger" rispose subito Dwayne.

Iris alzò un sopracciglio. "Veramente no. Sono Iris. E questi due baldi giovanotti sono Winton, quello biondo, e invece il migliore amico di se stesso è Jasper".

Il ragazzetto fissò tutti sospettoso, soprattutto la mano tesa di Iris ma Sirius alle sue spalle lo spinse un passo più avanti.

"Stringile la mano o non le servirà la bacchetta per farti fare quello che vuole"

I due si strinsero la mano e poi Iris si schiarì la voce ed estrasse dalla tasca interna della sua veste da Grifondoro una lunga bacchetta, diversa però da quelle che vendevano alcune delle bancarelle attorno a loro. Non era di legno e nemmeno di plastica che imitava il legno. La superficie era liscia e lucente, di un colore molto metallico. La punta sembrava abbastanza pericolosa come i due fili di lama che si potevano intravedere ai lati. Anche l'impugnatura era particolare.

"Che strana bacchetta" sospirò Dwayne "dove l'hai comprata?"

Iris lo fissò con un pochino di disgusto nello sguardo, prima di rispondere. "È uno stiletto, infatti".

Fu proprio in quel momento che notò nel movimento alla fine del corridoio e il suo istinto le suggerì che i due uomini che venivano verso di loro non erano membri della sicurezza.

"Win, io sto davanti con ragazzo. Tu e Jasper parateci le spalle".

Con voce timida Dwayne si oppose all'essere trascinato ma Iris lo strattonò più in fretta, fendendo la folla con i suoi passi decisi, sempre brandendo il corto stiletto stretto in mano. Sapeva che quello ucciso da Win non sarebbe stato l'unico mostro in giro, ma non avrebbe immaginato una reazione così veloce. Poteva sentire gli ingranaggi del suo cervello lavorare velocemente, ma l'avere un peso morto che si sporgeva per vedere le cosplayer in costume da bagno lungo il percorso non aiutava. Affatto.

"Senti - gli disse con quanta gentilezza possibile, avvicinandosi ad una bancarella e mettendogli davanti al viso uno specchio a forma di teschio - li vedi quei tizi grandi e grossi che arrivano da destra. Ecco quelli vogliono uccidere te e poi me, e poi Winton e Jasper".

"Chi? Quelli vestiti da Gundam?"

"Esattamente" rispose rapida mettendo lo specchio a posto. "La nostra missione è esattamente quella: impedire che tu oggi venga ucciso. Sono sicuro che potrai aiutarci a farcela".

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