Capitolo 5: Inquietudini
Connor si sente come bloccato, innanzitutto stava aspettando con ansia che si facesse giorno, per venirti a trovare in ospedale. Hank gli ha passato tutte le informazioni che avevi riferito ed era sollevato di sapere che stavi bene, ma è comunque impaziente di vederti di persona ma sarebbe anche da incoscienti farti visita alle cinque di mattina. Hai bisogno di riposare.
Mentre aspett- lavora, alza il suo feedback neurale al 5%, è leggermente a disagio ma sa che si abituerà presto.
Ha finito di indagare nella casa bruciata, non ha trovato nulla che connetta l'abitazione con l'attacco di ieri notte. Deve esserci una ragione...
Connor torna nel nascondiglio dove il gruppo si era radunato, era uno scantinato sotto ad un condominio abbandonato, nonostante la location discreta si facevano pubblicità in tutto il quartiere con locandine stampate su carta scadente ed attaccate in giro con sopra slogan della loro 'causa'.
Ovviamente hanno reclutato chiunque si presentava, perciò questo repentino cambio di routine sull'interrogare i nuovi arrivati deve essere stato suggerito da qualcun'altro.
Connor entra nello scantinato; la porta non è chiusa a chiave, è allertato, dei membri del gruppo sono venuti a nascondersi qui? Scansiona la stanza alla ricerca di note o dispositivi elettronici, ma non trova nulla- strano, ci sono prese con ancora attaccati caricatori per portatili come se lasciati lì nella fretta del momento. Connor rabbrividisce, qualcuno è entrato per far sparire le prove?
Si dirige in fretta verso la stanza sul retro dove c'erano le casse con le armi, si ferma quando un odore lo colpisce, è sangue, tira fuori la sua pistola ed apre la porta di scatto.
"Dannazione." Esclama mentre si guarda intorno.
È stato tutto svuotato- niente più casse o armi, ci sono solo due cadaveri sul pavimento.
Gli ci del tempo per fare rapporto al DPD, chiama persino Hank per aggiornarlo sulla sparizione delle armi e sul ritrovamento dei cadaveri. Le macchine della polizia arrivano poco dopo ed iniziano a raccogliere le prove sulla scena del crimine. Per oggi il suo lavoro è finito, è ora di venirti a trovare.
Mentre si avvia verso la macchina di Hank (che gli ha prestato per la serata) supera Gavin Reed, il detective che gli sta dando il cambio, la sua espressione beffarda e il suo tono sono sempre arroganti più che intimidatorie.
"Cosa c'è che non va? Gli androidi devono riposare adesso?" Dice beffardo Gavin con un sorrisetto, in questo caso Hank gli avrebbe suggerito di ignorarlo o di mandarlo a fare in culo, ma Connor gli sorride.
"Sì, ho sicuramente bisogno di ricaricarmi dopo un intera notte di investigazioni. È un'osservazione esatta,Gavin. Grazie"
Connor lo guarda mentre rabbrividisce e se ne va via irritato, una volta che se ne va il suo sorriso si fa ancora più grande- è divertente prendere in giro lo stronzo dell'ufficio.
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Connor entra in ospedale e si dirige verso la tua stanza, ne hai una tutta tua coperta fortunatamente dell'assicurazione del DPD, è confortante per i poliziotti sapere che qualsiasi inconveniente del mestiere sia trattato con accuratezza ed attenzione.
Quando arriva davanti alla tua porta esita, un'altra ondata di egoismo gli riempie la testa, sembra che stia sviluppando una dipendenza al tuo tocco, non è una cosa che vuole ammettere apertamente anzi, si sente imbarazzato. Ridacchia e fa partire una diagnosi per scoprire che il suo thirium viene pompato di nuovo a velocità più elevata - sta abbluendo di nuovo.
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Imparare ad essere umani
FanfictionCOMPLETA Gli androidi hanno vinto la loro libertà e Connor non prende più ordine dalla Cyberlife. Libero di fare ciò che vuole, resta al Dipartimento di Polizia di Detroit. L'essere un deviante è ancora un concetto nuovo per lui, e dopo averti incon...