Capitolo 1: I Primi Giorni

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Capitolo 1: I Primi Giorni

Ti sei unita al Dipartimento di Polizia di Detroit dopo che gli androidi avevano avuto successo con la loro lotta per la libertà. Ti avevano accolto felici – avevano bisogno di più aiuto possibile in questo momento. Quando entri nell'edificio il tuo primo giorno di lavoro, c'è il caos. Continuavano ad arrivare rapporti e tutti stanno facendo del loro meglio per gestirli. Nessuno ha tempo per te in questo momento, perciò giri alla ricerca della tua scrivania. Ne trovi una libera accanto ad una pittorescamente decorata (chi vuoi prendere in giro, è in assoluto disordine) e ti siedi di fronte al monitor.

Prendi l'iniziativa ed inizi a cercare casi nei quali potresti dare una mano. Non ti sorprende scoprire che la maggior parte di questi rapporti sia da parte di androidi per ripetuti abusi ed aggressioni dai loro vecchi padroni.

"Gesù Cristo, quando potrò avere una cazzo di pausa!"

Un uomo con i capelli grigi scompigliati dall'aria trasandata e una vecchia giacca logora entra nell'ufficio. Gli altri poliziotti si spostano immediatamente mentre si dirige verso di te. In un contrasto quasi divertente, un androide vestito di tutto punto cammina in silenzio dietro di lui. Ti irrigidisci quando si siede alla scrivania difronte alla tua. Oh Dio, hai scelto la scrivania affianco allo stronzo dell'ufficio? Sembrava minaccioso. Dopo un po' riprende fiato e si rilassa sulla sedia, l'androide accanto a lui parla.

"Tenente, ci sono altri dieci casi che le sono stati assegnati."

"Cazzo- Connor! Lasciami riposare almeno un fottutissimo minuto!"

"Sicuro."

"Ciao, tu devi essere la nuova poliziotta. Il mio nome è Connor, è un piacere conoscerti."

"Oh, ciao. È un piacere anche per me, io sono [Tuo Nome]." Dici nervosamente. Senti le tue guance che arrossiscono leggermente – come tutti gli androidi che avevi visto fino ad ora è bellissimo. Però c'è qualcosa di interessante nel modo in cui ti guarda- è confortante e snervante allo stesso tempo.

Come puo' un'androide sembrare così umano? È a. Non hai mai interagito con molti androidi in vita tua – escludendo quelli nei ristoranti e le cassiere. Ma anche loro avevano comunque un qualcosa di meccanico.

"Scusa, ma sembra che tu abbia occupato la mia scrivania." Dice Connor.

Cosa? Ti alzi. Eri sicura che nessuno la usasse, non c'era nulla sopra. Ti allunghi per leggere la targhetta col nome, e con tuo enorme imbarazzo c'è scritto chiaramente 'CONNOR' .

"Mi dispiace tantissimo, trovo subito un'altra scrivania-" Balbetti mentre cominci a raccogliere le tue cose.

"Non preoccuparti. Sono abbastanza sicuro che anche le altre scrivanie siano occupate," Dice l'uomo difronte a te. "Ce ne andiamo comunque tra poco."

Ti risiedi e riaccendi il monitor sperando di poter iniziare a fare qualcosa. L'uomo trasandato e Connor iniziano a parlare piano tra di loro per scegliere di quale caso occuparsi per primo. Con tuo grande dispiacere però, scopri di non avere nessun caso assegnato. Fai un broncio al monitor.

"C'è qualcosa che non va [T/N]?" Ti chiede Connor. Il modo in cui la preoccupazione si forma sul suo volto ti colpisce di nuovo. È così realistico. L'intera storia dei devianti non è uno scherzo –è difficile distinguere Connor da un umano.

"Non sono stata ancora assegnata a nessun caso. Mi hanno detto che devo riferire al... Tenente Hank Anderson. Sapete dove si trovi?"

L'uomo trasandato sospira. "E' proprio qui."

Aspetta, lui? Davvero?

Anderson si strofina gli occhi. "Pensavo che visto il mio odio quando ho iniziato a lavorare con te, Connor, smettessero di assegnarmi persone."

Imparare ad essere umaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora