Il cambiamento

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Quel giorno il tempo era coperto, ma la temperatura era abbastanza buona, così prima di uscire Akemi prese con sé solamente una giacca leggera.

Dopo aver aggiustato ogni dettaglio del suo aspetto allo specchio raccolse la solita quinque e si allontanò senza fare rumore. La sua mente era in preda a nuove allucinazioni, simili a quelle che avevano preceduto il coma di due settimane prima. Infilò l'auricolare cercando di ignorare i numeri che vedeva stampati da ogni parte e scese a prendere la metropolitana. Quella mattina avvertiva un forte bisogno di mangiare che non aveva nulla a che vedere con quello dei giorni precedenti.

La fame le stava annebbiando la stessa facoltà di ragionare. Il ghoul che aveva divorato la notte passata non era stato sufficiente. Ne voleva ancora, ancora. Doveva mangiare. Non riusciva a pensare ad altro.

Salì in testa alla metro e si posò la valigetta sulle gambe, fissando impaziente l'orologio da polso. Aveva ancora poco più di un'ora per presentarsi agli allenamenti individuali. Voleva rompere quella specie di nuova routine e tornare alla vecchia. Esercitarsi con gli altri non era che una perdita di tempo per le sue incredibili abilità.

Scese poco dopo, facendosi strada fra i lavoratori e andando ad imbucarsi nella parte più malfamata della circoscrizione. Doveva andare dritta al punto se non voleva perdere l'ultima corsa. Si mise a camminare distratta al limitare di un parco abbandonato, cercando il segno del passaggio di qualcuno. Il suo sguardo si illuminò di colpo. Passi nel fango che conducevano verso la discarica a cielo aperto.
Un ottimo indizio.

Si passò la lingua fra le labbra e accelerò il passo. Non poteva lasciarsi scappare una simile occasione.

Camminò fino a raggiungere il suo obiettivo e si fermò con i piedi al limitare dei cumuli di spazzatura. Da una montagna di vecchi pezzi d'automobile provennero un sospiro e una risata. Akemi sorrise compiaciuta. Due al prezzo di uno.

Si voltò indietro, infilò la maschera e liberò in aria la quinque.

«Jinze, guarda. Il nuovo ghoul con la benda.» esclamò il ragazzo più giovane tirandosi in piedi.

Era alto e in forma, i capelli castani e gli occhi rossi che brillavano nella penombra. Non esattamente il suo tipo ideale, ma avrebbe fatto lo stesso.

Il secondo arrivò poco dopo. Era decisamente più basso e magro del primo, aveva i capelli più scuri e la sua kagune emanava una forte luce rossa.

Akemi ridacchiò e poi si gettò all'attacco del primo. Lo trafisse con un singolo colpo della quinque e rimase a guardarlo mentre il suo corpo iniziava a riformarsi. Sospirò, poi continuò ad attaccarlo con violenza senza più lasciargli il tempo necessario a rigenerarsi. Era morto in un lago di sangue.

Il secondo deglutì. Nessun ghoul aveva mai dimostrato una simile forza. Provò a correre via, ma a quel punto Akemi liberò la kagune e lo raggiunse senza alcun problema. Lo strinse con violenza con la sua frusta e poi i suoi tentacoli blu lo avvolsero fino a soffocarlo. Cadde fra i rifiuti a distanza di qualche metro.

«Stupidi...» commentò avventandosi sul primo e iniziando a divorarlo con impazienza.

«Mmh! Però, sei buono!» esclamò una volta terminato il pasto. «Beh, ora tocca a te. Tu sembri decisamente migliore.» sussurrò spostandosi verso l'altro corpo e riservandogli lo stesso trattamento.

Non ci volle molto perché si allontanasse soddisfatta. Si sfilò la giacca e la prese sotto il braccio. Non che l'avesse sporcata, ma sempre meglio evitare possibili rischi.

Tornò verso la metropolitana e dopo essersi tolta la maschera salì con disinteresse e si confuse nella folla. Finalmente stava meglio.
Si sedette affianco a un uomo che stava leggendo un giornale e rimase lì a fissare il vuoto fino a che quel signore non alzò lo sguardo su di lei.

«Lei... È l'investigatrice di classe speciale Ren della CCG?» le chiese.

«Sì, sono io.» rispose senza muovere un muscolo.

L'uomo le posò una mano sulla spalla e si alzò. Un lampo gli attraversò gli occhi. Solo allora Akemi notò che portava un cappuccio che gli copriva il volto.

Il suo timbro era stranamente familiare. Le ci volle solo un altro secondo e 32 decimi per riconoscerlo.

Provò a seguirlo, ma la metro si fermò di colpo e le porte si aprirono.

L'uomo scese e si avviò verso l'uscita che l'avrebbe portato in superficie, mentre Akemi lo raggiunse poco dopo.

Una volta giunto sulla cima delle scale, l'uomo si fermò e si voltò a guardarla. Il suo volto venne illuminato dalle luci ai lati della galleria.

Lui e Akemi si guardarono intensamente per un istante che sembrò durare un secolo, poi si coprì il volto e sparì.

Akemi rimase ferma mentre le persone le passavano affianco alla massima velocità. Quell'incontro... Non l'avrebbe mai più dimenticato.

12:27:57.

Akemi si inginocchiò davanti alla tomba e posò un nuovo mazzo di fiori bianchi in piedi accanto alla lapide con fermezza.

Kureo Mado.

Si schiarì la voce e poi intrecciò le mani con solennità. Era appena tornata dagli allenamenti e il sudore le rigava ancora il volto. Quella mattina aveva voluto dare il massimo, sforzarsi fino a stare male e doversi prendere una pausa prima di ricominciare.

Signor Mado,
Anche oggi le porgo i miei più cordiali saluti.
Sono di ritorno dagli allenamenti che lei mi ha prescritto, e sono costernata di non averli seguiti per i giorni passati.
Sono qui per parlarle di Maya. La sua forza aumenta ogni giorno, e temo che presto non sarò più in grado di tenerla sotto controllo. Le vittime di questa mattina sono stati due ragazzi della Ventesima. Li ho uccisi e divorati senza ritegno, proprio come si addice a un ghoul spietato di classe SSS. Mi domando se non stia diventando io stessa cuore di pietra.
È strano, ma andando ad allenarmi ho incontrato una vecchia conoscenza. Si trattava del signor Amon. Anche se non so ancora definire bene il motivo, sono certa di aver scorto qualcosa di diverso in lui. Le voci sul suo conto, di conseguenza, si sono rivelate fallaci. Non c'è alcun dubbio che il suo collega sia ancora vivo.
Spero di rincontrarlo presto.
Domattina è previsto un sopralluogo da parte di una classe scelta di investigatori nelle circostanze della residenza Tsukiyama, a cui mi è stato permesso di partecipare. Non esiterò ad aggiornarla sui fatti appena mi sarà possibile.
Questo segna la conclusione del mio resoconto del 29 gennaio.
La saluto con immenso piacere e le auguro una buona giornata.
Investigatrice di classe speciale Akemi Ren.

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