L'imitatore (parte 1)

804 37 0
                                    

22 dicembre.
09:00.

La riunione iniziò con lo scoccare dell'ora.
La stanza destinata all'incontro era un piccolo ambiente cubico situato al penultimo piano dell'edificio, unl spazio appena sufficiente a contenere otto persone.

Al centro della sala erano stati posizionati quattro tavoli di legno scuro a formare il perimetro di un quadrato, e ad ogni lato sedevano due persone, accoppiate a seconda del grado – ciò significava che Akira Mado si trovava affianco a Kishou Arima, Akemi Ren a Haise Sasaki, Kuki Urie a Tooru Mutsuki e Shirazu Ginshi a Saiko Yonebayashi.
Come ogni volta, fu l'investigatore Arima ad aprire la discussione con l'argomento principale della seduta.

«Vi avevo convocato oggi solamente per congratularmi con voi delle ultime promozioni, tuttavia questa mattina presto ha avuto luogo un'aggressione che merita l'attenzione della vostra squadra.» affermò con tono quieto e controllato.

Akemi inclinò leggermente il capo, osservando la pioggia che cadeva oltre le vetrate, totalmente assente e nel contempo immersa nelle proprie riflessioni.

Le gocce di pioggia sono come piccole sfere la cui velocità aumenta secondo l'accelerazione di gravità. Mi domando se le dimensioni varino da goccia a goccia o siano sempre le stesse.

Haise spostò lo sguardo su di lei, seguito poco dopo da Mutsuki.

Dal giorno in cui era stata inserita nella squadra Quinx, Akira l'aveva esonerata più volte dalla partecipazione alle loro missioni, come se le ritenesse tanto semplici da poter essere completate senza di lei.

La stessa cosa succedeva con gli allenamenti. Akira aveva insistito perché Akemi seguisse una routine di esercizi diversi dai loro, in compagnia di istruttori scelti e professionisti di ogni genere.

Fin da quando era entrata a far parte della loro squadra, in poche parole, Akemi non era altro che un'ombra silenziosa, tenuta costantemente sotto controllo dai superiori come un nemico pronto ad attaccare.

«Di cosa si tratta, investigatore Arima?» domandò Akira appoggiando il dorso allo schienale della sedia girevole e richiamando l'attenzione dei presenti.

Kishou Arima abbassò gli occhi sui fogli di fronte a sé e poi distribuì le varie copie in modo che ognuno ne avesse una da sfogliare autonomamente.

«Hiroto Nagashi, 23 anni. È stato aggredito da un ghoul durante la notte. Ha riportato lesioni gravi tra cui morsi e tagli che denotano un'estrema aggressività. Inoltre è stato ritrovato un laccio nero attorno al suo collo, posto probabilmente in seguito all'aggressione. Il caso ricorda incredibilmente cuore di pietra.» spiegò.

«Cuore di pietra...» sussurrò Akemi raddrizzando la testa e riportando lo sguardo sul tavolo. «Il ghoul della Ventesima con più vittime in assoluto nel periodo di attività. Ritenuto scomparso nel marzo 2019. Residenza attualmente sconosciuta. Un probabile seguace del Gufo.» informò gli altri compagni con un tono preciso e pacato, quasi stesse leggendo il profilo direttamente dalla sua scheda.

Akira posò gli occhi su di lei, sorpresa dalla mancanza di alcun tipo di emozione sul suo volto. Le sembrava persino impossibile che la ragazza non avesse il minimo ricordo del suo passato. Nemmeno porla di fronte al suo Io del passato riusciva a scuoterle la memoria.
Arima lanciò alla collega un lungo sguardo severo che la costrinse ad abbassare il capo secondo la sua volontà.

In quella stanza loro due erano gli unici a conoscenza della reale identità della ragazza. Di conseguenza, ogni gesto superfluo avrebbe potuto destare sospetti su di loro.

«Qualcuno è già stato mandato all'ospedale a raccogliere la testimonianza?» chiese Haise infrangendo il muro di silenzio che si era venuto a creare dopo l'accurata esposizione di Akemi.

Moonshine | Tokyo Ghoul :reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora