CAPITOLO DUE

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La mattina era arrivata più in fretta del previsto. Nadia credeva di aver dormito solo un po' e invece era stata quasi mezza giornata in quello stato di sonno profondo.
Se non fosse stato per il rumore che proveniva da fuori, probabilmente avrebbe dormito ancora per molte ore.
D'improvviso le rivenne in mente ciò che era successo la notte prima e le si accapponò la pelle al pensiero che quell'uomo la stava uccidendo senza pensarci due volte.
Non avresti dovuto essere qui, le aveva detto. Eppure lei era lì ogni notte e non era successo nulla di così grave. Non succedeva da anni, pensò.
E poi la somiglianza con quella ragazza...
Perché l'aveva uccisa? Sembrava una brava ragazza. Nadia l'aveva vista qualche volta al locale ma non sapeva molto su di lei.
Accese la TV, convinta che qualche rete locale avesse riportato gli avvenimenti della notte prima.
Quando si era voltata nuovamente, dopo aver sentito Matt alle sue spalle, non c'era più traccia dei due uomini, né di quell'uomo.
Non sapeva neanche se lui fosse lì davvero o se lo avesse sognato. Sapeva per esperienza che gli eventi traumatici potevano creare dei seri danni alla mente e pensò che probabilmente era stato così anche per lei.
Però l'aveva chiamata per nome e con un tono troppo familiare.
Scosse la testa e spense la tv quando si rese conto che non c'era nessuna notizia dei media. Prese il cellulare ignorando i messaggi che le aveva inviato Matt e iniziò a fare qualche ricerca su Internet.
Omicidio Blacky
Aggressione
Persone scompare Green River
Ragazza morta
Serial killer vestito di nero

Ma tutto quello che le appariva non aveva niente a che vedere con gli eventi della sera prima, erano notizie risalenti a qualche anno prima. Fatti che lei conosceva benissimo.
Lanciò il cellulare sul letto per la frustrazione. Com'era possibile che nessuno ne parlasse?
Era una piccola città in cui ognuno si faceva gli affari proprio, ma di certo, davanti a un crimine come quello, le autorità avrebbero sicuramente fatto qualcosa. Era morta una ragazza, probabilmente senza colpa!
Aveva una voglia irrefrenabile di contattare Jack, l'amico di suo padre, ma come avrebbe dovuto spiegargli che cosa aveva visto? Jack le voleva bene come una figlia, ma non avrebbe mai creduto al fatto che qualcuno aveva tentato di spararle ma che un minuto dopo non c'era più nulla. Non avrebbe potuto dirgli di quello strano ragazzo con gli occhi dello stesso colore dell'oro.
Vaniglia e tabacco.
Era un profumo insolito ma aveva la sensazione di averlo già sentito quel profumo. Non era simile a quello di suo padre. Lui faceva profumo di sapone di casa e sandalo, il suo profumo preferito. Sua madre, invece, aveva sempre quel profumo dolce e delicato di fiori di ciliegio.
Fin da bambina Nadia aveva la strana mania di associare una persona a un profumo e questo l'aveva sempre fatta sentire speciale.
Fino a quando...

Strizzò gli occhi e scacciò via quei ricordi. Non era il momento di pensare ai fantasmi del suo passato. Se lo avesse fatto, non ne sarebbe mai più uscita.
Guardò l'ora sul display del suo cellulare. Erano quasi le cinque del pomeriggio. Non aveva né pranzato né fatto colazione ma non aveva tempo di farlo. Alle sei doveva iniziare il turno al Blacky.

Accucciata nel suo cappotto pesante, Nadine stava camminando svelta verso quella catapecchia squallida in cui lavorava. Suo padre non le avrebbe mai permesso di frequentare luoghi del genere.
Si corresse pensando che probabilmente non avrebbe avuto bisogno di lavorare se Charles fosse stato ancora qui, nel mondo terreno.
Erano anni che aveva smesso di seguirla, ma dopo quello che era successo la sera prima aveva bisogno di sapere che stava bene, che aveva dimenticato, anche se aveva ancora qualche dubbio sull'efficacia dei suoi poteri.
Nadine non era più una bambina e l'influenza che Lui poteva esercitare si era sicuramente affievolita, se non addirittura sparita per sempre.
Stava ben nascosto per non farsi notare ma sapeva che se lei si fosse concentrata anche solo un po', lo avrebbe sicuramente notato.
Nadine si fermò di colpo e lui trasalì quando la ragazza si voltò verso la sua direzione. Cercò di trattenere il fiato con la speranza che anche il suo odore non si disperdesse ma Nadine sembrava ancora concentrata, come se lo stesse cercando.
Seppure cambiata nell'aspetto fisico, la ragazzina che aveva conosciuto anni prima, in quel tragico periodo di sangue e terrore, aveva sempre gli stessi grandi occhi nocciola e lo sguardo triste di una ragazza che aveva dovuto sopportare troppe cose insieme.
Pensò di essere stato scoperto ma improvvisamente Nadine scrollò la testa, come era solita fare quando qualcosa non la convinceva, e proseguì per la sua strada, dritta verso il Blacky/tugurio lurido.
Si spostò dal vicolo e cercò di seguirla senza farsi notare troppo. Una cosa alquanto difficile considerando che era l'unico a indossare degli occhiali da sole in una giornata grigia come quella. Era una misura cautelare più che necessaria. Era stanco e non poteva trattenere sia il suo odore sia il suo vero aspetto.
Quel Matthew non si era neanche reso conto che la sera prima quell'uomo era stato nel suo locale e gli aveva anche servito da bere. Era proprio uno sprovveduto! Pensava che indirizzarlo nella strada di Nadine avrebbe comportato la sua protezione e invece lui continuava a farle gli occhi dolci limitandosi a cacciare qualche idiota che ci provava mentre lavorava senza rendersi conto di quali erano i veri pericoli.
IDIOTA! IO AVREI FATTO DI MEGLIO, pensò.
Ma lui non poteva avvicinarsi alla ragazza. L'avrebbe spaventata, come era già successo. Tutto ciò che poteva fare era controllare ogni tanto la situazione e fare in modo che non si cacciasse nei guai. Aveva fatto una promessa a Charles e l'avrebbe mantenuta a costo della sua stessa vita.

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