Stavano vagando da almeno un'ora in quello che Nadia aveva sempre pensato fosse un magazzino ma che in realtà si era rivelato una vera e propria villa. O perlomeno questo era quello che aveva pensato Aodhan.
Una cosa era certa: qualcuno aveva vissuto la o ci viveva ancora.
Molte stanze erano piene di roba ormai rovinata. Divani e poltrone antiche, credenze, librerie, statue di marmo, candelabri placcati in oro. In alcuni punti, però, c'erano delle cose che sembravano un po' più nuove. C'erano delle coperte, delle lattine ormai vuote e degli scatoli di pizza vuoti.
– E se fosse solo un ritrovo per senzatetto? – aveva azzardato Aodhan.
Ma aveva cambiato subito idea quando, entrando in una stanza dalle pareti che un tempo dovevano essere bianche, trovarono delle bottiglie di vetro piene di uno strano liquido rossastro.
– Questo non mi sembra succo di mirtillo – gli fece notare Nadia.
Aodhan sembrava sul punto di vomitare e Nadia si stupì di come, per quanto fosse una creatura quasi immortale e di una certa imponenza, il suo amico era facilmente impressionabile.
In realtà anche lei era nauseata alla vista di quel bottino ma era talmente concentrata a capire perché qualcuno l'aveva indirizzata in quel luogo che non ci stava facendo molto caso.
Da qualche minuto aveva cominciato a pensare che non c'erano solo loro in quell'edificio. Si sentiva osservata ma non era riuscita a percepire nessun movimento, nessun suono, nessun profumo che le confermasse i suoi pensieri.
Quando però, udì una porta sbattere dietro di loro, si voltò di scatto con il pugnale saldo in mano. Aodhan era solo in posizione di allerta, non aveva armi in mano.
– Vado a controllare – le disse Aodhan.
Nadia lo afferrò per la camicia – Non ci separiamo – e lo seguì.
Ebbero appena il tempo di fare qualche passo prima che una serie di figure si scagliassero su di loro. Sembravano dei pipistrelli impazziti ma Nadia sapeva benissimo di cosa si trattava: vampiri.
Cominciò a colpirli alla ceca con il pugnale e poi ne afferrò un altro per usare entrambe le mani. Nel frattempo Aodhan aveva già sguainato la sua katana e stava facendo schizzare sangue da tutte le parti.
– Stammi vicina Nadia! Voglio separarci!
Questo Nadia lo aveva già capito e stava facendo il possibile per non farsi allontanare da Aodhan.
Quasi vomitò quando una testa rotolò vicino ai suoi piedi.
– Non mi avevi preparata a questo – urlò al suo amico alato.
– Non pensavo che sarebbe stato necessario – controbatté lui.
Come previsto, Jeremia arrivò prima di Daniel e Javier. Miguel atterrò al suo fianco in modo poco aggraziato.
– Ti stai arrugginendo vecchio mio! – gli disse Jeremia per smorzare un po' la tensione.
Miguel sorrise ma non rispose alla sua battuta – Sento dei rumori.
Jeremia chinò la testa – C'è odore di sangue.
Miguel sentì il cuore fermarsi per un minuto ma quando ebbe la conferma che non Nadia a sanguinare tirò un sospiro di sollievo.
– Da quanto tempo riesci a entrarle nella mente?
Lo sguardo di Jeremia era quasi di rimprovero.
– Non gli entro nella mente. Riesco solo a percepire il suo stato d'animo anche a chilometri di distanza.
Jeremia alzò le spalle – Strano.
– Spiegati Jeremia.
– Per quanto ne so, non è una cosa comune tra Protetti e Protettori. Ma vista la vostra situazione non c'è da stupirsi.
Miguel non ebbe il tempo di replicare. Javier e Daniel arrivarono a bordo del fuoristrada nero di quest'ultimo e balzarono fuori in un lampo armati di tutto punto.
– Entrerò io per primo. Non si aspettano di vedermi insieme a voi – disse Javier deciso.
Jeremia lo tirò per un braccio – Entreremo tutti insieme.
– E' una pessima idea Jer! Capiranno che siamo qua per attaccarli.
– Non è forse così? – ribattè Daniel.
– Entrerò io con lui – sentenziò Miguel che, immediatamente, si trovò addosso lo sguardo preoccupato dei presenti – Tranquilli, non lo ucciderò – disse con un sorrisetto – Preferisco solo che voi stiate qua pronti in caso di bisogno.
– Come faremo a capire quando entrare?
Jeremia guardò Daniel – Lo capiremo – Si passò una mano tra i capelli. Era parecchio nervoso – Vi consiglio di non entrare insieme. Javier vai avanti. Ti conoscono, si fidano di te. Non dobbiamo insospettirli.
Javier annuì e guardò Miguel – Sei pronto?
Senza rispondere, Miguel si incamminò verso il cancello seguito da Javier. Quando tentò di aprire il grande portone di ferro, ebbe non poca difficoltà. Sembrava chiuso a chiave e, nonostante la sua forza angelica, Miguel non stava riuscendo in nessun modo ad aprire.
– Faccio io – Con una piccola spinta, Javier aprì il portone – E' fatto apposta per far entrare i membri del clan – spiegò.
– E scommetto che tu ne sei un membro.
– Lo ero – lo corresse il vampiro – Adesso ho giurato fedeltà a una cosa più importante.
– Cioè?
Javier guardò alle sue spalle – La famiglia.
E senza aggiungere altro, entrò in quella villa abbandonata che un tempo era appartenuta alla sua famiglia.
Non lo aveva capito subito. L'ultima volta che era stato in quel luogo erano passati diversi secoli.
Si fermò di colpo davanti a una piccola cassettiera ormai logora su un lato della stanza.
Javier dovette notare la sua inquietudine e lo guardò in attesa che lui parlasse.
– Questa non dovrebbe essere qui.
Javier aggrottò la fronte – Conosci questo posto?
– Era una delle proprietà di mio padre – disse in tono solenne – E scommetto che questo Marcus lo ha sempre saputo. Altrimenti non avrebbe fatto alloggiare i suoi vampiri qui – disse indicando gli scatoloni di pizza e le bottiglie di vetro.
Sentì dei rumori provenire dal corridoio e drizzò le orecchie.
– Sento odore di sangue – disse Javier con gli occhi socchiusi.
Si precipitò nel corridoio ma fu bloccato da Javier.
– Lasciami andare vampiro!
– Se vai ci scopriranno! – gli fece notare – Se vedono solo me non penseranno di essere stati scoperti.
Non era sicuro che quella fosse una buona idea ma decise di mettere alla prova il vampiro e si fece da parte mentre lui si inoltrava nel corridoio buio.
Nadia e Aodhan erano dei buoni partner. Il loroallenamento aveva dato dei buoni frutti. Non solo Nadia era riuscita a mettereKO quasi tutti i suoi avversari senza riportare gravi danni fisici, ma riuscivaa coordinarsi ad Aodhan e insieme stavano annientando pian piano quasi tutti iloro assalitori.
– Sembrano infiniti! – urlò Nadia.
– Prima o poi moriranno tutti – rispose Aodhan – Non credo che Marcus abbiamesso su un vero e proprio esercito!
Un vampiro si avventò su di lei mentre era distratta e Aodhan fece roteare lasua spada mozzandogli la testa che rotolò ai piedi di Nadia.
– Che schifo – esclamò inorridita.
Non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi in una situazione simile. Stranamentesi ritrovò a pensare a quanto sarebbe stato fiero suo padre nel vedere come sistava difendendo da quei vampiri famelici.
Il suo pensiero venne interrotto da un tonfo.
– Basta! – urlò una voce.
In quel momento il tempo sembrò fermarsi. Anche i vampiri smisero dicombattere.
Nadia seguì lo sguardo di Aodhan. Non rimase molto sorpresa nel vedere Javier.
Sapeva che lui era immischiato in tutta quella storia. Si era ricordata del suoodore, di averlo visto la notte in cui avevano rapito sua madre.
– Non è un buon momento per regolare i conti Javier – gli urlò lei.
Aodhan sembrava confuso e non c'era da stupirsi. Miguel non aveva raccontato anessuno di ciò che lei gli aveva detto la notte prima in quello che restava delBlacky.
Stranamente gli sembrò di sentire il suo odore delicato di vaniglia, ma era adir poco impossibile.
– Avremo tempo – rispose Javier – Adesso dobbiamo andare. Prima che sia troppotardi.
Il tono del vampiro era molto enigmatico. Non sembrava più lo stesso che avevaincontrato settimane prima. Era troppo serio, per niente sfottente. Gli stavanascondendo qualcosa.
– Non andrete da nessuna parte.
Alle sue spalle una voce.
Si voltò di scatto e, senza neanche mettere a fuoco, capì.
– Bob – disse tra i denti – Sei ancora vivo?
Il vampiro sorrise – Non ho ancora portato a termine la mia missione.
– Ma di cosa state parlando? – disse Aodhan scocciato.
– Nulla che ti riguardi angioletto. Una questione tra me e questa splendidaragazzina – disse posandogli due dita sotto il mento.
Aodhan si mise in mezzo – Non toccarla.
Bob rise di nuovo – Oh santo cielo! Il ragazzo è innamorato! – si mise le maniin tasca e cominciò a squadrarlo dalla testa ai piedi – Mi dispiace angioletto!Tuo fratello l'ha già marchiata – disse guardandole il collo.
Solo in quel momento Nadia, passando le dita sul suo collo, sentì la pelle unpo' sollevata e i segni di un morso. La sera prima lei e Miguel si erano fattitrasportare un po' troppo dalla passione e Miguel le aveva lasciato un piccolosegno sul collo.
Aodhan sembrò confuso e abbassò lo sguardo – Non fare questi giochetti con melurido...
Le parole gli morirono in bocca. Aodhan si porto una mano allo stomaco e poicadde sulle ginocchia.
– No! – urlò Nadia non appena vide il sangue uscire fuori dalla sua bocca. Ilbastardo lo aveva pugnalato all'addome. Non era una ferita mortale per unangelo, ma Aodhan era giovane e avrebbe sofferto molto.
– Va tutto bene – sussurrò lui.
– Come hai osato! – disse Nadia furiosa scagliandosi contro il vampiro cheschivò il colpo ridendo.
– Mi dispiace tesoruccio, ma non potevo permettere che un altro angelo miintralciasse.
Si stava sicuramente riferendo a Miguel. Quella notte fuori dal Blacky avevafatto fuori i suoi compagni e aveva cacciato via Bob minacciandolo di morte.
– Perché mi avete attirata fino a qui?
– Finalmente parliamo di cose serie! – Il vampiro fece un giro intorno a lei –Hai finalmente la possibilità di sapere di persona come mai sei tantoimportante per Marcus.
Sapeva che c'era di mezzo lui, ma non aveva minimamente pensato all'ipotesi chelui potesse trovarsi la davvero. Motivo per cui pensò che poteva trattarsi diun bluff.
– Se voleva parlarmi poteva invitarmi in modo più carino. Non era necessariobruciare il locale del mio amico.
– Se non lo avessimo fatto non saresti tornata.
Erano più astuti di quel che sembravano.
– Va bene – disse infine – Dov'è lui?
Bob sorrise – Seguimi e vedrai.
– Nadia non andare – disse Javier – Vogliono incastrarti.
– Parli proprio tu? Sei un traditore Javier! – lo incalzò Bob.
A giudicare dal suo tono di voce e dalla collera che ne trapelava, tra quei dueera successo molto più di una semplice lite tra vampiri.
– Voglio dare un taglio a tutta questa storia – disse Nadia guardando Javiernegli occhi – Hanno sofferto troppe persone.
Javier non rispose ma sapeva che, se solo avesse potuto farlo, Aodhan avrebbepreferito legarla piuttosto che lasciarla andare. Le sue condizioni non glipermettevano di parlare né di muoversi, ma riuscì comunque a lanciargli la suakatana. Era il suo modo per dirle di stare attenta.
Lei la raccolse e gli sorrise
Prima di seguire Bob diede un ultimo sguardo alle sue spalle e riuscì aintravedere due occhi dorati in mezzo all'oscurità. Le si strinse lo stomaco esentì le gambe tremare ma cercò di essere il più naturale possibile
– Ci vediamo fuori.
Ma sapeva benissimo che quella sarebbe stata l'ultima volta che gli avrebbevisti.
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The Protectors
FantasyIl freddo era arrivato presto nella ormai tranquilla cittadina di Green River. Quella sera Nadia non avrebbe dovuto fare tardi. Avrebbe dovuto finire il suo turno al Blacky, correre verso l'ultimo autobus che l'avrebbe portata verso casa, mettere le...