Il telefono squillò talmente tanto che costrinse Miguel a destarsi dal suo sonno profondo. Erano anni che non dormiva così bene e lo fece sorridere il fatto che fosse merito di colei che da quasi vent'anni il sonno glielo aveva fatto perdere.
Ignorò il cellulare e allungò un braccio verso l'altro lato del letto. Erano anni che aveva immaginato il momento in cui finalmente avrebbe confessato a Nadia i suoi veri sentimenti. C'erano stati momenti in cui aveva perso le speranze. Non solo era accaduto, ma era stato mille volte meglio di quanto avesse mai immaginato.
Fu sorpreso di non trovarla al suo fianco. Scattò in piedi e perlustrò tutto il monolocale. Si concentrò per avvertire la presenza di Nadia nei paraggi ma non riusciva a sentirla.
Allarmato, cercò il cellulare che ricominciò a squillare. Quando lo recuperò dalle tasche dei jeans che indossava la sera prima, vide il nome di Jeremia illuminare lo schermo.
– Che succede?
– Nadia è lì con te? – Il modo in cui glielo chiese lo allarmò ancora di più.
– No – disse anche lui preoccupato.
– Merda! Merda! – Jeremia non era solito lasciarsi andare in simili francesismi.
– C'è qualcosa che devo sapere?
Jeremia, dall'altro capo del telefono, sospirò – Forse è il caso che ne parliamo di presenza.
Lanciò il cellulare sul letto e recuperò i suoi vestiti. Una volta pronto recuperò il cellulare e spalancò la portafinestra per poi librarsi in volo in direzione del palazzo di Jeremia con un peso sul cuore talmente grosso che ebbe quasi la sensazione di non riuscire neanche a volare.
Nadia era quasi arrivata al magazzino. Riusciva a vedere il grande cancello d'acciaio socchiuso.
Strano. Aveva sempre pensato che ci fosse un catenaccio lì.
Sentì uno scricchiolio alle sua spalle e afferrò il pugnale pronto a lanciarlo. Erano ormai diversi metri che sentiva la presenza di qualcuno alle sue spalle. Inizialmente aveva pensato che fosse solo la sua impressione ma quando udì un secondo scricchiolio, si voltò e lanciò il pugnale.
– Potevi bucarmi un ala! – disse Aodhan con gli occhi spalancati.
Nadia si portò una mano sul petto – Mi hai fatta spaventare! – ammise – Perché mi stai seguendo?
– E me lo chiedi? – disse il ragazzo angelo che, nel frattempo, aveva recuperato il pugnale e glielo stava porgendo – Sapevo che saresti venuta fin qua.
– Certo che sarei venuta! Non ho più nessuna intenzione di scappare – Riprese il suo pugnale e lo riposizionò nella cintura dei pantaloni.
Continuò a camminare verso il cancello, con Aodhan che la seguiva.
– Non ti permetterò mai di entrare la dentro! E' troppo pericoloso.
– E se ti dicessi che ci entrerò lo stesso? – lo sfidò lei.
– O entriamo insieme o ti porto via di peso – disse con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.
Nadia, per tutta risposta, entrò dal cancello e cominciò a fare qualche passo verso il magazzino – Vai via Aodhan.
Lui la seguì dentro e l'afferrò per un braccio – Andiamo via insieme.
– No Aodhan!
Aodhan le afferrò il braccio e camminò verso l'uscita trascinandosela dietro. A pochi centimetri dal cancello, questo si chiuse di colpo facendo un tonfo così forte che tremarono le pareti.
Aodhan tentò di spingerlo per riaprirlo ma sembrava del tutto inutile.
– Sembra che qualcuno lo abbia sigillato – disse piano. Poi si voltò verso Nadia – Mi sa che ci tocca scegliere l'opzione numero uno.
– Cioè?
– Proseguiremo insieme.
– Hai detto tu stesso che è pericoloso.
– Ti ho anche detto che non ti avrei lasciata andare da sola – disse serio.
Sembrava davvero risoluto a continuare la loro perlustrazione all'interno di quello che, più che un magazzino, sembrava un palazzo abbandonato.
Diede un ultima occhiata al cancello ormai chiuso e sospirò.
– Andiamo. Voglio tornare a casa prima che Miguel si accorga della mia assenza.
Aodhan rise – Spero tu stia scherzando.
– Perché dovrei?
Aodhan si fece serio e la guardò dritto negli occhi – Conoscendolo, sono sicuro che ti starà già cercando.
Suonò più come una minaccia che come una avvertimento. Nadia ignorò volutamente quella frase ma non riuscì a fare altrettanto con il suo senso di colpa.
Senza aggiungere altro, iniziò a incamminarsi mentre Aodhan stava alle sue spalle con la katana a portata di mano.
Sperò con tutto il cuore di rientrare davvero prima che Miguel la trovasse. Non voleva rovinare quello che era in procinto di nascere tra loro due. Non dopo quella notte insieme.
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The Protectors
FantasyIl freddo era arrivato presto nella ormai tranquilla cittadina di Green River. Quella sera Nadia non avrebbe dovuto fare tardi. Avrebbe dovuto finire il suo turno al Blacky, correre verso l'ultimo autobus che l'avrebbe portata verso casa, mettere le...