Sentì un leggero pizzichio sul naso che la costrinse ad aprire agli occhi.
Trasalì quando si ritrovò faccia a faccia con Aodhan. Aveva una sua piuma un mano e l'aveva usata per stuzzicarla.
– Che cosa ci fai tu qua?
Si porto la coperta al petto. Non aveva portato nulla per dormire e la sera prima, convinta che nessuno sarebbe mai entrata nella sua nuova stanza, aveva pensato bene di dormire in intimo.
Aodhan sorrise.
– In genere le donne sono contente di trovarmi nel proprio letto di prima mattina – disse con tono molto malizioso.
Nadia alzò gli occhi al cielo – Ti pregherei di uscire dalla stanza. Immediatamente!
– Sua maestà Miguel vuole vederci sul terrazzo tra venti minuti – disse in tono scherzoso.
Lei non ci trovava nulla di divertente. Non aveva nessuna voglia di vederlo, non dopo quello che le aveva detto il giorno prima. Non che si aspettasse qualcosa da quell'angelo ma non pensava che gli avrebbe spiattellato in faccia che la proteggeva solo perché si trattava di lavoro.
– Non sembri tanto contenta fiorellino.
Nadia spostò lo sguardo verso la finestra – Non mi sta particolarmente simpatico.
Aodhan rise – Miguel non sta simpatico a nessuno! Ha sempre quell'aria da duro...
Perfetto, pensò, aveva appena trovato un alleato. Neanche Jeremia le dava ragione tutte le volte che lei si lamentava dei modi parecchio scorbutici di Miguel.
– A volte è un po' brusco – ammise Aodhan – Però sa sempre quello che fa.
Nadia osservò quello che sembrava solo un ragazzo ma che probabilmente aveva il triplo dei suoi anni. Sembrava molto umano. Se non fosse stato per le ali, Nadia non avrebbe mai pensato che fosse un angelo.
– Digli che lo raggiungo tra un po'.
– Non sono mica il vostro piccione viaggiatore! – E uscì dalla stanza.
Si mise un paio di pantaloni elasticizzati, una canottiera un po' scollata e uscì dalla stanza.
Salì le scale fino alla terrazza senza preoccuparsi del fatto che Aodhan non l'avesse ancora raggiunta, e trovo Miguel ad aspettarla. Era in piedi sul cornicione e guardava dritto davanti a sé.
Sotto la luce le sue ali erano ancora più belle. Il sole baciava ogni singola piuma mettendo in risalto delle sfumature dorate a cui Nadia non aveva mai fatto caso.
– Non ti aspettavo così presto.
Non si voltò a guardarla e Nadia lo trovò ancora più irritante.
– Aodhan mi ha detto che volevi vedermi.
Ci furono lunghi attimi di silenzio. Poi Miguel si voltò e le lanciò contro un coltello.
Nadia riuscì a schivarlo appena in tempo.
– Vorrei capire perché tutti avete questa strana mania di lanciarmi delle lame addosso!
Miguel non le rispose e iniziò a fissarla con quei suoi occhi dorati. Erano un po' più spenti del solito. Aveva l'aspetto di uno che non dormiva da giorni.
– Allaccia i capelli. Potrebbero darti fastidio durante il combattimento.
– Combattimento? – Poi notò l'abbigliamento molto informale dell'angelo – Vuoi addestrarmi?
Era sicura che, per quanto avesse cercato di trattenersi, la sua voce aveva tradito un minimo di paura. Sapeva che quell'angelo l'avrebbe potuta fare precipitare di sotto e farla arrivare a dieci centimetri dal suolo prima di riprenderla solo per darle una lezione.
Però l'avrebbe ripresa, pensò.
– Javier deve riposarsi ed è meglio che non si avvicini a te per un po'.
Notò i pugni stretti lungo la vita dell'angelo e come le sue nocche erano diventate bianche per quanto li stava stringendo. Non sapeva come fosse possibile, ma sembrava che Miguel fosse al corrente di quanto era successo con Javier a Green River.
– Non posso combattere con te! – disse imperterrita – Non saprei come gestire...
– Le ali non sono un problema. Basta dimenticarsene.
– Come se fosse semplice! – ribatté lei.
Anche se fosse riuscita a non pensarci, erano proprio lì. E il pensiero di poterle anche solo minimamente ferire le faceva venire una fitta allo stomaco.
– Adohan ti insegnerà a gestire la tua strana fobia per le ali e ti addestrerà. Gli angeli sono più forti dei vampiri. Se riesci a tenere il passo con Adohan riuscirai a cavartela quando...
Si zittì di colpo.
– Quando mi prenderanno – terminò lei la frase – So che lo faranno Miguel. E' inutile prendersi in giro.
– Per allora saprai come difenderti – ribatté lui – E mentre tu cerchi di restare viva, io ti troverò e li distruggerò. Per sempre.
Quella frase le fece raggelare il sangue e inevitabilmente ripensò a come aveva ucciso quel vampiro due notti prima.
Ritornò al presente quando Adohan le mise una mano sulla spalla.
– C'è Jeremia al telefono – disse Adohan rivolgendosi al fratello.
Miguel non disse nulla. Fissò Nadia ancora per alcuni secondi e poi andò via strofinando un'ala contro la sua spalla quando le passo vicino facendole venire la pelle d'oca.
– Cominciamo? – chiese Adohan mettendosi davanti a lei.
Nadia annuì nonostante la paura che aveva di precipitare di sotto.
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The Protectors
FantasyIl freddo era arrivato presto nella ormai tranquilla cittadina di Green River. Quella sera Nadia non avrebbe dovuto fare tardi. Avrebbe dovuto finire il suo turno al Blacky, correre verso l'ultimo autobus che l'avrebbe portata verso casa, mettere le...