Capitolo 4

5.6K 234 36
                                    

LEIKA

Tornando a casa sento la pancia brontolare, così aumento il passo e faccio le scale quasi correndo, se non fosse che al secondo piano la porta si spalanca quando sto passando.

Sbatto il palmo sulla mia fronte fingendo di essermi dimenticata della piccola pulce che deve pranzare con me.

Darren chiude la porta dell'appartamento di suo fratello piano, e mi fa segno di fare silenzio.

Probabilmente suo fratello sta ancora dormendo. Ma chissene frega?

Facendolo apposta comincio a parlare ad alta voce

« Dove vai? » gli chiedo ancora falsa.

Lui mi regala un suo sorriso genuino rispondendomi « A pranzo dalla mia vicina preferita »

« Tecnicamente non sono nemmeno la tua vicina » dico ovvia mentre saliamo le scale ed entriamo nel monolocale.

« No, ma quando mio fratello mi lascerà vivere con lui, allora lo sarai! » esclama speranzoso.

Poi comincia a chiacchierare come sempre, di cose che solo lui può scoprire. A volte se ne esce con:

« Lela lo sai perché i tappi delle penne Bic hanno un foro? Per avere più tempo per estrarlo, nel caso qualcuno ingoiasse il tappo per sbaglio, riuscendo cosi a respirare da quel buchino minuscolo »

« Lela tu sapevi che il latte degli ippopotami è rosa? L'ho visto su focus. Con i miei occhi »

E sono sicura che potrebbe andare avanti cosi tutto il giorno. Per non parlare della sua passione per i videogiochi.

Mentre mi do una lavata al mio viso smunto, in bagno, sento Darren che si accomoda nello spazio cucina e mi chiede alzando la voce « Posso aiutarti? »

« No » rispondo laconica, tornando ai fornelli dove lui aspetta con impazienza il suo cibo.

Inizio a riscaldare la pentola con il ragù e appena ne sente il profumo vedo gli occhi del ragazzino farsi più grandi « Fai la pasta con il ragù? » chiede speranzoso, ma già sa. Sa che ogni volta che viene da me i suoi piatti preferiti sono all'ordine del giorno.

Gli rispondo positivamente e allora lui corre ad apparecchiare la tavola.

Solitamente io non apparecchio mai, né cucino, visto che sono da sola vado avanti a cibi precotti o ordino qualcosa. Ma quando ho ospiti mi piace cucinare.

Darren è il mio unico ospite da quando abito qua.

Fortunatamente viene solo nel weekend e raramente durante la settimana, cosi riesco a sopportarlo.

« Allora » chiedo questa volta interessata « Come procede a scuola ragazzino? »

« Ah bene » risponde distratto mentre esamina come sempre la mia parete piena di foto, come se non l'avesse già vista e rivista.

« Solo bene? »

« Sì, bene »

Fatico a credergli ma lascio cadere l'argomento.

Darren è un ragazzo davvero particolare. Da quando lo conosco si è distinto per la sua sensibilità, il suo tatto. Ha sempre invaso i miei spazi, ma senza essere invasivo. Mi è venuto naturale accoglierlo in casa. Mi è venuto ancora più naturale ascoltarlo, trovandolo estremamente maturo e buono. Le persone come lui vanno protette, ma allo stesso tempo sono consapevole di non poter salvare nessuno.

Non che Darren ne abbia bisogno, ha una famiglia, io sono solo la sua vicina.

Annuisco avendo chiaro il concetto.

Non ne vuole parlare ora.

« Sei stato da tuo padre? »

« Lela ho già una madre ok? » dice leggermente scocciato.

Ha ragione.

Mi mordo la lingua per stare zitta e cominciamo a mangiare poco dopo.

« Ho visto che hai aggiunto un paio di foto alla parete » indica con la forchetta mentre si riempie il piatto felice.

Annuisco di nuovo e gli chiedo « Ti piacciono? »

« Sono bellissime Lela, tutte lo sono. Ma le mie preferite sono quelle che fai tu. Un giorno appenderai anche me? »

« Forse » rispondo socchiudendo gli occhi come se ci stessi riflettendo.

Appena finisce di riempire la sua pancia inesistente, lava subito il suo piatto.

Perché gli uomini non possono essere tutti cosi?

« Vuoi venire con me dalla signora Martinez? Oggi prepara la torta di mele e io devo supervisionare i lavori per assicurarmi che la dentiera non cada nell'impasto. Sarà divertente » azzarda fin troppo entusiasta.

Lo guardo alzando entrambe le sopracciglia « Lo sai che a volte mi fai davvero paura Darren? »

« Lo so dolce Lela, lo so »

Odio quando mi chiama cosi. E lui lo sa

Fugge appena in tempo schivando la ciabatta che stavo per lanciargli dietro dopo aver usato quel nomignolo, e la porta sbatte.

La teoria dei due amoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora