Capitolo 12

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LEIKA

Quando arrivo a casa dei miei genitori vengo accolta dal confortante odore del pranzo che sicuramente sta cucinando dalle nove di questa mattina.

Mia mamma ha la passione per la cucina, è grazie a lei se mi so destreggiare ai fornelli. Se fosse stato per mio papà, sarei morta di fame.

Mi avvicino alla porta bussando tre volte, come a lanciare un segnale e vengo accolta da papà che arriva borbottando « Perché non la smetti di bussare e non usi le chiavi che hai? » poi mi abbraccia di slancio trasportandomi dentro casa.

Ricambio con una stretta vigorosa ma mi allontano dopo pochi secondi.

Non sono avvezza al contatto fisico.

Lo vedo esaminarmi come farebbe un dottore e poi mi accompagna da mamma che come previsto è in cucina.

« Da quanto tempo non atterravi da queste parti? Due mesi? »

« No, io penso siano tre mesi » aggiunge papà che si rimette seduto al bancone della cucina mentre osserva la televisione.

« Due settimane mamma. Sono solo due settimane che non ci vediamo » dico con noia mentre vado a salutarla rubandole un po' di limonata dal suo bicchiere sempre pieno.

È come una droga per lei, si porta dietro il suo bicchiere pieno di limonata per tutta casa e lo lava raramente.

Il vizio di papà invece è la tv. Ricordo ancora i primi anni in cui avevamo installato uno schermino sulla macchina e lui ne andava cosi fiero.

« Come vanno le cose a lavoro ? » chiede papà interessato.

« Tutto bene, Melania si fida sempre di più. Sono sicura che un giorno mi lascerà tutta la cucina! » ironizzo mentre papà ride e mamma si corruccia

« Perché no Leika? Ti piace cucinare.. hai anche studiato e poi hai imparato dalla migliore! » dice puntandosi il dito contro il petto.

« Mamma non incominciare » so dove vuole andare a finire.

« Dico solo che sei sprecata come lavapiatti. È un anno ormai che lo fai. Non sei stanca? Sei troppo giovane e intelligente per non voler fare di più » .

Eccoci di nuovo.

« Vorresti dire che i lavapiatti sono ignoranti mamma? » cerco di restare sul tono ironico sorvolando il solito argomento.

« Sai cosa intendevo Leika.. dico solo che » viene bloccata da papà che mi corre in aiuto «Tesoro che ne dici di lasciarla respirare? » dice con tono dolce a sua moglie.

Le spalle di mamma si afflosciano e allora lancio un'occhiata di ringraziamento a papà mentre dico per la centesima volta le stesse cose « Mamma, so che posso fare ciò che voglio. E un giorno cambierò lavoro. Ma perché dovrei farlo ora? Sto bene li. Ho la mia routine. Nessun problema » mento « E poi Melania si è affezionata troppo a me, potrei spezzarle il cuore se un giorno diventassi una chef stellata e l'abbandonassi » ironizzo di nuovo per tagliare l'aria pesante creatasi.

Le ore passano sempre veloci con loro, conoscendomi sanno di cosa parlare e di cosa no. Ma ogni tanto si preoccupano, e li capisco. Papà è sempre stato il migliore nel salvarmi da mamma, che si preoccupa sempre in modo ossessivo.

Pranziamo insieme e dopo qualche chiacchiera decido che è arrivata l'ora di tornare in città.

Li saluto con la promessa di non far passare altre due settimane prima di passare di nuovo e il sole delle tre mi accompagna fino alla fermata.

Quando sto per accendere la musica del mio lettore, scorgo in lontananza una sagoma famigliare.

Max.

Mi blocco, non sapendo cosa fare. Se salutarlo oppure no. Se chiamarlo o lasciarlo andare.

Sceglie lui per me, non voltandosi, mi risparmia dal mio dilemma.

« Perché non posso papà? Dimmelo! » urla Alex mentre resto in ascolto da dietro la porta.

« Perché devi essere sempre cosi Alex? Che problemi hai? » urla ancora più forte Max, suo padre.

Mi preparo ad intervenire quando sento silenzio, finché non sento la vocina di Alex che risponde con voce rotta « Papà io sono cosi. Lo sarò per sempre. Ma a te non andrà mai bene vero? Non ti va bene già ora, che ho la fidanzata perfetta, amici perfetti, a scuola vado bene. Eppure? Eppure non riesci a capire.. ».

« Non so di cosa tu stia parlando Alex. Ti ho detto che puoi fare tutto quello che vuoi, tranne che uscire con quello sfigato del nostro vicino, e tu cosa fai? Mi chiedi se puoi andare in vacanza con lui. Perché non ci vai con Leika? So che andrà con i suoi sul lago fra pochi giorni ».

« Non voglio andarci con lei! ».

Le urla cessano. Una porta sbatte.

Io mi allontano dalla porta della loro casa e m'incammino verso la mia.

Perché Alex? Perché tutto questo?

Ritornano prepotenti i sentimenti che ho provato quel giorno. Il primo giorno in cui cominciai a capire tante troppe cose.

Il bus arriva e io ci salgo speranzosa di allontanarmi in fretta da quel posto. Quelle persone. Quei ricordi.


La teoria dei due amoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora